Nessuno ci separerà, nessuno amore.

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P: <<Piero... Vuoi provare a bloccarla? Come facesti a casa.>> ed io temo di non essere capace di gestirla o forse non la voglio gestire.

Mi stringo solo le mani sul petto, le lacrime iniziano a scendere ed i singhiozzi ad aumentare il ritmo smisurato dei miei battiti.

La sento l'ansia nella sua voce, ma è come se in me si fosse spento qualcosa, come se non trovassi la voglia di reagire.

Io: <<Papà... Io... Non so.>> dico singhiozzando.

P: <<Non lasciarti andare Piero, se vuoi puoi farcela.>>

Annuisco, il vero problema è che ora non voglio farcela.

P: <<Butta fuori tutta l'aria... Fallo con calma.>> mi dice appoggiando una mano sul mio petto.

Chiudo gli occhi senza dargli ascolto, improvvisamente trattenere il respiro e piangere diventa la cosa più facile da fare, avverto le forze abbandonarmi man mano, il cuore aumentare sempre di più i battiti come se volesse scappare via dalla mia cassa toracica, i pensieri accavallarsi gli uni agli altri, come anche le immagini che si susseguono nella mia mente.

P: <<Batte in modo troppo irregolare...>>

La sua voce viene stoppata da un mio singhiozzo più insistente, stringo il copriletto appena tra le dita come se quel tessuto potesse darmi forza.

P: <<Piero devi collaborare, capito?>>

Non gli rispondo, ancora una volta non ce la faccio, mio padre appoggia entrambe le mani sul mio petto, ci preme debolmente.

P: <<Stai andando in apnea... Reagisci.>> è terribilmente agitato e solo per colpa mia.

Sento dei colpi alla porta, stringo con più forza il copriletto serrando gli occhi.

P: <<Chi è?>> cerca di essere calmo, ed io quella voce la riconosco dalla prima lettera.

I: <<Gaetà sono Ignazio... Posso vedere Piero?>>

P: <<Non è il momento Ignazio...>> gli dice mentre cerca di non farmi andare totalmente in apnea.

I: <<Succede qualcosa? Che succede? Gaetano dimmi qualcosa...>> dice anche lui preoccupato.

P: <<Niente Ignazio, vai in camera, te lo chiedo per piacere.>>

Io provo a trattenere la maggior parte dei singhiozzi per non farmi sentire dal ragazzo fuori la porta, non voglio la sua pietà, né la sua vicinanza ora.

I: <<Puoi aprirmi... Per favore, voglio solo scusarmi con tuo figlio.>>

"Scusarsi" con me, per cosa? Per l'ennesima volta in cui risulto la seconda scelta?

P: <<Se molli ora è difficile poi recuperare il controllo, okay?>> mi sussurra, mi sta ancor più annientando il dover cercare di far silenzio.

I: <<Gaetano ti prego...>>

Mio padre mi guarda come a chiedermi se voglio quella compagnia, ed io non lo so... Potrebbe farmi cadere ancor di più o potrebbe darmi la forza per superarla.

Scuoto leggermente la testa, non voglio mi veda debole, non così.

P: <<Ignazio davvero, non è il momento adesso...>>

I: <<Va bene... Se avete bisogno...>>

P: <<Sì, tranquillo.>> gli risponde per poi concentrarsi nuovamente su di me.

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