Capitolo 22 - Ryan

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Dopo aver sentito quelle cazzate, mi dirigo come una furia verso il parcheggio del campus. È pieno di macchine, ma trovo la mia Porsche nera.

Come chiudo lo sportello, mi lascio andare contro lo schienale del sedile e sospiro per cercare di tranquillizzarmi. Non ottenere grandi risultati. Troppi pensieri. Troppe fitte allo stomaco.
È inevitabile ripensare a ciò che è successo poco fa con Ginny...

La bacio con forza, possessività e rabbia.

Non deve parlare di Aaron, ma solo di me. Lei, contrariamente a quanto mi sarei aspettato, schiude le labbra e mi perdo nella sua dolcezza.

È così buona, cazzo!

Non avevo mai baciato nessuna in questo modo. È come volessi marchiarla.

Lei è mia e di nessun altro.

La verità, in questo momento, è che mi sento completamente fuori controllo. Il suo profumo mi ha stregato e io non voglio che tutto questo finisca. Non riesco a fare a meno di starle addosso e sentire il suo corpo premuto contro il mio, che reagisce all'istante.

La sovrasto talmente in altezza e stazza, che mi sembra piccolissima, ma con gli artigli di una tigre riesce a tenermi testa.

Sono fottuto se oltre all'attrazione fisica provo anche quella mentale.

Porca puttana, dovrei allontanarmi, ma non posso e non voglio farlo. Ho voglia di lei. Forse da troppo tempo...

La bacio con più vigore e le mani prendono vita propria. Percorro tutto il suo corpo che si scioglie come burro fuso al mio passaggio e io non ragiono più.

Sento il suo cuore martellare forte allo stesso ritmo del mio.

Se ne sarà accorta? Cazzo, in che guaio ti stai andando a cacciare Ryan Keller?

La pelle mi sta andando a fuoco e sono completamente pazzo di lei.

Ma a un tratto, in un nano secondo di lucidità, mi viene in mente che non dovrei essere qui con lei. Che dovrei starle lontano per proteggerla da uno stupratore psicopatico.

Come avessi in mano un bomba atomica pronta a esplodere, spingo via Ginny.

Vedo tutto a rallentatore con occhi assenti.

Lei che sbatte contro il muro, che alza il suo sguardo confuso, ferito, scioccato...

Se una volta poteva farmi stare meglio farla soffrire, oggi mi sembra di morire soffocato da un'agonia atroce.
Non voglio che nessuno mi veda in questo stato. Così, giro nella prima traversa a fianco del bar che è sempre poco trafficata. Per fortuna, per il momento non c'è anima viva. Mi siedo mettendomi le mani tra i capelli. Guardo per terra, senza vedere veramente.

Ho ancora il suo dolcissimo profumo addosso, il suo sapore in bocca, il suo ansimare nelle mie orecchie, le sue mani su di me... il suo tormento nel mio cuore.

Sono stato un coglione!

È successo quello che è successo solo perché lei parlava di Aaron in continuazione... Giusto?

Mentre la baciavo, però ho sentito cose... Assolutamente no!

Ginny non è così importante per me, certo ci tengo, ma è solo un'amica di infanzia e basta... Vero?

Sì, devo essermi assolutamente sbagliato. Mi sono fatto prendere dal momento dato che è sexy da morire.

Ginny non è diversa rispetto alle altre per me. È solo attrazione fisica. Ho sbagliato prima a pensare che ci potesse essere anche altro.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora