Capitolo 12 - Ryan

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«Chi cazzo è che ti chiama a quest'ora?» chiedo innervosito a Len.

«Non lo so. Butta giù chiunque sia.» sentenzia, mentre sta stracciando Dek alla Play.

Sono le 11:05 p.m. e, come ogni martedì, io e i gemelli facciamo la serata tra fratelli.
Lo sanno tutte le ragazze del campus che non ci devono chiamare.
Di solito la serata la passiamo giocando alla PlayStation, bevendo qualche birra e facendo i coglioni.

Prendo il cellulare che sta squillando sul tavolino e, mentre Dek impreca e Lennox ride, visualizzo sullo schermo l'ultimo nome che pensavo di leggere.

Ginny

Con un ghigno sulle labbra, lo prendo e vedendo i miei fratelli concentrati sulla partita, me ne vado in cucina.

«Puoi lasciarli in pace almeno una cazzo di sera?! È chiedere...» rispondo furente.

Sento dall'altra parte della cornetta un fiato corto e singhiozzi.

«Ginny?» la chiamo, mentre nel petto si apre una voragine sempre più grande ad ogni suo flebile lamento.

«Piccola, mi senti? Ginny?» chiedo, andando in salotto e staccando il cavo della televisione, così da attirare lo sguardo incarognito dei gemelli su di me.

«Ryan?... Ryan... aiutami».

Mi congelo.

Ho sentito quel tono di voce solo in un'altra occasione. Era il giorno in cui è morta sua mamma.

È successo qualcosa di veramente grave, non c'è altra spiegazione.

«Ginny, che succede? Dove sei?».

Silenzio.

«Ginny, cazzo, rispondi!!!»

La linea non è caduta, ma non ricevo più risposta.

E in quel momento, sento cigolare le catene che sigillano la prigione del mio passato. L'oscurità che preme per essere liberata e il veleno infettarmi.

I gemelli si alzano velocemente, guardandomi preoccupati.

«Hanno fatto del male a Ginny.» dico distaccato, mentre mille scenari mi si presentano davanti agli occhi.
Ognuno, come coltelli, mi squarciano.

I gemelli diventano bianchi come fantasmi. Gli occhi però, come i miei, si stanno iniettando di sangue dalla furia cieca e dal dolore.

«Ginny non risponde più. Dobbiamo trovarla subito. Len, tu hai il numero della compagna di stanza di Ginny, vero?»

Len annuisce.

«Perfetto, allora chiamala che magari sa dove si è cacciata. Prendiamo due macchine e andiamo al campus. Tu, Dek, vai in camera di Ginny e aspettala lì, perché può essere che ritorni in stanza e abbia bisogno di aiuto. Io e Len andiamo insieme.»

I gemelli annuiscono e ci mettiamo in marcia.

Lennox, chiamando Alice, scopre che Ginny è andata in lavanderia e che non è ancora tornata.

Una volta arrivati al campus, mio fratello si precipita in lavanderia, mentre io faccio il percorso inverso per ritornare al dormitorio.

Sto sudando freddo. Fremo dalla rabbia e penso di far spavento a chiunque mi guardi in questo momento. Corro lungo il sentiero, ma per quanto pensi di andare veloce, mi sembra di essere praticamente immobile.

Poco dopo vedo alcune maglie per terra.

Accelero ancora e svolto l'angolo.

Lo scenario che si apre davanti a me, paralizza per qualche secondo ogni singola cellula del mio corpo, a causa dello shock. Tutto mi sarei aspettato, ma non questo.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora