Capitolo 35 - Ginny

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Sono arrivata a lezione in perfetto orario questa mattina, ma solamente perché stanotte ho rivissuto l'incubo del mio tentato stupro.

Dopo, non ho più chiuso occhio.

Sono stanca morta e, per questo, per quanto mi possa interessare la lezione del Professor Grimson, salgo la scalinata fino ad arrivare in ultima fila.

Sono logorata nel profondo, perché ogni notte rivivo quello che mi è successo.
Ho imparato a controllare gli incubi in modo tale da non urlare terrorizzata come facevo agli inizi, ma continuo a svegliarmi di soprassalto tutta sudata e impaurita.
Se durante il giorno, tra le lezioni, lo studio e le uscite riesco a pensare ad altro, quando chiudo gli occhi e mi ritrovo sola con me stessa, non posso scappare dalla trappola infernale in cui mi richiude la mia mente ormai stravolta e il mio cuore frantumato.
Non ho più la forza di combattere e sono così vulnerabile che i ricordi mi distruggono senza pietà.

Fortunatamente, Alice ha il sonno molto pesante e, a meno che non le passi una mandria di elefanti imbizzarriti a fianco, non si sveglia.

A me va benissimo così, perché di tutto questo non sono assolutamente pronta a parlarne. So che dovrei farlo, ma la vergogna è troppa, ho paura di fare ribrezzo a chi voglio bene e non riuscirei a sopportarlo.

Così, tengo tutto dentro, dando a quella parte oscura un potere ancora superiore nel lacerarmi sempre di più.

Quando mi sveglio terrorizzata, riesco a tranquillizzarmi subito vedendo Alice a pochi metri da me.
Sono in camera mia, al sicuro. Lontana dal mostro.

Mentre mi siedo, sbuffo e ripenso alla nostra conversazione di questa mattina.

«Anche un santo perderebbe la pazienza con certi elementi! È ignobile, troglodita, incivile, cafone, maleducato, stronzo, coglione, deficiente...»

Alice mi interrompe nel mio straparlare furente, perché sa che, molto probabilmente, potrei elencare le qualità di questo qualcuno per altre tre ore, come minimo.

«Ma di chi stai parlando? Chi è questo poveretto?»

«Ryan Keller. Ecco chi è lo zoticone!»

«Ok, va bene. Raccontami tutto, che poi ti dico io una cosa.»

Così, incazzata, le racconto velocemente quello che è successo sulla spiaggia e quando mi ha riportato in braccio in camera.
Poi, prendo fiato e mi arrendo all'evidenza.

«Ok, Ali, so che sono le 7:30 del mattino e fare certi discorsi a quest'ora è un crimine contro l'umanità, ma...lo confesso, ok? Mi piace Ryan. Tanto, ma tanto tanto. Per quanto troglodita possa essere, non so come sia stato possibile, ma mi è entrato dentro e non riesco più a farlo uscire.»

«Ginny, si vede lontano un miglio! Aspettavo solo che lo ammettessi ad alta voce. Tu ne sei innamorata, questa è la verità.»

«Ho paura, perché nessuno dovrebbe innamorarsi di un Keller. Io li conosco Ali, una notte e via. Sempre. Senza eccezioni alla regola. Giocano con i sentimenti. Mai innamorarsi di un Keller»

«Lo so, ma tu sei diversa. Avete un passato in comune, per quanto turbolento. Guarda, non conosco benissimo Ryan, ma quando ti vede, perde interesse per tutto il resto. Fissa solo te, sempre. Mangerebbe vivo chiunque ti rivolge anche solo mezzo sguardo. Fidati tesoro, piaci anche a lui.»

«Ali, amare Ryan Keller è complicato»

Ryan è come la natura.
Bellissima, ma pericolosa e distruttiva.

È come essere in piedi sull'orlo di una scogliera.

Su quella sporgenza così meravigliosa, infatti basta che si alzi il vento, e tu, lì in piedi, non hai appigli.
Traballi e poi precipiti.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora