Ed io a questo scemotto gli voglio bene.

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P: <<Che diamine ci fai qui?>> sbraita contro Ignazio che si è appena svegliato e prova a strofinarsi gli occhi.

I: <<Gaetano scusami, ma non riuscivo a dormire ieri sera quando ve ne siete andati, così sono venuto qui.>> si giustifica lui.

P: <<Ma proprio quando ci sono io in camera?>> continua lui.

I: <<Ho solo dormito qui... Che sarà mai.>> ed io mi sento ancora stretto a lui, ancora la mia caviglia a contatto con la sua, mugugno qualcosa.

Io: <<Papà su...>> mi volto allontanandomi da Ignazio e guardandolo a fatica.

P: <<No, voi non avete capito... Il problema non è dormire qui o di là, ma come dormite. No, io sono senza parole, davvero senza parole poi uno non deve pensare male. Deve pensare che è davvero solo un rapporto di amicizia... Come se fossi scemo.>> sta parlando praticamente da solo.

Io: <<Papà...>> lo chiamo piano.

P: <<Zitto tu. Zitto devi stare. Io ci provo a giustificare i vostri comportamenti alla psicologa, però voi così non mi aiutate. Forse ha davvero ragione lei nel dire che dovreste stare lontani per un po'.>> ed è come termina la frase che il scatto sul letto.

Io: <<Stai scherzando? Io non mi allontano da lui...>>

P: <<Non ho detto che devi, calmati! Capisci che una persona può fraintendere o forse non c'è nulla da fraintendere... E sinceramente è difficile non pensarlo. Non mi sembra tanto normale trovarvi come due sanguisughe non appena mi sveglio.>>

I: <<Gaetano mi dispiace, davvero, ma non riuscivo a dormire, e ci capitava anche da bambini che dormivamo così, lo sai...>>

P: <<Da bambini eravate costretti.>>

I:<<Ora è un modo per non sentirsi soli... Io mi preoccupo per Piero, gli voglio semplicemente molto bene.>> è la stessa cosa che ho detto io a mio padre.

P: <<Ah okay, mi avete convinto, ma poi io che mi aspetto da vuoi due? Siete la stupidità fatta persona insieme. E ringrazio che Piero non sia in splendida forma altrimenti chissà dove eravate adesso.>>

Io: <<Forse in giro a far una folle gara in auto...>>

I: <<A quest' ora avremmo già consumato le gomme.>> e qui il primo a ridere è mio padre.

P: <<Sareste capaci di coprirvi le spalle a vicenda...>> ci guarda e ci sorride, ed io penso che sia vero, sarei capace di mentire per Ignazio, sarei capace di prendermi colpe non mie.

I: <<Purché lui stia bene sarei capace di farlo.>> ammette Ignazio sorridendomi.

P: <<Mi piacerebbe un genero come Ignazio, spero che Mariagrazia trovi un bravo ragazzo come te.>> gli dà due colpi sulle spalle ed io abbasso lo sguardo nascondendo un sorriso che ha le somiglianze di una smorfia.

Ignazio si stiracchia un po' e poi lentamente si alza.

I: <<Andiamo a mangiare.>>

P: <<Mangerai in aeroporto, dobbiamo andare.>> lui fa spallucce.

I: <<Devo mettere le robe in valigia...>>

P: <<Sbrigati, tra mezzora dobbiamo essere fuori.>> lo ammonisce lui, ma Ignazio si incammina lentamente verso la porta, esce con una faccia stralunata facendomi trattenere una risata. Sento lo sguardo addosso di mio padre e mi volto verso di lui.

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