Capitolo 48 - Ginny

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Io e Ryan siamo seduti in macchina, abbracciati, mentre Joshua ci sta portando verso una destinazione a me sconosciuta.

Solo che non parliamo.

Da quando ha ricevuto il messaggio di Len, Ryan è cambiato.

Anche se sta facendo di tutto per non farmelo notare, per me è palese.

Gli occhi gli si sono induriti immediatamente. Ora, sono distanti anni luce.

Non so cosa gli passi per la testa, ma di sicuro c'è qualcosa che non quadra.

I baci e gli abbracci che mi sta dando sono più freddi e questa voglia di tornare immediatamente alla UCLA non hanno senso con l'atteggiamento di qualche minuto prima.

La macchina si ferma e i pensieri si interrompono.

Scendo dalla Rolls Royce davanti a un palazzo di tre piani, non proprio moderno. Anzi, sembra abbastanza trascurato, ma sono curiosa di scoprire come mai mi ha portato in questo posto.

Sopra il portone di ingresso c'è un'insegna per metà illuminata che dice:

"Acquario stellare"

Che cavolo è un acquario stellare?

«Vieni, seguimi» dice prendendomi la mano.

La porta è aperta.

Dentro è tutto tenuto perfettamente, moderno e pulito.

Ma non è un palazzo qualsiasi.

È veramente un acquario, ma diverso da tutti gli altri in cui sono stata.

Le pareti sono tutte vetrate perché al loro interno ci sono vasche piene di piccoli pesci, ma soprattutto di tante, tantissime stelle marine.

Lascio la mano di Ryan per attaccarmi al vetro e guardare quelle magnifiche creature.

«Ryan ma è bellissimo! Ci sono le stelle marine. Guarda! Le stelle marine!» dico saltellando felice, peggio di una bambina di tre anni.

«Ho pensato che forse, vedendole dal vivo, ti saresti resa conto che il tuo pigiama è orribile e inquietante. Così da buttarlo via una volta per tutte.» ribatte convinto.

«Mi sentirei profondamente offesa, se non fosse che sono troppo emozionata e felice! Andiamo a vederne altre!» dico prendendolo per mano e trascinandolo per i vari corridoi.

Ryan ride e ritrovo un po' di serenità.

«Come hai fatto a trovare un posto simile? È pazzesco!»

«Il custode è il fratello di Joshua. Se no, non avrei avuto la minima idea della sua esistenza. Non è molto frequentato perché, quando si va a in un acquario, di solito è per vedere gli squali, le orche assassine, le balene, i delfini o altri pesci grandi. Quelli più piccoli interessano a pochi.»

«Per me è perfetto. Grazie, Ryan»

«Prego» dice baciandomi con dolcezza.

Guardo le vasche e mi perdo nella loro bellezza.

Le stelle marine mi sono sempre piaciute perché hanno i colori più disparati e luminosi. Abbelliscono il mare in modo impressionante anche se sono piccole e delicate.

Se toccate dall'uomo o pescate, vanno incontro a morte certa.

Quindi vanno lasciate tranquille a dipingere il grande quadro blu.

Nella loro fragilità sono meravigliose e forti al tempo stesso, tanto da sopravvivere ai predatori del mare.

Mi ci ritrovo.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora