Capitolo 43 - Ryan

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«Prima le signore...» dico, facendo un inchino appena accennato a Ginny.

Poco più avanti l'elicottero di famiglia è pronto per decollare.

«Dove mi porti? Me lo vuoi dire oppure no?» mi chiede sorridente avvicinandosi a me.

«Lo vedrai» e le do un bacio veloce su quel nasino perfetto.

Mentre ci allacciamo le cinture di sicurezza e mettiamo le cuffie, penso di essere un coglione fortunato.
Questa mattina, mentre Ginny era in bagno a cambiarsi, ho fatto una chiamata e, in un'ora, tutto era pronto.

«Il dottore mi ha detto che devo stare a riposo assoluto. Quindi, dato che i medici si ascoltano sempre e ho bisogno di un'infermiera, tu verrai con me.» dico gentilmente, ma senza possibilità di replica.

«Ma di che parli?» mi chiede Ginny confusa.

«Alice ha già preparato il tuo trolley e dobbiamo muoverci. Vieni» dico prendendole la mano, mentre inizio a camminare verso l'uscita della stanza.

«Ryan, fermati! Ma che stai dicendo? I farmaci ti fanno sragionare?»

«Ti fidi di me?»

«Keller, ho paura a dirti di sì»

«Fidati e basta. Ora muoviti, abbiamo un elicottero da prendere.»

Mentre prendiamo quota, mi sporgo leggermente e le metto una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Mi sorride e la bacio, perdendomi nella sua dolcezza.

«Tu sei pazzo» afferma convinta, mentre i suoi occhi brillano di felicità.

«Tu lo sei più di me a seguirmi, piccola Ginny»

«Probabile» conclude divertita.

Guarda poi fuori dal finestrino. Le prendo la mano e la stringo. L'unica cosa che voglio è stare con lei e basta.

Il viaggio dura una mezz'oretta e, quando stiamo per arrivare, le copro gli occhi con una bandana.

«Fammi cadere e te ne pentirai, Keller» mi minaccia una volta scesi dall'elicottero, puntando il dito contro il nulla.

Scoppio a ridere.

«Non mi permetterei mai» e poi la bacio sulla guancia.

Ho deciso di portarla nella nostra villa a Santa Barbara che si trova proprio sulla spiaggia. Privata.
La casa è stata ristrutturata di recente ed è enorme. È suddivisa su due piani. C'è una cucina grande, due saloni, in uno dei quali si possono dare ricevimenti da far invidia a un castello, sette camere da letto tutte con i rispettivi bagni e cabine armadio, altri quattro bagni, piscina interna ed esterna sulla terrazza fronte mare.

La guido per qualche metro e, passo dopo passo, un sorriso radioso si allarga sul suo viso.

«Sento il rumore delle onde! Sento il profumo del mare!»

«Pronta?» le chiedo posizionandomi dietro di lei, in modo che davanti ci sia solo la spiaggia e il mare cristallino calmo come olio. Mentre mi fa cenno di sì con la testa, le sciolgo la bandana e la stringo a me.

Mi abbasso fino a che i nostri visi non sono alla stessa altezza.

«Allora? Che te ne pare?» le chiedo all'orecchio, mentre guardiamo il panorama.

«È bellissimo... Mi hai lasciata senza parole! Ma dove siamo?»

«Nella nostra villa a Santa Barbara. Ho pensato che staccare da tutto e da tutti qualche giorno ci avrebbe fatto bene»

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora