Il grande giorno del concerto è arrivato, non me ne sono neanche reso conto, il mio pensiero era solo rivolto ad Ignazio e lo è tutt'ora che lo vedo provare "Tonight".
Mio padre mi avvolge un braccio attorno alle spalle e senza dire nulla mi pone tra le mani un bicchiere d'acqua credo con po' di zucchero, sta facendo di tutto per evitare anche solo i sintomi di una possibile crisi, prendo il bicchiere e mi volto a guardarlo regalandogli un sorriso.
P: <<Stai meglio, vero?>>
Io: <<Sì, va meglio, tranquillo.>> gli sorrido nuovamente prima di bere quello che sospettavo fosse acqua e zucchero.
Ignazio ha finito di provare e mi viene vicino.
I: <<Allora? Come sono andato?>>
Io: <<Bene, bravo!>> gli scompiglio un po' i capelli, lui si siede al mio fianco appoggiando la testa sulla mia spalla. Mio padre ci guarda, sa che abbiamo dormito insieme, sa anche che ho detto ad Ignazio dello svenimento, ma non può sapere altro, non può sapere che mi ha lasciato un succhiotto dietro l'orecchio coperto ora da chili di correttore.
I: <<Come ti senti?>> mi chiede anche lui ed io sbuffo.
Io: <<Dillo che vi siete messi d'accordo, mi avete fatto la stessa domanda in meno di cinque minuti l'uno dall'altro.>>
I: <<Screanzato, noi ci preoccupiamo!>>
Io: <<Non lo metto in dubbio, ma mi fate venire l'ansia.>> ammetto e lo vedo annuire.
M: <<Piero vai. Tocca a te.>> mi richiama Michele, annuisco arrampicandomi sul palco per non fare tutto il giro. Provo "E lucevan le stelle", ma evito l'acuto finale.
M: <<Bene, ma sai cosa manca...>>
Io: <<Lo faccio stasera.>> mi giustifico.
M: <<Vorrei sentirlo adesso.>>
Io: <<Michele non so se...>>
M: <<Non voglio scuse. Fallo. Ora.>> dice autoritario ed io guardo mio padre che ha uno sguardo di fuoco rivolto a Michele.
Io: <<Okay, datemi le ultime note.>> sussurro.
Giampiero inizia a suonare ed io canto la parte finale faccio l'acuto, ma lo stono, è la prima volta che capita una cosa simile.
M: <<Di nuovo.>>
Stessa parte, stesso attacco, stessa stonatura.
M: <<Ancora.>>
Andiamo avanti così per altri dieci minuti finché non ho più voce e devo poggiarmi all'asta.
M: <<Rifallo e concentrati.>>
Se lo rifaccio adesso il mio respiro cambierebbe troppo.
Io: <<Aspetta...>>
M: <<Ci sono tutti i duetti da provare ancora e voglio quell'acuto come si deve.>>
Io: <<Okay... Solo due minuti Michè.>>
Prendo un respiro, ma l'aria non riempie pienamente i miei polmoni, chiudo gli occhi stringendo l'asta davanti a me e respiro nuovamente.
M: <<Piero forza, non possiamo stare ad aspettare te.>> mi richiama ancora, sento una mano sulla mia spalla.
I: <<Bevi un poco.>> mi dice passandomi la bottiglina che prendo e mi porta alle labbra, bevo qualche sorso e forse cambia qualcosa.
Io: <<Okay, riproviamo.>> faccio un cenno verso Giampiero e riprendiamo dalla parte finale e questa volta, per fortuna, l'acuto viene, ed io chiudo gli occhi un'altra volta.
M: <<Okay, diciamo che può andare...>> annuisce e si gira verso Gianluca.
M: <<Sul palco, forza.>>
Io mi dirigo verso le quinte respirando a fatica.
I: <<Piero minchia...Siediti.>> mi dice agitato facendomi sedere sul primo sgabello che trova, ho gli occhi chiusi e ci sono attimi in cui l'aria si blocca, né esce né entra, delle forti mani mi stringono le spalle, sono le mani di mio padre senza dubbio.
P: <<Butta fuori l'aria... Non forzare.>> e so che farà male il petto, ma lo faccio.
P: <<Fino a quando non ne puoi più.>> mi incita portandomi a restare a polmoni vuoti, sento un gomito sul mio ginocchio e può essere solo di Ignazio, odio il fatto che debba vedere questo spettacolo anche se è solo un esercizio di respirazione.
P: <<Rilassa i muscoli del torace, l'aria entra da sola.>> continua a dire ed è quando l'aria entra che brucia il petto, faccio uscire un giro di dolore dalle labbra, è un dolore insopportabile.
P: <<È normale, continua ancora una volta.>> lo faccio stringendo la mano di Ignazio, facendogli probabilmente anche male. È solo quando mio padre si rende conto che riesco a farcela che mi molla.
P: <<Okay, va bene così, tranquillo.>> io ho solo la forza di annuire e di abbassare lo sguardo.
I: <<Gaetano cosa...>>
P: <<Era un esercizio di respirazione Ignazio, qualcosa che gli hanno insegnato da piccolo.>>
I: <<Okay... Ti può fare sempre?>>
P: <<No, è complicato.>> la fa breve lui, io mi alzo lentamente.
P: <<Aspetta un altro poco... >>
Io: <<No, ho il duetto da provare con Gianluca e subito dopo quello con Ignazio.>>
I: <<Non c'è bisogno di provarlo il nostro.>>
Io: <<Michele lo vorrà e lo faremo.>> la chiudo lì io, vedo Ignazio annuire e mio padre seguirmi con lo sguardo.
I: <<Quando si può fare?>> continua lui riferendosi a quell' esercizio di respirazione.
P: <<Quando ci si rende conto che non riesce più a respirare. È pericoloso Ignazio, provo a farglielo fare il meno possibile, quindi non provare a farglielo fare tu.>> si raccomanda e Ignazio annuisce.
Io: <<Okay, proviamo questi duetti, forza.>> mi rivolgo a Michele che nel frattempo sta parlando con Sonia, salgo sul palco incurante di quella scena.
Gianluca riesce a darmi un po' di sicurezza e mi fa cenno con il capo quando tocca a me prendere la nota, forse ha capito che al momento mi serve sostegno e lui a suo modo me lo sta dando.
S: <<Bella questa canzone.>> dice l' affascinante psicologa applaudendo, sarà anche affascinante, ma ora è la prima persona da evitare, noto Gianluca sorriderle per poi scendere dal palco.
Aspetto Ignazio e nel frattempo mi poggio al piano osservando la scena dinanzi a me: Gianluca seduto accanto a Sonia che le sussurra qualcosa all'orecchio e nel frattempo le accarezza la gamba con la punta delle dita.
I: <<Beh forza, che ho fame!>> mi chiama ed io mi avvicino a lui sorridendo ed iniziamo a provare sotto lo sguardo attento di Michele.
Ignazio a differenza di Gianluca non ha bisogno di farmi cenno per capire quando devo proseguire: mi basta un suo solo sguardo e tutto risulta più semplice.
L'acuto non lo faccio, non posso permettermi di perdere il fiato ancora una volta, la lascio totalmente nelle sue mani ed il teatro si riempie solo della sua potente voce.
M: <<Non mi piace il fatto che tu non stia facendo gli acuti.>> mi rimprovera una volta finita la canzone, ed è quando sto per rispondere che interviene mio padre ormai abbastanza stufo.
P: <<Se non lo vuoi sul palco per almeno tre concerti di fila a partire da stasera fai pure. È stato male e non può permettersi di stare ancora male. Si parla della salute di mio figlio Michele, e su questo non transigo.>> dice duro ed io vorrei solo sprofondare.
M: <<Non posso mettere a repentaglio l'intero tour per i problemi esistenziali di tuo figlio... Senza offesa Piero.>> ed io mi ripeto che posso farcela, che non devo lasciarmi cadere ancora.
Io: <<Lo farò l'acuto... Stasera.>>
I: <<Puoi anche evitare, nessuno sa che quella parte la cantiamo di solito insieme.>> mi da man forte.
M: <<No Ignazio... Tu pensa a far il tuo, lui farà quanto in programma. Fine della questione.>>
Mio padre lo sta guardando accigliato e spero non abbia intenzione di ribattere.
P: <<Michele...>>
M: <<Ho detto fine della questione, Gaetano.>> ribatte lui e vedo mio padre stringere i pugni.
I: <<Possiamo andare?>> domanda a Michele, ma risponde Sonia.
S: <<No, avete un incontro con me.>>
I: <<Non ne abbiamo bisogno, grazie.>>
S: <<Io penso di sì, invece.>>
M: <<Avete cinque minuti, dopodiché vi rivoglio qui tutti: figli e genitori.>> noi annuiamo e ci allontaniamo dal palco.
P: <<Tu stasera quella parte nel duetto non la fai.>> mi dice deciso.
Io: <<Ma...>>
I: <<Non la fai Piero, lasciala a me.>>
P: <<Era molto bella cantata anche solo da Ignazio.>>
Ignazio annuisce.
Io: <<Dopo ci sono altre cinque canzoni... Se lo faccio a pieni polmoni non so se proseguo facilmente.>> mi ritrovo ad ammettere.
P: <<Niente sforzi eccessivi... E questo lo è.>>
Io: <<Okay... La lascio a te.>> dico rivolto ad Ignazio che mi sorride annuendo.
P: <<Piero, ricorda quello che ti ho detto: un'altra crisi e torni a casa, non la reggeresti.>>
Io: <<Non posso lasciare un tour a metà!>>
P: <<Non mi interessa, si parla della tua salute.>> io annuisco allontanandomi da lui, non posso lasciarli nei casini, sarebbe... Disarmante per il gruppo.
I: <<Lo faccio io Piè... Ehy.>> mi pone una mano sulla spalla lui.
Io: <<Non ho alternative...>>
I: <<Tu non ti muovi di qui, capito? A casa non ci torni...>> gli sorrido debolmente, lui passa le dita sulla mia guancia, mi infonde un po' di tranquillità.
Io: <<Dobbiamo andare a questo incontro con la psicologa.>>
I: <<Sì, tranquillo. -annuisco- Na sai cos'è successo tra lei e Gianluca?>>
Io: <<No, ma sono molto affiatati...>>
I: <<Sono molto intimi... Un po' come me e te stanotte.>> sorride ed io abbasso lo sguardo imbarazzato.
Io: <<Shh, che ci sentono!>> lo spingo via quando si avvicina troppo e ride.
Io: <<Andiamo va, e tu stai calmo, che con questa scatti come una molla. Chiaro?>> lui annuisce e mi segue.
I: <<Tanto stanotte ti ribacio.>> mi sussurra piano ad un orecchio quando ci fermiamo ed io gli tiro una gomitata.
Io: <<Non sederti vicino...>> sibilo prendendo posto accanto a mio padre, Ignazio è di fronte a me, proprio accanto a Michele.
S: <<Bene ragazzi! Emozionati per stasera?>> inizia lei.
I: <<Normale... Come sempre.>> fa spallucce.
S: <<Spiegatemi cosa intendete per normalità.>>
G: <<Batticuore, ansia, adrenalina... Le solite cose.>> dice lui sorridendole.
S: <<E come fate a sbollire l'ansia?>>
I: <<Non lo facciamo, ci serve per rimanere carichi e concentrati, poi facciamo degli esercizi per la voce, ma niente di più.>> fa spallucce e lei annuisce annotando qualcosa.
S: <<Il fuso orario è un problema per voi?>>
I: <<Non più.>> la chiude lì.
S: <<Capisco... E le abitudini alimentari?>>
I: <<Neanche.>>
M: <<Ragazzi... Un po' più di dialogo su.>> richiama sicuramente Ignazio.
S: <<Le fidanzate?>> e qui è Gianluca a ridere.
G: <<Attende in Italia... Non voglio catene.>> le dice.
S: <<Ah... Bene.>> e questa occhiata tra lei e Gianluca è abbastanza discutibile: è un'occhiata di quelle che usa abitualmente per fare il figo e credo Sonia lo abbia ben capito.
I: <<E il tuo?>> gli chiede.
S: <<Sta anche lui in Italia...>> tentenna e questa cosa non mi piace.
S: <<Piero e tu? Niente problemi d'alimentazione, di fuso orario, con la fidanzata?>> io la guardo, osservo come mantiene la penna.
Io: <<Va tutto alla grande, grazie. Sei agitata e nervosa, rilassa le dita sulla penna.>> dico continuando a sfidarla con lo sguardo.
M: <<Datele il tempo di abituarsi al vostro modo di lavorare, Sonia vi sta abbondantemente venendo in contro>> certo... Lo pensa solo lui e forse anche Gianluca dato che annuisce.
S: <<Grazie... -dice rivolta a Michele- Ieri so che siete usciti, accade ogni sera?>>
I: <<Quando ci va...>>
S: <<Perché Gianluca non era con voi due, Piero? >> bella domanda!
G: <<Mi ero già organizzato con mio padre, capita spesso che la prima sera io e lui andiamo girando.>>
S: <<Belle parole, ma le voglio sentire da Piero.>> dice lei ed io inizio ad infastidirmi.
Io: <<Come ha detto Gian lui si era già organizzato con Ercole. La prima sera almeno, se usciamo, lo facciamo sempre separati.>> lei annuisce.
S: <<Certo...>> non è convinta, non lo è per niente.
S: <<Dove vi piace andare quando uscite?>>
I: <<A ballare...>>
Io: <<Magari dopo aver mangiato del sushi.>>
I: <<E poi una bella passeggiata... Se c'è un parco è meglio.>> e questo è indirettamente un riferimento alla nostra serata di ieri.
G: <<Sì... Dove fanno un bell' hot dog.>> ride lui.
S: <<Non ti facevo tipo da pista da ballo.>> dice rivolta a Gianluca.
G: <<Non lo sono infatti, ma delle sere non è male come alternativa.>>
S: <<Interessante...>>
I miei occhi incontrano quelli di Ignazio ed abbasso subito lo sguardo ripensando a quanto accaduto la sera precedente al parco, ed involontariamente porto due dita ad accarezzare le labbra, rimango a fissare il vuoto con le labbra dischiuse e le dita sul mio labbro inferiore.
P: <<Piè...>>
Io: <<Eh? Che?>> mi sveglio improvvisamente,
S: <<Ho detto se sei legato ai tuoi fratelli.>>
Io: <<A me?>>
S: <<A chi altrimenti...>>
Io: <<Sì, molto. Ovvio non li vedo così tanto come vorrei, ma siamo una famiglia unita, credo sia un valore importante.>>
S: <<Fortunata la tua ragazza allora, non sono molti i giovani a pensarlo.>>
G: <<Non è fidanzato.>> interviene.
Lei mi guarda sollevando un sopracciglio.
S: <<Ah no? E perché mai?>>
I: <<Non ha trovato quella giusta.>> interviene lui.
S: <<E perché?>>
Io: <<Perché non c'è la persona che mi sopporterebbe quando io sono oltreoceano.>>
I: <<Ci sono io però.>>
Io rido a quella frase, si sta cacciando in qualcosa che può sfuggirgli di mano.
S: <<In che senso scusa?>>
I: <<Io lo sopporto... E sopportarlo è un'impresa, è un rompi palle Piero, sempre autoritario.>> ride.
Io: <<Vabbè, tu lo dici sempre, sei fissato.>>
I: <<Ma è vero! Anche quando raccogli le caramelle da terra sei autoritario... È impressionante.>>
Io: <<Mentine che tu hai fatto cadere.>> ribatto.
I: <<Tu le portavi in giro per la camera scusa...>>
Io: <<Ero assonnato stamattina.>>
S: <<No, okay freniamo... Stamattina in camera?>>
Io ed Ignazio ci guardiamo complici.
I: <<Si, capita a volte che dopo che usciamo dormiamo nella camera di uno dei due per non svegliare il genitore dell'altro, ed è accaduto anche ieri sera.>>
Sonia annuisce, ma ha un cipiglio in volto.
S: <<Io non capisco...>> sussurra.
I: <<Non fa niente, è una routine la nostra.>>
G: <<È una cosa che facevano sempre da bambini... In realtà erano quasi costretti a dormire insieme.>>
S: <<Spiegati...>>
G: <<All'inizio non eravamo i ragazzi conosciuti ovunque, non avevamo il conto in banca attuale, si risparmiava sulle camere e sugli hotel. -racconta- I nostri genitori avevano qualche debito soprattutto i loro e...>>
I: <<Dai Gianlù... Può bastare.>>
G: <<Che c'è di male? Sono cose che capitano.>>
I: <<Si, ma possiamo anche tralasciare.>>
S: <<Io penso sia una cosa importante, vai avanti.>> dice a Gianluca, ma viene fermato da Ignazio che da un pugno sul tavolo.
I: <<No che non è importante. Non ti deve interessare. È la mia vita, la nostra vita, non la tua. Porta rispetto per quanto abbiamo passato.>> le dice duro alzando i toni.
S: <<Non ti sto giudicando Ignazio, vorrei solo capire, abbiamo un bel po' di giorni da passare insieme.>>
I: <<Tu non sei nessuno per intrometterti nelle nostre vite, non ti deve interessare del nostro passato, non è stato facile , okay?>>
S: <<Perché dici questo?>>
I: <<Non ti deve interessare e basta...>> si alza nervoso ed evidentemente scosso ed io non posso non seguirlo, gli corro dietro e lo fermo per un polso.
Io: <<Ehy, ehy, calmati fermati.>> gli dico io fermandolo con forza.
I: <<Deve farsi i fatti suoi Piero, non deve indagare il nostro passato. Ha fatto già troppo male, e tu lo sai tanto quanto me.>> è ancora scosso e non riesco a calmarlo.
Io: <<Vieni con me.>> lo trascino nel mio camerino chiudo la porta a chiave per poi spingerlo sul divano.
I: <<Non si deve premettere... Mai più>> vedo che si copre un po' il volto per nascondere delle lacrime.
Io: <<Calmo...>> e sono ormai affianco a lui, in realtà più su di lui che affianco, gli accarezzo lentamente la spalla, lasciando che si riprenda almeno un minimo.
I: <<Non si deve azzardare.>> continua.
Io: <<Tranquillo, non lo farà, non più. Ora calmati, forza.>> gli sussurro lasciandogli più volte dei baci sulla guancia.
I: <<Ma anche quell'altro che si mette a raccontare i fatti nostri a questa.>> sbotta lui alzandosi di colpo e facendomi precipitare sul divano.
Io: <<Ignazio...>>
I: <<Ora mi sente.>> sta per aprire la porta ma di scatto mi alzo e lo blocco tirando la sua felpa.
Io: <<Che risolvi così? Lo sai com'è Gianluca, lo sai che poi mette su il broncio e per cosa? Per una stupida psicologa? Non ne vale la pena, Gnà veramente è meglio ignorarla ed esporci il meno possibile.>> lo sento sospirare, appoggiare entrambi le mani al muro e piegare la testa, sa che ho ragione. Mi pongo dietro di lui, attacco il mio petto alla sua schiena e con le braccia gli circondo il busto stringendolo a me.
Io: <<Non ne vale la pena, non per lei.>> gli sussurro all'orecchio e lo sento sospirare.
I: <<Non lasciarmi...>>
Io: <<Mai.>> porto una mano ad accarezzargli il braccio fino ad intrecciare le mie dita con le sue e stringerle forte.
Sento bussare a quella porta e tentare di aprire. Mugugno qualcosa sulla schiena di Ignazio per poi sciogliere l' intreccio delle nostre dita e aprire.
P: <<Piero, va tutto bene?>> annuisco, Ignazio si avvicina a mio padre che lo guarda e gli da due pacche sulla spalla.
P: <<Tornate di là.>>
I: <<Non ci torno di là, non ne ho voglia.>>
P: <<Ignazio forza. La questione è stata risolta, tranquillo, tua madre ed io abbiamo spiegato a grandi linee la situazione senza fare riferimenti ai nostri problemi passati.>>
I: <<Gaetano io...>>
P: <<Più fai così più rischi che lei ti faccia domande. Ha scritto tanto, troppo quando vi siete alzati. Ora per piacere, tornate di là.>>
Noi annuiamo e lui ci lascia soli chiudendo la porta, faccio voltare Ignazio verso di me e lo guardo negli occhi.
Io: <<Ci sono io con te, tranquillo.>> e sfioro le labbra sue con le mie.
È solo un breve contatto, un calore appena percepito ma lo vedo sorridere debolmente e io invece da scemo quale sono resto incantato a fissarlo.
I: <<Andiamo...>> dice aprendo la porta e guardandomi, gli cammino letteralmente incollato e lui lo sa.
I: <<Vai avanti tu di qualche passo... Evitiamo che faccia ulteriormente domande.>>
Senza dargli risposta faccio come mi ha detto e riprendo posto, poco dopo ci raggiunge anche Ignazio che ha uno sguardo di ghiaccio quando incontra quello di Sonia.
M: <<Ti sei calmato?>>
I: <<Sì, grazie.>> fa un sorriso tirato.
M: <<Bene, proseguiamo.>> dice rivolto verso Sonia che annuisce, ma cala un silenzio strano mentre lei ci fissa attentamente, uno ad uno.
S: <<Io non ne capisco molto di musica, ma ho notato che Michele ti ha richiamato, Piero, posso sapere il motivo?>>
Io guardo Ignazio di fronte a me e provo a ricavare un minimo di sostegno da quegli occhi
Io: <<Ho stonato un acuto, ma nulla di importante.>>
S: <<L'altro però non lo hai fatto, perché?>>
I: <<Non ne capisci di musica hai detto, quindi che ti importa? Non ha senso.>>
C: <<Ignazio, basta. Porta un po' di rispetto.>> lo riprende la madre, ma lui la incenerisce con lo sguardo.
Io: <<Non ho preso l'attacco, ma ripeto, niente di importante.>>
S: <<Uno lo stoni e uno non prendi l'attacco, ma reputi ciò una cosa non importante... Questo vuol dire che sul palco pensi ad altro, sei distratto.>>
Io: <<Per l'amore del cielo, no! Capita durante le prove che non riusciamo a prendere per bene gli attacchi o a stonare...>> lei mi interrompe.
S: <<Sì, ma non dovrebbe.>>
Io: <<Se fossimo già impeccabili non le faremmo le prove, esistono per migliorare anche perché l'acustica cambia in base al luogo e serve sempre provarla.>>
S: <<Pretendi sempre di avere ragione... Altro dato che avevo già capito.>> dice.
I: <<Sai che hai rotto con questi dati? >> ammette, la vedo prendere un respiro profondo e non rispondere, lancio un'occhiata ad Ignazio.
Io: <<Smettila.>> gli sussurro piano.
S: <<Non puoi avere sempre ragione, sempre tutto sotto controllo, sempre tutto in tuo potere.>>
Io: <<Non voglio avere sempre ragione, ma è la verità, ogni luogo ha un'acustica diversa. Questo teatro sarà diverso da quello di domani, come è diverso dai palazzetti in Italia e dall'Arena. Dobbiamo capire quanto possiamo salire con le note.>>
Lei annuisce e scrive.
S: <<Avete dei caratteri molto diversi, Gianluca rischia di restare nell'ombra per voi.>>
I: <<Ma che minchia dici?>>
C: <<Ignazio!>> lo richiama sua madre.
I: <<Gianluca ha un posto importante nel gruppo, ha una voce totalmente diversa da quella mia e di Piero, e poi diamine guardalo è un bel ragazzo anche se basso.>>
G: <<Grazie eh...>> ride lui.
S: <<Basta. -alza il tono- Per me basta così, non volete confrontarvi.>> si alza e lo stesso fa Ignazio.
I: <<Bene, io ora andrei eh.>>
M: <<Tu non ti muovi di qui.>>
S: <<Finché non troveremo un punto d'incontro io non so come potervi aiutare. Voi due siete troppo legati, vi dovete staccare un poco. Tu Ignazio, sei troppo irruento, questo perché hai poca considerazione di te stesso. Piero, giustifichi il tuo essere autoritario con il tuo essere più grande dei tre, ma non è così, forse sei il più bambino. E tu Gianluca, stai troppo nell'ombra e non ti va bene più la parte del bello impossibile. Questi siete voi tre.>>
Io: <<Grazie del quadro clinico.>> rido.
S: <<Non c'è nulla da ridere, sei poco maturo Piero, ed è anche per questo che non riesci a instaurare una relazione sentimentale.>>
Io: <<Ma che ne sai tu? Ho i miei motivi, i miei sentimenti che tu non puoi sapere e che io non verrò di certo a dirti. Pensi io sia un bambino, perfetto, continua a pensarlo.>>
I: <<Lui è forse il più maturo invece... Sta mettendo sempre davanti il bene del gruppo, è responsabile e lo è sempre stato. Si è preoccupato sempre per tutti e continua a farlo.>> mi difende con tono quasi scocciato da quella situazione.
S: <<E tu lo difendi, continui a farlo nonostante tu sia una delle cause del suo stare male.>> alza il tono lei, e a questo punto io scatto.
Io: <<Zitta, devi stare zitta. Non sai perché e quando sto male. Non sai le motivazioni e le cause. Non sai niente di me.>> alzo anch'io la voce trovandomi in poco tempo lo sguardo di tutti addosso.
S: <<Vorresti negare che lui sia uno dei fattori scatenanti?>> mi sfida lei, ed io devo solo mentire.
Io: <<Sì, sì, lo voglio negare, perché non è la verità.>>
S: <<Tu neanche ti accorgi che Ignazio riesce a mandarti in crisi e poi a farti star bene... Hai problemi di personalità ed anche piuttosto seri.>>
P: <<rOa basta signorina, eh! Non le consento di far di mio figlio un caso clinico.>> cerca di star calmo mio padre.
S: <<Sto solo esponendo le problematiche.>>
P: <<Lei non sa neanche quali problemi ci sono, si basa su suoi pensieri per di più poco coerenti con la realtà. Parla senza cognizione di causa.>>
S: <<Io non le permetto di parlarmi in questo modo, signor Barone.>> urla lei.
P: <<Io non le permetto di alzare i toni con me. Potrei essere suo padre. Porti rispetto.>> la fa zittire lui, come fa zittire tutti i presenti.
M: <<Meglio chiuderla qui... Il tempo sta volando ed i ragazzi devono pensare al concerto, ma ne riparliamo in questi giorni.>>
I: <<Ah finalmente.>> si stiracchia un po' ed io trattengo un sorriso.
S: <<A stasera.>> dice fredda.
Io: <<Sì... A dopo.>> dico rivolto a tutti affrettandomi con mio padre fuori da quel luogo.
Sono un pezzo d'acqua, mi ha fatto innervosire Sonia.
P: <<Rassettati un po', se esci così prendi un malanno.>> mi dice passandomi un fazzoletto.
I: <<Eccomi...>> giunge correndo mentre mi sto asciugando alla meno peggio il volto, vedo mio padre osservarmi attentamente quando ad un certo punto sia lui che Ignazio sbarrano gli occhi.
P: <<Che minchia è questa cosa?>> urla lui ed io non capisco di cosa stia parlando, poi osservo il fazzoletto e vedo che è rosa. Merda. Si è sciolto il correttore.
Io: <<Ma niente, pà.>>
P: <<Niente? Hai un fazzoletto sporco di correttore. Voglio capire perché, ora.>> continua lui imperterrito, ed io non so che dirgli.
I: <<Gaetano è che stanotte si è grattato... E c'erano dei segni...>>
P: <<Pensi sia stupido? E tu Ignazio non inventare balle. Ti ho detto Piero chiaramente che non devi far lo scemo con le ragazze per un po'.>> si innervosisce lui.
Io: <<Neanche mi sono avvicinato a delle ragazze... Non è come credi.>>
P: <<Non è come credo e com'è allora? Questo -dice indicando il segno- te lo ha fatto qualche fantasma fammi capire?!>> deglutisco a vuoto e guardo Ignazio con la coda dell'occhio.
I: <<Sono stato io. Era uno scherzo, non pensavo gli rimanesse il segno.>> dice una mezza verità ed io lo guardo sperando che non dica altro.
P: <<Che razza di scherzo è?! Dico vi siete ammattiti entrambi?>> abbasso lo sguardo e mi asciugo un altro po' il viso rendendomi conto che sto sudando ancora.
I: <<Dai Gaetano, li sai i nostri scherzi...>>
P: <<E se li avesse visto la dottoressa? Ah? Che gli dicevi "sono stato io"? Deve pensare pure che state insieme?>> sussurra a bassa voce.
Io: <<E noi dobbiamo pensare che se la farebbe con Gianluca...>>
P: <<Piero!>>
I: <<A Gianluca non dispiacerebbe.>> ridacchia.
P: <<Ragazzi non sto scherzando... Evitiamo di darle materiale per stravolgere la realtà.>>
I: <<Solo perché abbiamo dormito insieme sta a far un dramma quella... Vai a vedere cosa pensa.>> e fa un sorrisino difficile sa interpretare.
P: <<Ragazzi per piacere.>> ci richiama e noi annuiamo.
P: <<Tu vatti a cambiare che sei tutto sudato. Ignazio lo accompagneresti tu?>>
I: <<Sì, certo.>>
Non dico nulla, mi dirigo solo verso il bagno seguito da Ignazio.
Io: <<Faccio in fretta.>> dico avvicinandomi al lavandino credendo che mi aspetti fuori, invece si è appoggiato alla porta che ha chiuso e mi sta guardando, lo vedo attraverso lo specchio di questo bagno molto curato e spazioso. Indugio nel lavarmi le mani e spero non mi guardi quando toglierò la felpa e la maglietta, tolgo la maglietta a mezze maniche sento il suo sguardo sulla schiena nuda, ed è il suo sguardo che mi porta ad abbassare lo sguardo.
I: <<Guardami.>> mi sussurra, ed io come un'automa mi ritrovo ad alzare lo sguardo verso di lui.
I: <<Ne usciremo da questa cosa, te lo prometto.>> mi sussurra, ma io non ci credo perché so che non è facile.
Mi lavo rapidamente e mi asciugo senza guardarlo, stanotte era buio, ora vede tutto alla perfezione e mi mette a disagio il suo sguardo. Non sono tanto magro, è più che altro buona parte del tono muscolare a essere venuto meno.
Me lo ritrovo improvvisamente alle spalle, con le mani sui miei fianchi e mi irrigidisco a quel contatto.
I: <<Che c'è? Sei teso.>>
Io: <<Non voglio tu mi veda così, non sono un bello spettacolo.>> ammetto.
I: <<Io ti guarderei sempre.>> mi sussurra lasciandomi un bacio sulla spalla, lo sento il suo fiato sulla mia nuca, le sue labbra a un millimetro dalla mia pelle.
I: <<Non era uno scherzo quel segno.>> sussurra sfiorando nuovamente la zona dietro l'orecchio con le labbra.
Io: <<Lo so.>> ribatto mentre le sue mani salgono lungo il mio addome.
I: <<Non avrai più scampo da me.>> dice ora sul mio collo lasciandoci una scia di baci che mi fanno ripetutamente sussultare.
Io: <<Non ho intenzione di fare a meno di te.>> sussurro piano.
Lui stringe le sue braccia attorno il mio addome spingendomi contro di lui, piego un po' di più il collo lasciandogli più spazio, trasalisco quando lui inizia a passare anche la lingua sul mio collo.
Io: <<Gnà...>> ma non mi fa finire la frase che mi toglie il respiro con una maggiore stretta.
I: <<Grazie per prima.>> sibila per poi aspirare la pelle tra il collo e la spalla, e vorrei dirgli "Figurati", ma non ne ho il tempo perché la porta si apre e mio padre si trova questo spettacolo davanti: io resto pietrificato, come del resto anche mio padre, Ignazio si allontana di poco da me.
P: <<Stiamo aspettando voi per andare a mangiare...>> sussurra alternando lo sguardo da me a Ignazio che annuisce.
