Capitolo 83 - Ryan

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Dei passi decisi e pesanti entrano dentro la stanza.

«Tutti fuori. Ora.»

Apro gli occhi e, davanti a me, c'è Len, in piedi, con una valigetta tra le mani, circondato da tutti i medici e le infermiere presenti.

«Non lo ripeterò una seconda volta.» dice così glaciale che vedo alcuni dottori trasalire.

Così, anche se non ha alcun potere di decidere all'interno dell'ospedale, tutti quanti, con deferenza, escono.

«Tra un'oretta, però il paziente si deve sottoporre ai vari...»

«Perfetto. Arrivederci.» dice mio fratello chiudendo il discorso del Dottor Angus senza neanche guardarlo, mentre si dirige verso di me.

Appena la porta si chiude alle sue spalle, Len si siede sulla sedia a fianco del lettino e inizia a parlare entrando nella modalità avvocato spietato e insensibile.

«Ciao Ryan, siamo davvero tutti felicissimi che tu stia meglio. Mamma, papà, Dek e Alice ti salutano. Ora, immagino che tu sappia per cosa sono qui...»

Sì.

Sbatto una volta le palpebre.

«Molto bene. Procediamo.»

Tira fuori dalla valigetta tutta una serie di cartelline spessissime.

«Allora, come me e Dek, anche tu hai delle azioni dell'azienda dove lavora papà. A causa della prigione, è stato tutto congelato, nel senso che tu non potevi usufruire dei soldi che fruttavano le quote in borsa, ma gli introiti sono sempre stati versati sul tuo conto corrente.»

Apre una cartella rossa e ne estrae dei fogli, per poi esaminarli e riprendere il discorso.

«Con la delega che mi hai fornito, ho potuto far tutte le pratiche e ho verificato che, a oggi, sul tuo conto bancario ci sono circa sette milioni di dollari.»

Sgrano gli occhi dalla sorpresa.

Fino a qualche ora fa, pensavo mi appartenesse solo uno spazzolino da denti e adesso mi ritrovo miliardario...

Porca puttana!

«Lo so, sono pochi, ma appena inizierai a lavorare, riuscirai a recuperare. Non ti preoccupare»

Per Ryan, il ragazzo che viveva nel lusso sfrenato, sì, molto probabilmente, sarebbero stati pochi.

Per l'uomo che sono diventato, passando per la galera, tutti quei soldi sono tantissimi.
Len, invece, come immagino anche Dek, non sono mai scesi dal treno dell'élite.
Ad oggi, però, tutto questo non mi interessa più.
Certo, i soldi aiutano, ma non possono comprare tutto. L'importante e l'essenziale nella vita, non hanno prezzo.

Mi basterebbe il giusto con la persona perfetta, invece del mondo senza di lei... Ginny.

«Detto questo, ho sentito che se ti impegni tra un mesetto dovresti essere nel pieno delle tue capacità fisiche. Quindi vedi di darci dentro, che abbiamo un matrimonio da portare avanti.» dice sorridendo, togliendosi la maschera da avvocato senza scrupoli, lasciando il posto a mio fratello.

La sera in cui ero scappato via da Ginny ed ero poi venuto a conoscenza che era svenuta, avevo capito che non potevo più starle lontano e che avrei dovuto affrontare le mie paure, mettendo la mia anima a nudo e, se lei avesse accettato, sposarla.

Così, con l'idea in testa e nel cuore di farla mia per sempre, ero andato da Marcus, per avere la sua benedizione...

«Ce ne hai messo di tempo, eh, Ryan?» dice il padre di Ginny, mentre mi dà una pacca sulla spalla, forte, ma che per la mia stazza e la mia forza, non mi fa muovere di un millimetro.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora