Capitolo 31 - Ginny

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Ryan mi stringe forte a lui e in tempo zero siamo fuori dall'acqua.

Con delicatezza mi fa coricare sull'asciugamano che deve aver steso prima di entrare in acqua.

I nostri sguardi si intrecciano e per una frazione di secondo rivedo i suoi occhi congelarsi, farsi duri e distanti.

Mi spavento. Vorrei che fosse sé stesso, perché il Ryan che sto abbracciando non è il mio incubo... potrebbe essere un bellissimo sogno.
Ma proprio perché potrebbe essere solo un sogno, non voglio illudermi.

Oggi però è diverso.

Ora c'è il vero Ryan con me e voglio vivermelo.

Ne sono convinta ancora di più quando il suo sguardo ritorna quel mare in burrasca, non poi così tanto freddo.

Ne sono tremendamente felice.

Sorrido.

Ryan, come avesse ricevuto un tacito segnale, si abbassa su di me e questo gesto mi ricorda qualcosa...

Ma cosa?

Non ho tempo di sentire le sue labbra sulle mie, che è come se ricevessi un calcio nello stomaco.

Mi piego in due dal dolore e boccheggio.

Sono in quel parcheggio, quella dannata sera...

La mia bocca è tappata dalla sua mano ed escono solo versi strozzati, che in realtà dovrebbero essere richieste di fermarsi e di aiuto.

Mi dimeno e cerco di divincolarmi così da poter allentare la presa e scappare.

L'adrenalina mi scorre in corpo alla velocità della luce dandomi una forza e una lucidità che non pensavo di avere.

Speravo di avere qualche possibilità, ma la sua morsa è ferrea. È troppo alto e muscoloso per me.

Non ho scampo.

Di nuovo.

L'adrenalina lascia il posto a puro terrore. L'orrore e il panico si impadroniscono di me, qualcosa si incrina e mi frantumo. Le lacrime coprono i miei occhi sgranati dalla paura. Rimangono un po' lì ferme, fino a che sono troppe da contenere.

Così, scendono veloci e silenziose.

Pensavo di non averne più, ma mi sbagliavo.

«Anche oggi sei bellissima, lo sai?» dice il verme mentre respira il mio profumo dal collo.

A sentire la sua voce, realizzo che la melma nera, che mi rende sporca, mi ha quasi già coperta del tutto.

Mi prende una ciocca dei capelli e se la rigira intorno alle dita.

«Ti ho vista con lui poco fa, sai? Infatti, puzzi di lui, puttana! Ti ridurrò così male che nessuno vorrà più avvicinarsi a te. Farai schifo a tutti» dice ridacchiando con una cattiveria tale da farmi tremare le gambe.

Capisco di non aver più scampo.

La testa si sconnette di nuovo e ne sono sollevata. Non sento più niente. Guardo le macchine davanti a me e le trovo interessantissime. Così, quando il verme capisce che non mi ribellerò più, mi lascia e mi si posiziona davanti. Ho le gambe molli e crollo per terra.

Ringrazio Dio di guardare la scena come uno spettatore. Il mostro si sta coricando sopra di me e indossa un passamontagna nero. Sento le sue mani viscide alzare il vestito, una posizionarsi sul seno e l'altra scostare le mutandine...

Ma va tutto bene. È solo un film che finirà. Prima o poi.

Un cielo senza stelle mi culla nell'oblio...

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora