Capitolo 27 - Ryan

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Due giorni prima.

«Sali in macchina Kristine. Non fiatare. È una serata di merda» le dico duro e freddo, mentre avvio il motore della mia Porsche nera, diretto nel suo dormitorio.

Mi volto e vedo Ginny e Alice andare verso il parcheggio. Devono aver lasciato lo sfigato Aaron a piangersi addosso. Tutta questa scena per un po' di sangue dal naso.

Gli è andata bene che c'erano Lennox e Derek a trattenermi, se no gli avrei fatto ben altro.

Se ripenso a come ballavano vicini mi sale il sangue al cervello, cazzo!

Serro le mani sul volante e stringo tanto forte da farmi venire le nocche bianche.

«Ryan, scusami, ma ho dimenticato la borsa in discoteca. Vado e torno. Ci metto due minuti e sono subito qui.» mi dice Kristine in preda all'agitazione.

La guardo scocciato. Ci mancava solo questa.

«Ti do un fottuto minuto. Se non ci sei, parto e vado a divertirmi con qualcun'altra. Non sono il tuo cazzo di fidanzato e non aspetto di sicuro te. Chiaro?»

«Sì, certo. Torno subito.» scende dalla macchina e inizia a correre.

Non so come faccia sui tacchi a spillo che si ritrova. Scommetto che prima di arrivare al locale si è già rotta l'osso del collo.

Sospiro e mi appoggio contro lo schienale del sedile, aumentando il volume della musica.

"Psycho" di Post Malone rimbomba nelle casse e senza aspettare Kristine, metto in moto e parto. Sto andando piano nel parcheggio del locale quando qualcuno mi sbuca davanti.

L'impatto è immediato.

Vedo la figura sbattere contro il muso della macchina e cadere a terra. Scendo immediatamente.

«Ehi amico, tutto bene?» dico avvicinandomi preoccupato.

I fari della macchina illuminano il pazzo che mi è venuto addosso. È un uomo abbastanza alto e muscoloso. Non quanto me, ma comunque ben piazzato. È ancora a terra, ma sta cercando di rialzarsi.

Guarda te, questo stronzo. Mi salta addosso e stai a vedere che mi tocca anche chiedergli scusa.

«Ehi, tutto a posto?» chiedo precipitandomi da lui nel caso in cui avesse bisogno di aiuto.

«Amico, non ti ho fatto una domanda tanto difficile. Riesci a rispondere?» chiedo abbassandomi e posandogli una mano sulla spalla per farlo voltare verso di me.

Che palle. La mia pazienza ha un limite molto, ma molto, basso.

Lo sconosciuto si gira e punta il suo sguardo su di me.

Rimango completamente spiazzato. Indossa un passamontagna nero.

Ma che cazzo?!

Si rialza come un fulmine, come avesse preso la scossa e, zoppicante, cerca di scappare.

«Coglione, dove cazzo credi di andare...?» gli urlo dietro.

Sto per inseguirlo, quando sento dei singhiozzi e leggeri lamenti.

Rinuncio a seguire quel pazzo con il passamontagna, perché uno strano e bruttissimo presentimento mi appesantisce il cuore.

Il rumore dei miei passi mi rimbomba nella testa insieme a un unico pensiero.

Ti prego, fa che non sia lei.
Aumento la velocità.

Ginny è accovacciata a terra. Si è raggomitolata contro la portiera di un'auto e si stringe le gambe al petto.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora