P: <<Piè che ti senti?>> mi chiede ed io riesco solo a stringere la mano a pugno sul petto.
P: <<Guido... Ha dolori al petto e non può essere che... Non riesco a calmarmi minchia...>> lo sento dire ed io sento Ignazio accarezzarmi dolcemente le braccia.
I: <<Ti ho già detto una volta che ci sarò anche quando non mi vorrai, ricordi? Non cambio idea amore.>> sussurra.
Io: <<Vai via...>> gli sussurro piano per poi emettere un gemito di dolore che mi fa tendere tutti i muscoli.
P: <<Guido, per l'amore del cielo...>> è disperato ed è colpa mia.
I: <<Minchia... Piero...>>
Io: <<Scusa...>> gli dico e lui scuote la testa con lentezza.
I: <<Passerà, capito?>> mi dice mentre una lacrima gli riga il volto.
Io: <<Tu...>>
I: <<Sono qui.>> mi dice ed io penso che quella lacrima è scesa per me, solo per me e forse non mi sta mentendo, forse non è stanco di me. Mio padre mi mette supino.
P: <<Dimmi che fare Guido... Okay, sì ci sono.>> dice ormai con l'auricolare mentre preme una mano sul mio petto.
P: <<Piero dobbiamo fare l'esercizio di respirazione capito?>> io annuisco appena e porto i miei occhi in quelli di mio padre.
P: <<Forza piccolo mio, butta tutto fuori, dobbiamo far tornare il battito regolare.>> mi dice provando a rimanere calmo, ed io provo a fare come dice, ma avverto solo dolore. Sento la mano di Ignazio nella mia ed istintivamente la stringo.
I: <<Ce la fai, sei un guerriero Piero e non puoi mollare ora.>> mi dice a bassa voce dandomi la forza di far entrare l'aria.
P: <<Bene... Rifallo Piero, piano, pensa a tutto tranne che al dolore.>> mi dice ed io non posso pensare a nulla perche la sola persona che vorrei è davvero vicina a me. Faccio uscire lentamente l'aria dai polmoni ed altrettanto lentamente la faccio rientrare, mio padre preme piano in corrispondenza del cuore.
P: <<Sta rallentando... È pallido Guido, quasi cadaverico...>> Ignazio mi accarezza piano il dorso della mano con il pollice ed io mi beo del suo tocco.
P: <<Sì, lo sta facendo... Okay... Spero riusciamo ad uscirne davvero.>> continua lui al cellulare mentre io continuo a respirare anche se avvertendo dolore.
P: <<Fa male lo so, ma devi sforzarti, prendi bene aria, apri i polmoni.>> mi dice, io ci provo e lo faccio guardando Ignazio.
I: <<Bravo... Sei fortissimo.>> mi incoraggia. Caccio piano l'aria fuori avvertendo improvvisamente la gola bruciare e la testa più pesante, strizzo gli occhi per far smettere alla testa di girare, ma invano ed è per tale ragione che con l'altra mano stringo forte il braccio di mio padre.
P: <<Stai andando bene...>>
Io: <<La testa...>> gli sussurro continuando a respirare faticosamente.
P: <<Guido... Ha giramenti di testa... Sì, non è regolare, quindi tu dici che non... Non riesco capire.>> ammette parlando ancora con lui.
I: <<Forse... Posso fare una cosa, Gaetano?>> chiede.
P: <<Dipende...>>Ignazio mi toglie i cuscini che avevo dietro la spalla e si pone alle mie spalle, la mia schiena appoggia al suo addome e le sue gambe sono quasi attorcigliate alle mie, fa aderire la mia schiena al suo corpo, poggia entrambe le mani sul mio petto: una all'altezza del cuore e l'altra sull' addome.
P: <<Ignazio, che diavolo stai facendo?>> quasi urla ed io chiudo nuovamente gli occhi non riuscendo a sentire voci alte.
I: << Fammi fare, Gaetano.>> dice serio per poi iniziare a respirare piano, ed il mio busto si alza e si abbassa a ritmo col suo.
I: <<Ora respira piano, segui me. Piano piccolo.>> mi sussurra dolcemente all'orecchio.
P: <<Se sviene Ignazi...>>
I: <<No, ne uscirà.>> dice sicuro ed io assecondo il suo respiro portando una mano sulla sua all'altezza del ventre.
I: <<Continua così...>> mi sussurra lasciandomi un bacio sotto l'orecchio, stringo forte la sua mano quando avverto un dolore più forte al ventre.
I: <<Piano, piano. Respira piano.>> continua a sussurrarmi. Sento lo sguardo di mio padre addosso ed io non so cosa potermi aspettare quando finirà tutto ciò.
I: <<Rilassati... Respira con me.>> sibila ed io lascio che la mia testa si appoggi sulla sua spalla.
Io: <<Non andar...>>
I: <<Non me ne vado, shh.>> mi dice ed io forse sento meno dolore al petto sapendo che lui c'è.
P: <<Eh Giudo, sta respirando... Sì con lui, ma almeno sembra funzioni.>> lo sento dire.
P: <<No, tranquillo... Non ne avrei il coraggio, non dopo che è stato male... Gliel'ho accennato Guido, ma stava reagendo male e... Non posso Guido, non posso.>> sussurra quasi in lacrime ed a me si spezza il cuore nel vedere mio padre star male, probabilmente per colpa mia.
I: <<Non è colpa tua...>>
Io: <<Non è vero... Mi dispiace.>> sussurro.
I: <<Non è colpa tua.>> ripete premendo la mano un po' di più sul mio petto.
P: <<Ho bisogno di tempo, te l'ho detto... Voglio solo che non accada più.>> continua, ma viene interrotto da Ignazio.
I: <<Gaetà sta battendo più rapidamente ora.>>
P: <<Okay.>> si limita a dire e poi credo si allontani, sento delle mani sul mio collo che riconosco come quelle di mio padre.
P: <<Batte più veloce... Non posso portarlo lì, non ho i mezzi né l'okay dal capo per poterlo fare Guido, dobbiamo intervenire noi qui.>>
Io: <<Dimmi che non mi stai mentendo...>>
I: <<Mai.>> sussurra baciandomi la tempia che scotta molto per la febbre, Stringo la sua mano e respiro ancora come lui, il suo corpo sostiene il mio e solo con lui riesco a trovare un po' di pace.
Io: <<Grazie...>>
I: <<Non c'è da ringraziare.>> sussurra ed io sorrido.
I: <<Chiudi gli occhi e respira, con calma.>> mi sussurra passando il naso sulla mia guancia per farmi rilassare lentamente.
Io: <<Voglio mia madre...>> gli sussurro piano stringendomi un po' più a lui.
I: <<Ti devi far bastare me... Mi dispiace.>> dice teneramente.
Io: <<Forse...>> ma non finisco la frase.
I: <<Forse?>>
Io: <<No niente... Non importa.>>
I: <<Forse?>> sussurra facendomi sentire il fiato sull'orecchio.
Io: <<Potresti bastarmi... Forse eh?>> ammetto, lo sento sorridere sulla mia pelle e stringermi un po' di più la mano, ed io mi sento al sicuro con lui, nonostante tutto.
P: <<Come ti senti?>> mi chiede mettendo un panno freddo sulla mia fronte, ma io non riesco a rispondergli a causa dei singhiozzi.
I: <<Respira regolarmente...>>
P: <<Se lo stritoli meno magari riesce anche a respirare meglio.>> gli dice acido ed Ignazio allenta la presa su di me senza però smettere di farmi avvertire il suo torace dietro la mia schiena, è l'unico mio sostegno al momento.
Io: <<Sto meglio.>> dico rivolto a mio padre e lo vedo annuire.
P: <<Giudo... Sì respira bene, scotta abbastanza, ma respira bene... Ti chiamo dopo okay.>> dice chiudendo la chiamata e poi sospirando. Lo guardo e vedo un uomo stanco, stressato, senza forze per tenersi in piedi e con la voglia di mollare tutto, ed io mi sento così in colpa, inizio anche a pensare che forse sarebbe stato meglio se da piccolo fossimo rimasti a casa invece di farmi portare al pronto soccorso. È un pensiero cattivo il mio, ma forse a quest'ora non avrei dato così tanti problemi.
I: <<Stai tremando...>> mi informa preoccupato, non mi ero neanche reso conto di tramare tra le sue braccia.
Io: <<Scusami.>>
I: <<Non lo devi dire, Piero...>> sibila lui, si allontana da me e lentamente mi mette sotto le coperte.
I: <<Gaetano se hai bisogno di un caffè, di uscire o semplicemente di cambiare aria posso rimanere io qui.>> dice forse accorgendosi di quanto mio padre ne abbia bisogno.
P: <<No, tranquillo. Tu piuttosto, forse tua madre potrebbe avere bisogno di te...>> gli dice gentilmente sedendosi sulla poltroncina vicino la scrivania chiudendo gli occhi.
Io: <<Perché... Perché non dormi un poco? Io sto meglio.>> sussurro piano stringendomi sotto le coperte.
P: <<No, sto bene così.>> insiste lui, io annuisco ed Ignazio si siede al mio fianco senza riempirmi di troppe attenzioni, chiudo gli occhi, voglio solo non pensare a nulla e vorrei essere stretto ad Ignazio per sentirmi più protetto, ma c'è mio padre e non posso sbilanciarmi troppo. Mi addormento, un leggero sonno interrotto proprio da Ignazio che si fa spazio nel mio letto, proprio alle mie spalle.
Io: <<Gnà... >> sussurro cercando conferma.
I: <<Sì... Tuo padre dorme.>> mi rassicura.
Io: <<Se ti dovesse vedere...>> sussurro spaventato.
I: <<Shh, dormi. Gli dirò che ero stanco e che mi sono addormentato. Ora dormi piccolo mio.>> mi sussurra dolcemente con un tono dirle e pacato.Chiudo gli occhi, è sempre più facile prender sonno così. Mi stringe nelle sue braccia e io mi faccio un po' più piccolo per entrare meglio nel suo abbraccio e avvicinarmi sempre più al suo torace, sento quasi il suo cuore battere. Il suo profumo mi avvolge ed il suo respiro mi accarezza, mi rilasso davvero ora che siamo così vicini, ora che mi protegge con tanta premura, ora che è qui a scaldarmi.
Io: <<Buonanotte Ignà.>> gli sussurro piano quando le mie membra si fanno pesanti.
I: <<Buonanotte amore mio.>> mi sussurra piano ed io gli lascio un bacio quasi vicino le labbra. Quelle due piccole mi riempiono costantemente il cuore di gioia, e sento di legarmi a lui sempre di più. Mi sveglia mio padre il mattino dopo scuotendomi leggermente il braccio. Ignazio non è più al mio fianco, nugugno qualcosa.
P: <<Piè abbiamo l'aereo tra poco e devi mangiare.>> mi dice con calma.
Io: <<Ignazio dov'è?>> è la prima cosa che dico.
P: <<Se n'è andato prima di cena.>>
Io: <<Ma se era notte...>>
P: <<Hai dormito molto, com'era giusto.>> mi dice tirandomi leggermente su, annuisco piano e stropiccio gli occhi.
P: <<Come ti senti?>> mi chiede spostandomi i capelli dalla fronte.
Io: <<Bene, forse ho solo un po' di mal di testa, ma credo sia dovuto alla febbre...>> sussurro piano e lui annuisce piano abbassando lo sguardo.
P: <<Un po' di succo di frutta ed un cornetto alla marmellata ce la fai a mangiarlo?>> mi chiede ed io annuisco mentre lui mi fa un sorriso. Mi alzo lentamente e mi siedo al tavolo, noto che mi ha preparato già la valigia.
Io: <<Grazie papà...>>
P: <<Mangia adesso.>> mi dice con calma. Porto alle labbra il bicchiere col succo e ne bevo piccoli sorsi, per poi portare alle labbra il cornetto. Mio padre resta in silenzio ed a me questo suo mutismo non piace.
Io: <<Dimmi qualcosa.>> sussurro piano.
P: <<Ho sentito tua sorella ieri sera, ma non le ho detto che stavi male o almeno non che stavi così male.>> mi dice sorseggiando un caffè.
Io: <<Sì hai fatto bene, meglio non farla preoccupare troppo... Hai sentito Franz?>>
P: <<Sì, ma non voleva parlare, era impegnato.>>
Io: <<Di solito la sera non è impegnato...>> dico facendo spallucce.
P: <<Era in compagnia, forse stava facendo qualcosa per l'università.>> sbuffa leggermente ed io sorrido un po'.
Io: <<Posso chiederti una cosa?>> gli sussurro piano portandomi le ginocchia al petto, lui mi guarda ed annuisce.
Io: <<Che ne pensi se tu e Franz vi deste il cambio? Un mese, così tu hai il tempo di ricaricarti. Sei troppo stanco...>> gli sussurro piano.
P: <<No, non se ne parla. Tuo fratello non saprebbe gestire le tue crisi così violente. Io... Io ce la faccio.>> è incerto. Mangio lentamente, ma riesco a mangiare tutto forse perché non voglio dargli altre preoccupazioni.
P: <<Piero per il viaggio dovresti prendere i tranquillanti...>> mi dice dubbioso.
Io: <<Se Guido...>>
P: <<Sì, è ciò che al momento ti fa meno male.>> mi dice interrompendomi, annuisco leggermente abbassando lo sguardo.
P: <<Te ne darò pochi, una minima dose per il viaggio per non farti stare male.>> continua lui rassicurante ed io annuisco ancora.
Io: <<Appena arriviamo devo chiamare Franz.>> sussurro.
P: <<Perché?>>
Io: <<Dli ho promesso che lo avrei informato.>>
P: <<Se non è impegnato...>>
Io: <<Dai pà, forse stava studiando e non voleva esser disturbato.>> dico quasi ovvio, lui mugugna qualcosa di incomprensibile ed io sorrido al pensiero di mio padre preoccupato per Franz.
Io: <<Hai sentito la mamma?>> chiedo piano e lo vedo tentennare un po'.
P: <<Sì... Diciamo che sa che sei stato male ieri l'altra sera, ma non sa che hai avuto la crisi durante lo svenimento.>> mi dice.
Io: <<Meglio che non lo sappia.>> mi limito a dire, lui annuisce pensieroso.
Io: <<Hai paura mi venga un arresto cardiaco?>> chiedo diretto, lui mi guarda un attimo per poi abbassare lo sguardo.
P: <<Non dovrebbe accadere più. Guido ci ha assicurato che...>>
Io: <<Le crisi erano di entità diversa all'ora. Adesso tu hai paura che possa ricapitare?>> chiedo ancora.
P: <<Sì, ho paura. Potrebbe capitare più facilmente ora che sei molto debole. Comprendimi... Da piccolo ti avevo tra le braccia quando è accaduto ed ora...>> un nodo in gola non gli fa terminare la frase.
Io: <<Lo so... Io non riesco a controllarmi purtroppo, se solo potessi non sarei qui a darti problemi con le mie crisi.>>
P: <<Ieri l'hai evitata, per un pelo, ma ci sei riuscito.>> mi rassicura.
Io: <<Solo perché Ignazio è riuscito a farmi respirare.>> ammetto, lui annuisce e mi guarda fisso.
P: <<Dovremmo parlare...>> è serio il suo tono ed io annuisco, so che dobbiamo parlare, e dobbiamo farlo davvero, perché so che non possiamo continuare così.
P: <<Non ora però.>> la fa breve alzandosi, annuisco e lentamente mi alzo per poi chiudermi in bagno, sono davvero pallido e rapidamente mi disfo del pigiama restando a fissarmi nello specchio: è ancora evidentemente il livido sulla spalla ed anche alcuni sulle braccia si vedono, provo a toccare quella zona e fa ancora abbastanza male, la guancia sta cambiando colore, si sta pian piano schiarendo a differenza del polso che è ancora viola, forse troppo viola.
P: <<Inizio a scendere, porto le valigie giù, dammi il pigiama.>> mi dice da dietro la porta ed io la apro appena dandogli gli indumenti appena tolti e lui resta ad osservarmi quando gli do le spalle.
P: <<Piero senti...>>
Io: <<Non dirmi che sto dimagrendo perché lo so, lo vedo.>>mi affetto a dire indossando il jeans.
P: <<Non è quello il problema...>> mi volto e lo guardo.
Io: <<Quale sarebbe il problema?>> chiedo anche se so la risposta da come mi sta fissando la spalla.
P: <<Non rientrano ancora, e non sai quanto mi dispiace averti causato dolore, ma...>> lo fermo subito, non voglio neanche sentirlo.
Io: <<Non ti voglio sentire. È colpa tua se ho ancora questi lividi, se ogni parte del mio corpo mi fa male.>> dico improvvisamente freddo e lui chiude gli occhi prendendo un respiro profondo.
P: <<Piero, ti prego...>> mi sussurra avvicinandosi, scuoto debolmente la testa sistemandomi i capelli.
P: <<Vieni qui...>> lo guardo, non so perché, ma mi avvicino lentamente lasciando che la sua mano si appoggi sulla mia spalla.
Io: <<Non premere.>> gli dico senza guardarlo negli occhi e lui annuisce.
P: <<Mi dispiace...>>
Io: <<Lo so.>> sussurro piano poggiando il capo sulla sua spalla.
P: <<Non ti ho mai toccato da piccolo ed ora...>> sussurra massaggiando la mia spalla.
Io: <<Ora sembra tu lo faccia troppo spesso... E questa volta non c'era neanche la mamma a fermarti.>> sussurro debolmente.
P: <<Tua madre non deve saperlo Piero...>>
Io: <<Sono il primo che non vuole si sappia in giro, anche se sono solo due lividi.>> dico sentendo le sue dita massaggiarmi la spalla.
P: <<Sì, ma non avrei dovuto Piè...>>
Io: <<E' vero, ma anche ieri papà io... Io ho paura di te.>> ammetto, lui si ferma improvvisamente e mi osserva.
P: <<Non voglio tu abbia paura di me, sai che non ti farei del male.>>
Io: <<No, non è vero, non lo so. Lo sapevo prima di tutto questo, ma ora non lo so.>>
P: <<Devi fidarti di me...>>
Io: <<Non riesco... O almeno non come prima.>> ammetto allontanandomi ed indossando la maglietta e la felpa.
P: <<Piero...>>
Io: <<Sì ti dispiace, lo so... Andiamo adesso.>> dico uscendo rapido dal bagno, non riesco a far finta di nulla soprattutto sapendo che qualcosa di simile è successa anche a mio fratello. Prendo la valigia e lo zaino ed esco dalla stanza avviandomi verso l'ascensore che si trova già al nostro piano, entro dentro ed aspetto che mio padre mi raggiunga, quando lo fa ha gli occhi lucidi ed un'espressione triste in volto. Mi dispiace dovergli dire che non ho più fiducia in lui, non ne vado fiero, è pur sempre mio padre, ma non ce la faccio.
Io: <<Che ne dici se chiamiamo Franz?>> dico per alleggerire il momento, lui annuisce ed io rapidamente lo chiamo, ci mette più del solito a rispondere.
F: <<Ehy Piè...>>
Io: <<Ciao beddo, come stai?>>
F: <<Tutto bene?>> dice senza rispondermi.
Io: <<Sì, tutto okay, tu?>> gli chiedo nuovamente.
F: <<T... Tutto bene...>> sussurra appena quasi lasciandosi andare a quello che credo sia un gemito ed io sgrano gli occhi.
Io: <<Franz... Sei impegnato?>> chiedo quasi ridendo.
F: <<Molto... Ci sentiamo dopo.>> sussurra nuovamente e chiude in fretta la chiamata, io resto a guardare il telefono con un'espressione strana.
P: <<Ha chiuso?>> mi chiede ed io metto il cellulare in tasca.
Io: <<Sì...>>
P: <<Lo hai sentito strano?>>
Io: <<No no, solo stanco.>> mento, non posso certo dirgli che si porta ragazze in casa e chissà cosa combina.
P: <<E allora perché ha chiuso?>>
Io: <<Stava studiando.>> lui annuisce titubante.
P: <<Gli ultimi esami lo stanno stressando più del previsto, e poi anche la tua situazione che lui vive a distanza...>> mi giro verso di lui.
Io: <<Perché devi dirgli quello che mi accade, se sai che è stressato già di suo? Non voglio che debba stare in pensiero anche lui, lo sono già troppe persone. Sono già un peso per troppe persone, non voglio esserlo anche per lui.>> dico duro.
P: <<Non sei un peso per nessuno, okay? E poi...>>
Io: <<E poi cosa?>> lo incito a finire la frase.
P: <<Serve più a me che a lui parlare, mi serve una persona che ti conosca bene e che conosca bene anche me... Guido non basta in ciò.>> non posso far altro che annuire, è giusto sia così ed alla fine sono io che dall'inizio ho buttato mio fratello in questa situazione.
Io: <<Io... Credo che se non mi fossero venute le prime crisi a Bologna a quest'ora Franz non sarebbe così coinvolto.>> sussurro abbassando lo sguardo.
P: <<Lo sarebbe stato comunque, è tuo fratello, ti conosce, sa capire quando qualcosa non va.>> io annuisco appena senza esserne totalmente convinto.Sento delle risate alle spalle e mi volto notando Gianluca e Sonia alle prese con le valigie.
P: <<eE quest'altra...>> sussurra lui ed io lo sento facendomi scappare un sorriso.
Io: <<La coppietta...>> replico io.
P: <<Sai com'è Gianluca... Scherza.>> è ancora convinto che scherzi.
Io: <<Magari scherzasse.>> mi ritrovo a dire, mio padre mi guarda stralunato ed io alzo appena le spalle scuotendo la testa.
Io: <<Andiamo a mettere le nostre nel van che tra poco dobbiamo andare.>> gli dico, lo vedo annuire e passare dinanzi i ragazzi facendo un colpo di tosse per farli dividere ed io inizio a ridere. Sento dei passi dietro di me proprio mentre mio padre mette la valigia a posto.
I: <<E minchia, ditemi che non sono in ritardo.>> dice con una faccia abbastanza addormentata e buffa.
Io: <<Non lo sei.>> mi limito a dire trattenendo una risata, lui emette un sospiro di sollievo.
I: <<ti serve una mano Gaetà?>> chiede con gentilezza sistemando i suoi bagagli.
P: <<No tranquillo, hai fatto hai troppo in queste ultime ore.>> risponde con un tono quasi neutrale ed io non capisco il motivo, penso sia accaduto qualcosa stanotte mentre dormivo. Ignazio mi guarda, ha un modo dolce e protettivo di guardarmi e vorrei non smettere di guardarlo a mia volta.
G: <<Ciao ragazzi.>> dice venendoci incontro.
I: <<Tutta questa felicità la mattina...>> sibila sbuffando, sistema in fretta le valige della psicologa e le proprie.
G: <<Che avete fatto ieri di bello?>> ci chiede ora che Sonia sta parlando con Barbara, non posso dirgli che sono stato male, che ho rischiato di svenire e di avere una crisi. Non posso.
I: <<Abbiamo visto un film, siamo rimasti tutto il tempo in albergo. Tu?>> fortuna che c'è Ignazio a risolvere le situazioni.
G: <<Siamo usciti, l'ho portata per negozi, ed è stato bello.>> dice con aria sognante.
I: <<Hai comprato qualcosa a Martina?>> gli chiede e vedo il sorriso di Gianluca scemare un poco.
G: <<No... Non ci ho pensato.>> ammette.
Io: <<Non c'è fretta, dai.>> lui annuisce.
G: <<Mi piace Sonia al momento... E' complicato.>> sussurra.
I: <<Già...>>
G: <<In che senso?>>
Io: <<Nel senso che quando ti trovi tra due persone è inevitabile dare a qualcuno la priorità.>> ma lo dico guardando Ignazio.
G: <<Appunto, viene prima Sonia.>>
Io: <<E allora goditela finché non viene Martina.>> gli do due pacche sulla spalla e mi allontano avvicinandomi a mio padre.
P: <<In aeroporto mangi qualcosa e prendi i tranquillanti.>>
Io: <<Ho già mangiato.>>
P: <<Non mi interessa. Mangi nuovamente.>> dice serio.
Io: <<Non ho fame.>>
P: <<Te la fai venire.>> mi dice spingendomi quasi in auto, chiudo gli occhi temendo che possa ancora farmi male e trasalisco quando il braccio di Ignazio mi cinge le spalle.
I: <<Calmo, calmo, sono io.>> mi sussurra dolcemente ed io annuisco appena.
Io: <<Non cambierà mai... Non cambierà.>> gli sussurro stringendomi appena a lui.
I: <<Piè...>> chiede allarmato.
Io: <<No, sto bene Gnà.>> lo rassicuro adagiandomi a lui.
I: <<Stai un po' meglio vedo.>>
Io: <<Dici?>>
I: <<Rispetto a ieri sera...>> ed io non capisco.
Io: <<Cos'è successo?>>
I: <<Niente piccolo, non...>>
Io: <<Ignazio dai...>> gli sussurro guardandolo negli occhi e lo vedo sospirare ed abbassare lo sguardo.
I: <<Deliravi Piero, mi hai accusato dicendomi di tornarmene da lei perché tu non eri importante, hai chiesto di tua madre... Non respiravi bene, io e tuo padre non sapevamo che fare, ed il solo pensiero che potesse venirti un arresto cardiaco mi faceva gelare il sangue nelle vene.>> mi sussurra stringendomi più forte.
Io: <<Non so come lo farò il concerto stasera.>> ammetto mentre provo a non stringermi troppo a lui.
I: <<Riuscirai... Stai tranquillo.>> sussurra con dolcezza, vorrei dirgli che mi dispiace per ieri sera, ma non ho il tempo di dirlo che già arriviamo in aeroporto, mi allontano da lui, prendo le mie valigie e vado dentro seguito da mio padre.
P: <<Piero, che succede?>> mi chiede quando mi vede in silenzio con lo sguardo basso.
Io: <<Niente, tranquillo.>> gli sorrido per non fargli percepire tutta la mia preoccupazione. Mi ritrovo al bar e davanti a me c'è un tè caldo ed un cornetto vuoto.
P: <<Mangia, così poi prendi i tranquillanti.>>
Io: <<Non mi va... Ho mangiato un'ora fa.>>
P: <<Non mi interessa Piero... >> il tè lo bevo volentieri mentre guardo Sonia e Gianluca che intrecciano le loro mani sul tavolino: sono teneri, sembra quella giusta per lui, sa metterlo al suo posto, ma c'è qualcosa che non mi torna, so che qualcosa andrà storto, non so né quando né cosa, ma accadrà, e Gianluca ne soffrirà. Mangio svogliatamente il cornetto lasciandone metà e prendo il bicchiere che mio padre mi mette tra le mani quando mi sento insistentemente osservato, così mi giro verso Ignazio e verso mio padre, ma non sono loro.Note:
Eccoci qui, probabilmente starete dormendo...Piero ha evitato una crisi grazie ad Ignazio; Franz assume un comportamento strano; Gaetano e le sue paure; quella di Gian è una cotta per la bella psicologa, o c'è qualcosa di più?
A voi la parola!Buonanotte, ed a presto
S&I
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Un pensiero speciale - Il Volo
Fanfiction"Hey scimunito! Volevo solo dirti che non mi dispiace affatto pensare che sei una testa di minchia, e non me ne frega nulla se ora tutto l'hotel mi sta sentendo. Lei non ti ama, non ti amerà mai, non lo vedi che sta con te solo per i soldi, solo per...