Capitolo 33 - Ginny

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Ryan Keller vuole me.
Ha intenzione di dimostrarmelo.

C'è del vero nelle sue parole. Leggo, però, anche una bugia grande come una casa che mi riporta subito con i piedi per terra. È sincero solo in parte.

Ne sono più che sicura.

L'unica cosa che non mi spiego è il perché mi dica queste cose.

Per quanto poco me ne importi, in questo momento, una piccola fitta al petto non ha intenzione di sparire.

«Keller, basta mentire! Basta!!! Non si gioca con i sentimenti delle persone! Mai! Soprattutto con quelle che hanno un cuore, un'anima e un corpo distrutto dal dolore!» gli grido contro con tanta amarezza.

«Non sto giocando con niente! Lo vuoi capire? Per quanto non volessi ammetterlo a me stesso, sei tu. Ci sei sempre stata solo tu!»

«Ryan, tre secondi fa, mi hai scaricato!»

«Ho sbagliato, ok? Sbaglio sempre, lo so, ma credimi, cazzo! Ora ne sono consapevole. Voglio te e solo te. Dammi una possibilità.»

Quelle sue parole, mi fanno dubitare.

Una lettera dopo l'altra scendono come gocce salate sul mio cuore che, poco per volta, viene lavato. Quell'acqua spazza via la melma nera, rinfrescandomi dall'inferno che mi sta bruciando dentro.
Con queste parole ha guarito un altro pezzettino del mio cuore.

Ma... ecco che tutto cambia ancora.

Nel momento in cui abbassa gli occhi, capisco che non è sincero per l'ennesima volta.

«Ryan, no, non ti credo. Ora riportami a casa per favore.» dico dura e decisa.

Sono delusa.

«Ginny, ti prego ascoltami! Io...»

Lo blocco prima che finisca la frase. Bugie, bugie, bugie. Non so neanche cosa mi nasconda!

«No, Ryan! Non voglio ascoltarti! Riportami a casa!» gli urlo contro.

A passo di carica mi volto e mi dirigo in direzione della macchina. Ryan non fiata, ma sento i suoi passi pesanti dietro di me.

Saliamo in macchina e anche il viaggio di ritorno lo facciamo in silenzio. Questa volta Ryan ha avuto l'intelligenza di lasciare la radio accesa. La musica riempire quella voragine che risucchia entrambi nei nostri pensieri.

Una volta arrivati, Ryan mi osserva. Mi sta studiando e io non lo voglio.

Così, mentre scendo dalla Porsche, lo saluto atona.

«Ciao Ryan»

Mi allontano con la consapevolezza che tra me e lui è... odio e amore.

Mentre cammino verso il mio dormitorio, noto degli studenti guardarmi. Per poi parlottare tra di loro.

Che cavolo hanno tutti?

A un tratto qualcuno mi chiama.

Mi volto e, a qualche metro da me, c'è Aaron con altri tre ragazzi. Sorrido felice di vedere una persona amica.

«Ehi, Ginny! Eccoti finalmente!» dice raggiungendomi.

Si vede lontano un miglio che è contento anche lui di vedermi.

Aaron è proprio un bravo ragazzo.

«Ciao Aaron, tutto bene?»

«Io sto alla grande, grazie, ma mi sono preoccupato! L'altra sera, al locale, vi ho aspettato in macchina, ma né tu né Alice siete arrivate. Ti cerco da due giorni a dire la verità, ma è come fossi sparita nel nulla. Va tutto bene?»

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora