Capitolo 54 - Ginny

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Sono a lezione di diritto amministrativo e, per quanto stia cercando di concentrarmi sulla materia, non ci riesco.

Alice non è ancora tornata.

Sono già sei giorni che non c'è e mi sembra mi manchi da una vita.

Non risponde ai messaggi che le lascio e il cellulare è sempre staccato.

Sospiro e, dopo aver preso ancora qualche appunto, la lezione finalmente finisce.

Non vedo l'ora di addentare qualcosa per pranzo. Ho una fame da lupi!

Così, raccatto i miei libri e mi fiondo fuori dall'aula. Solo che, come giro l'angolo del corridoio, sbatto contro un muro di muscoli.

Gli occhi dolci e attenti di Aaron mi sorridono.

«Dove vai così di corsa?»

«A pranzo. Sto morendo di fame! Spostati, so essere molto aggressiva se non ho il pancino pieno» dico puntandogli il dito contro.

«Ok, ok. Non c'è bisogno di scaldarsi. Guarda caso andavo proprio anche io in mensa, quindi possiamo andare a mangiare insieme. Sei contenta?» dice abbassando il viso alla mia altezza, divertito.

«Che coincidenza, eh?» dico guardandolo di traverso.

So benissimo che i suoi corsi sono dall'altra parte del campus, quindi si trova qui di proposito.

Lui fa spallucce e ci dirigiamo in mensa.

Come entriamo, il vociare della squadra di football è talmente forte, da farci girare entrambi.

E inevitabilmente il mio sguardo ricade sul volto freddo, duro, distaccato e bellissimo, del ragazzo che amo.

Il cuore mi si ferma nel vederlo di nuovo.

È seduto e, mentre mangiucchia qualcosa, sulle sue gambe c'è una ragazza rossa che gioca con i suoi capelli ricci.

Lui ride e la stringe.

Indossa di nuovo la maschera che con tanta fatica e amore ero riuscita a togliergli.

Un profondo senso di gelosia e di dolore mi annientano.

Barcollo, ma due mani decise e delicate mi sostengono.

Non alzo lo sguardo perché le lacrime premono per scendere.

Così mi volto e prendo il mio vassoio.

La fame è completamente svanita, dato che lo stomaco si è chiuso peggio che in una morsa di acciaio.

Sto per andarmene senza prendere nulla, quando Aaron mi mette dentro un piatto di pasta al pesto e una mela.

Questa volta lo guardo e i suoi occhi, anche se si sono induriti nettamente, mi guardano con una dolcezza infinita.

«Devi mangiare, perché oggi pomeriggio ho in programma di farti saltare le lezioni e immergerti nel mio mondo. Devi essere in forze!»

Un sorriso tirato è l'unica cosa che riesco a rivolgergli e vado al nostro solito tavolo.

Dove ci sono anche Len e Dek.

Derek in questi giorni è particolarmente irascibile e nervoso.
Ogni scusa è buona per fare a botte e la bestia è sempre più libera.
Non so cosa gli stia succedendo, ma lo vedo veramente in difficoltà.

«Dek, stai bene?» gli chiedo preoccupata, sedendomi.

«No» risponde abbassando lo sguardo, senza aggiungere altro.

So che in questo momento non ha voglia di parlare, ma si aprirà a tempo e debito.

È troppo burbero e scontroso ora.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora