Capitolo 25 - Ginny

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Spengo la sveglia sul cellulare e mi stropiccio gli occhi assonnati. Ho un mal di testa allucinante. Della serie, hangover senza aver toccato alcool.

Rimango a fissare il soffitto per qualche minuto e mi decido a scendere dal letto. Come uno zombie sveglio anche Alice che si alza di scatto, come fosse sul punto di essere morsicata da un cobra.

«Ginny, stai bene? È tutto ok? Hai male da qualche parte?» mi dice prendendomi il viso tra le mani, così da potermi guardare negli occhi.

«Ali, ma che ti prende? Sto bene, ho solo un po' di mal di testa. Alle sette del mattino non è da te essere così attiva. Cos'hai tu?» le chiedo, mentre le faccio abbassare delicatamente le mani.

«Non ti ricordi niente?»

«Ricordarmi cosa? La mia festa e quel cretino di Keller? Certo che me lo ricordo. Come anche il fatto che gli ho mentito dicendo che ero fidanzata e che lui questa notte si sarà scopato Kristine. Però Ali, davvero, fare questi discorsi così presto, mi fa iniziare la giornata malissimo. Quindi, possiamo parlarne dopo una buona dose di caffeina e un muffin al triplo cioccolato, per favore?»

«O... Ok, certo. Sì, intendevo proprio quello.» mi risponde Alice insicura, mentre mi guarda con uno sguardo stanco e preoccupato. Come non avesse dormito tutta la notte.

«Ali, ma va tutto bene? Sei strana. Sappi che se hai bisogno puoi sempre contare su di me.»

«Lo so, Ginny, e per te vale la stessa cosa. Io ci sono» mi dice venendo di getto ad abbracciarmi.

Ricambio l'abbraccio, ma non riesco bene a inquadrare l'atteggiamento di Alice. Un po' troppo diverso dal solito.

Dopo questi attimi di incertezza Alice sembra ritornare quella di sempre.

Per un momento ho sospettato mi nascondesse qualcosa.

Mah, sarà stata una mia sensazione.

Prendiamo tutto il necessario per le lezioni e ci incamminiamo verso il bar parlando del più e del meno. Entriamo e un buonissimo profumo di brioches mi stuzzica l'appetito.

Come un'assetata nel deserto, mi dirigo verso il bancone. Ci sono croissant di tutti i gusti, muffin, bomboloni, cannoli e torte di ogni tipo. Per non parlare del salato. Panini, focacce e pizze e tanto altro. Non a caso questo è il bar più conosciuto e frequentato da studenti e professori.

Ci sediamo in uno dei tavolini vicino alla vetrata che ha la vista sul parco. Una ragazza ci prende le ordinazioni.

«Per me un cappuccino al caramello, un muffin al triplo cioccolato e un bombolone alla crema pasticcera. Grazie» dico senza vergogna. Avrei voluto aggiungere anche il croissant alla Nutella, ma non volevo proprio far capire che questa mattina ho una fame pazzesca.

«Per me un caffè lungo e basta, grazie» ordina Alice.

«Non prendi nient'altro? Ma sei sicura?» le domando incuriosita.

«Sì, ho lo stomaco un po' chiuso oggi. Tu invece alla faccia del colesterolo e dei trigliceridi!» ridacchia la mia compagna di stanza.

«Mi sento come mi fosse passato un tram addosso e ho bisogno di zuccheri» rispondo sorridendo.

Un'ombra passa sul volto di Ali, ma non sono sicura di quello che ho visto dato che è stata velocissima. In più, mi distraggo perché mi vibra il telefono in tasca. È papà!

«Ciao papi! Ma che bello sentirti!»

«Ciao, pulcino mio! Mi mancavi e quindi ho pensato di venirti a trovare. Tra mezz'ora dovrei essere al campus. Ti va di vederci?»

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora