Capitolo 72 - Ginny

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«Ryan...» sussurro.

«Veramente sono Jordan, ma puoi chiamarmi così se ti va di uscire con me.» risponde il ragazzo davanti a me.

Ed è come se mi riscuotessi dalla trance in cui ero finita e sbattendo più volte le palpebre, inquadro meglio chi ha parlato.

Gli occhi di questa persona sono effettivamente azzurri, ma niente in confronto a quelli che mi sono appena immaginata.

«Scusa... Io... Io, ti ho scambiato per un'altra persona...» dico con il cuore che martella nel petto.

Mi volto e con la testa che sembra annebbiarsi sempre di più, spintono e scanso la gente intorno a me.

Le luci sono improvvisamente accecanti.
La musica martella i pensieri.
Mi sento soffocare.

D'improvviso qualcuno mi prende per un braccio e dallo spavento grido terrorizzata, mentre in un gesto brusco mi libero e subito mi metto a correre.

Perché hai voluto uccidermi con la tua assenza Keller?!

Le lacrime scorrono e, scansando le persone, arrivo all'uscita del locale. Scendo la scalinata velocemente e salgo sul primo taxi disponibile.

Dopo aver dato al taxista l'indirizzo di casa, chiudo gli occhi. Solo che, per l'ennesima volta, ritrovo il suo sguardo freddo e oscuro che mi fissa.

Li riapro di scatto.

Perché Ryan? Perché ritorni a tormentarmi?

Guardo fuori dal finestrino New York che, tra luci, persone, macchine, locali, palazzi, schermi enormi, non si ferma mai.

Mi sfrego le mani, e mi accorgo di avere qualcosa al dito anulare della mano destra.

Trovo un diamante enorme, incastonato su un anello di oro bianco, ricoperto anch'esso di diamanti, solo più piccoli.

Lo sento improvvisamente troppo pesante, ma allo stesso tempo è confortante.

È come se mi tenesse ancorata alla realtà che sto vivendo oggi.

Scendo dal taxi e, mentre sto per entrare nell'androne del palazzo, qualcuno mi chiama.

«Ginny...»

A sentire quella voce mi volto velocemente, mentre le lacrime scendono già senza freni.

Len avanza dall'oscurità e ne esce un uomo bellissimo vestito elegantemente in un completo nero gessato con scarpe lucide e una valigetta, che sembra pesare un quintale, alla mano destra.

Senza neanche rendermene conto, sto correndo tra le braccia aperte di quello che una volta reputavo mio fratello.

Lennox lascia cadere in un tonfo sordo la valigetta e mi prende stringendomi così forte da farmi mancare il fiato.

I singhiozzi diventano sempre più forti, mentre Lennox cerca di tranquillizzarmi accarezzandomi dolcemente. Proprio come succedeva anni fa.

Piango senza sosta, perché finalmente so che un'altra mia grande ferita è stata guarita.

Non provo più rancore nei confronti di Len, e immagino neanche per Dek. Mentirmi e scegliere di nascondere Ryan al posto di dirmi dove fosse l'amore della mia vita, mi aveva squarciato dentro.

Dopo non so quanto tempo, finalmente sciogliamo l'abbraccio e guardo quanto è diventato ancora più bello Lennox.

Un metro e novantacinque di intelligenza, muscoli e bellezza. I capelli castani mossi li porta leggermente più corti rispetto a una volta. Un filo di barba ben curata gli contorna le labbra.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora