Capitolo 55 - Ginny

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Come le mie labbra toccano le sue, Aaron lascia cadere i piatti sul tavolino e mi ritrovo immediatamente tra le sue braccia muscolose.

Mi stringe come non esistesse al mondo cosa più preziosa.

Sento le sue mani scorrere tra i miei capelli ancora bagnati, per poi tirarmeli leggermente, ma deciso, in modo tale da farmi alzare ancora un po' di più il volto.

Mi alzo in punta di piedi per approfondire il bacio.

Dentro, un mix di emozioni mi travolge.

Provo inizialmente dolore, gelosia, delusione e rabbia, poi, subito dopo, curiosità, adrenalina, interesse, attrazione, dolcezza e possessività.

E ammetto che ci sa fare.

Bacia benissimo e mi lascio andare estraniandomi da tutto.

Ritorno però, con i piedi per terra, perché sento un rumore assordante.
Come fosse caduto qualcosa e frantumato a terra in mille pezzi.
O forse me lo sono solo immaginato ed è il mio cuore.

È tutto così giusto e sbagliato allo stesso tempo.

Aaron non sarà mai Ryan, lo so. Ma forse, proprio per questo, potrebbe essere la persona giusta per me.

Una fitta al cuore mi fa tremare, così, con le braccia, circondo la vita ad Aaron e lo stringo ancora di più a me.

E mi stupisco quanto mi faccia stare bene ogni sua carezza.

Ci stacchiamo con il fiato corto e lo guardo confusa da tutto quello che mi ha fatto provare.

E senza alcun tipo di obbligo, senza forzature, senza imposizioni, gli sorrido.

Guardo quegli occhi azzurri e non mi sembrano più acqua sporca, ma un cielo senza nuvole.

E sorrido ancora.

Aaron lo vedo stupito quanto me.

Poi, mi prende il viso tra le mani serissimo.

«Devo chiedertelo. Lo hai fatto perché c'era Ryan?»

Aaron è un ragazzo davvero intelligente.

Pensavo non se ne fosse accorto, ma il capitano di nuoto è una sorpresa unica.

Faccio un passo indietro, sciogliendo il contatto che si era venuto a creare.

Lancio un'occhiata nella direzione in cui prima c'era Ryan, ma ora rimane solo il vuoto.

Proprio come dentro di me.
Non gliene frega niente.
Non ha mosso un dito.
Ha solo preso e se n'è andato.

Solo io sto di merda a sentire e vedere certe cose...

«In parte. Mi ha completamente distrutta con quello che ha fatto...»

Aaron si irrigidisce.

«Scusami, ma devo andare. Ci sentiamo più...»

Non lo lascio finire.

«Ma tu mi rendi felice. Non pensavo potesse succedere. Non subito. Ma continui a farmi sorridere. In un modo o nell'altro. E io ne ho bisogno. Io lo voglio. Voglio sorridere. Voglio vedere per quanto tempo riuscirai a farlo...»

E gli occhi di Aaron a ogni parola si accendono e diventano un cielo in tempesta.

Azzera la distanza e prende di nuovo il mio viso tra le sue mani.

«Quindi posso baciarti quando voglio?» chiede con voce roca.

«Direi di sì» rispondo facendo spallucce, ma con il sorriso sulle labbra.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora