Capitolo 56 - Ryan

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Mi infilo la maglietta e faccio un cenno con la testa a Kristine come saluto.

«È sempre un piacere... Sai dove trovarmi quando vuoi. Ciao Ryan» dice melliflua, mentre esco da camera sua.

Sono già di nuovo troppo sobrio. Devo andare a bere qualcos'altro e aspettare che arrivi il più velocemente possibile domani.

La solitudine che provo da quando mi sono rinchiuso nella mia prigione, mi soffoca.

Devo continuamente avere la testa impegnata o annebbiata, perché viceversa vengo sbranato dalle mie paure.

Un flash mi riporta a qualche ora fa dietro a quel dannato bar...

Mi volto e davanti a me c'è una Ginny cadaverica. È appoggiata al tavolino e mi guarda sconvolta.

Come avessi ricevuto un calcio in pieno stomaco, vederla mi fa mancare il fiato.
Boccheggio e brividi freddi mi percorrono la schiena.

Quando Victoria, o come si chiama, esce fuori da dietro l'albero poi, gli occhi di Ginny si sgranano ancora di più.

Un dolore strisciante si fa largo in me e so che andando da lei si allevierebbe.

Così, come un drogato in astinenza, faccio un passo verso di lei, ma due secondi dopo, le mie angosce diventano mostri che mi azzannano e mi lacerano nel profondo.

Ginny è tra le braccia di Aaron e si stanno baciando.

Nella prigione in cui mi trovo, cado in ginocchio e grido ancora.
Le urla di dolore e rabbia riecheggiano e ruggiscono facendo tremare tutto quanto.

Un odio cieco mi ribolle nelle vene e sento le sbarre cigolare sempre di più dalla potenza dei sentimenti che mi stanno investendo.

Corro via e a ogni passo le grida sono più forti, il pianto più doloroso.

Senza una meta, mi ritrovo al campo di football.

Con l'immagine della mia piccola Ginny con Aaron, mi dirigo verso i manichini di legno che usiamo per gli allenamenti.

Con un ringhio furibondo e, con tutto l'odio di questo mondo, prendo il primo e lo butto a terra più volte, fino a che non ne rimane niente di intero.
Il secondo ricevere così tanti calci da spaccarsi in più punti.
Tutto quello che è a portata di mano fa la stessa fine.

Ad ogni colpo, urlo di rabbia, mentre dentro di me, piango dall'agonia.
Sto troppo male senza di lei.
La amo.
Sono suo.

Ma le cose sono andate di nuovo a puttane tra di noi.
Per colpa mia. Per colpa sua.

Farò l'impossibile per azzerare i sentimenti.
La cancellerò dal mio cuore.

La dimenticherò.
La ignorerò.
Aumenterò la distanza tra di noi.

Starò meglio, spero...

Svolto l'angolo e vedo Dek a passo di carica salire le scale del dormitorio.

Starà andando da Ginny?

E senza neanche saperne bene il motivo lo seguo. O forse lo so...

Solo che mi rendo immediatamente conto che non è mio fratello.

Ma la bestia.

Prendo il cellulare e scrivo a Len.

"Vieni da Ginny. La bestia è fuori controllo. Corri."

"Cinque minuti e sono lì. Aspetta e non farti vedere a meno che non sia necessario. Se ti vede potrebbe pensare di essere attaccato."

Come distolgo lo sguardo dal messaggio, Derek spalanca la porta e, dalla forza con cui lo fa, penso proprio che l'abbia scardinata.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora