Ti devi fidare di me, sempre.

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Io: <<Dimostrami che vengo io prima di lei...>> vedo che mi guarda, ma non risponde.

Io: <<Ecco...>>

I: <<Piè...>>

Io: <<Piè cosa Ignazio? Non puoi dimostrarmelo perché sono solo la tua seconda scelta.>> gli dico nervoso, sapevo di chiedere l'impossibile, ma l'ho chiesto ugualmente.

I: <<Non è vero, non sei la mia seconda scelta e lo sai.>> inizia ad innervosirsi anche lui, sentendo quelle parole con le poche forze che ho lo spingo via allontanandomi da lui.

Io: <<Ma stai zitto che fai più bella figura.>> dico passandogli accanto andandomi a mettere vicino la finestra.

I: <<Ma che sbotti hai?>> dice afferrandomi e girandomi dalla spalla.

Io: <<Io?! Ma ti senti quando parli? Non sono la tua seconda scelta dici... Dimostramelo, perché io delle parole non me ne faccio più nulla. Non mi bastano più, capito?>> gli dico senza neanche alzare il tono di voce.

I: <<È diverso Piero, siete diversi ed instauro legami diversi.>>

Io: <<Per fortuna, sai che schifo essere come lei...>>

I: <<Non ti permetto.>> urla lui stringendomi ancora più forte facendomi male, sono sicuro che mi lascerà dei segni: lo guardo solamente, lascio parlare i miei occhi, lascio che possano esprimere il mio dolore, la mia delusione ed anche il mio amore per lui, mi lascia allontanandosi un po'.

I: <<Scusa... Non volevo... Piero.>> dice con voce tremante, ma l'unica cosa che riceve è un mio schiaffo sulla guancia neanche molto forte.

Io: <<Ed io che pensavo... Ma vaffanculo.>> gli dico sbattendo un pugno sul muro.

I: <<Piè...>>

Io: <<Muto devi stare.>> gli ringhio quasi contro, mi lascia riprendere fiato per brevi minuti, poi mi prende dolcemente la mano che io tolgo subito dalla sua.

I: <<Cosa pensavi?>> è capace di far venire i brividi per quanto è dolce il suo tono.

Io: <<Niente che ti riguardi, ho solo sperato troppo, sono un cretino, ecco cosa sono.>> gli rispondo deviando il mio sguardo dal suo, non posso dirgli che speravo mi amasse davvero, che non fosse tutta una farsa, ed invece... Invece aveva solo ragione mio padre nel dire che mi sarei fatto del male.

I: <<In cosa hai sperato?>> mi chiede con dolcezza, ed a me ora quella dolcezza lascia interdetto, dovrei urlargli contro ed invece mi ritrovo solo a sussurrare.

Io: <<Non importa...>>

I: <<Rispondimi... È importante per me.>>

Io: <<Non è vero, perché io non sono importante per te, capito? Io ho sperato in noi, sbagliando...>> mi guarda stranito, quasi sconvolto ed io non posso continuare a guardare quegli occhi che mi portano a dire la verità ogni volta che incontrano i miei, gli volto le spalle e mi siedo sul davanzale in marmo vicino la finestra guardando il panorama innevato che mi si presenta dinanzi.

I: <<E chi lo ha detto che hai sbagliato Piè?>> mi chiede tentando di appoggiare le mani sulla mia spalla.

Io: <<Me lo stai dicendo tu... E leva ste mani.>> gli dico nervoso.

I: <<Non te lo sto dicendo, Piero... Non penso tu stia sbagliando, chiaro?>> mi dice con tono deciso, non gli rispondo, fisso fuori dalla finestra e non guardo il suo viso.

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