Io: <<Papà...>>
P: <<Poi ne riparliamo.>>
I: <<Non è come sembra, Gaetano davvero...>>
Io mi affretto a prendere una maglia pulita dallo zaino, la indosso e rimetto la felpa.
P: <<Ignazio non regge che state scherzando, okay? Te lo dico proprio sinceramente.>>
Lo vedo annuire e mio padre sgranare ancora di più gli occhi.
P: <<Vai da tua madre.>>
I: <<Ma io...>>
P: <<Ho detto vai.>> dice duro ed Ignazio mi lancia un ultimo sguardo attraverso lo specchio ed esce lasciandomi solo con mio padre.
P: <<Guardami...>>
Mi volto appoggiandomi al lavandino e guardandolo.
Io: <<Dai pà, sai com'è Ignazio.>> cerco di evitare il discorso.
P: <<Tu ora mi spieghi che minchia sta succedendo tra voi, non ti è chiaro che l'ho visto cosa stavate facendo fino a pochi attimi fa! Ti sembra normale?>> alza appena il tono, io non so che rispondergli, non ci vedo niente di sbagliato nei suoi abbracci e nelle sue carezze, tanto meno nei suoi baci.
Io: <<Ma niente, non succede niente.>> gli dico abbassando lo sguardo.
P: <<Piero, io i miei amici non li bacio e abbraccio come avete fatto voi due poco fa. E se fosse entrato qualcun altro? Se fosse entrata Sonia?>> alza la voce ed io abbasso ancor di più lo sguardo.
Io: <<Ignazio le avrebbe risposto... Sinceramente ci è rimasto male prima, ha anche pianto, aveva bisogno di un po' di affetto. Tutto qui...>>
P: <<Piero io lo so che siete molto amici, che molte cose le fate ridendo e scherzando però una persona che non vi conosce capisci che fraintende. E non è il caso... Non bastano tutti i problemi che abbiamo, ci manca anche la voce che sei gay.>>
Io: <<Ma non lo sono!>> rido io.
P: <<Lo so io, lo sai tu, ma lei non lo sa. Non darle modi di mettere in giro altre voci.>> mi dice lui serio ed io annuisco.
P: <<E se vogliamo dirla tutta, lui stava consolando te, non il contrario.>> e continua ad osservarmi.
Io: <<Ignazio è protettivo... Poi comunque mi ha visto un po' dimagrito e niente...>>
P: <<Niente... A quella andiamo a dire "E niente"?>>
Io: <<Che c'è di male? Era solo un abbraccio...>>
P: <<Non era solo un abbraccio e ringrazia che non mangia con noi, quel segno dietro l'orecchio si vede abbastanza.>> mi ricorda e sicuramente lo noterà Gianluca.
Io: <<Meglio così, non mi va il mangiare di traverso. -afferro lo zaino uscendo dal bagno- Ma è proprio scema, ci ho spudoratamente provato con lei in aereo, non vedo come possa pensar altro.>> ridacchio.
P: <<È fidanzata.>>
Io: <<Ma alle avance di Gianluca ci sta. Dai pá, ma di che parliamo?>> sbuffo io camminando.
P: <<Non è vero.>>
Io: <<Ah no? E allora perché ha preso così a cuore la causa di Gianluca, difendendo sempre lui è dando sempre addosso a noi?>> mi fermo a guardarlo.
P: <<Lasciala perdere, non ci deve importare quello che dice.>> mi dice lui mentre raggiungiamo il ristorante accanto al teatro.
C: <<Bene, possiamo ordinare allora.>> afferma Caterina notando il nostro arrivo.
Io: <<Non aspettiamo Gianluca?>> dico guardando Ercole.
E: <<No... Ci raggiunge dopo.>>
Annuisco senza chiedere il motivo.
P: <<Gianluca?>> chiede ad Ercole sedendosi accanto.
I: <<Ah, non lo sapete... A cena con la psicologa.>> esclama, lo guardo sconvolto.
I: <<Già... La piccola, povera psicologa a cena col piccolo ed isolato del gruppo.>> fa una smorfia ed Ercole lo guarda male.
C: <<Smettila Ignazio, adesso smettila.>>
I: <<Cosa smettila mà... Ora va a dire tutti i fatti nostri a quella.>>
E: <<E' una cena senza scopi lavorativi.>> specifica.
Io: <<Hai capito la psicologa...>> mio padre mi lancia un'occhiataccia.
I: <<Quella farà in modo di saperlo Ercole, e mi dispiace dirlo, ma Gian quando vede una bella donna parla troppo.>> vedo Ercole osservarlo con uno sguardo di fuoco.
Io: <<Non parla se gli si da modo di non parlare...>> dico mangiando un grissino.
I: <<No Piè... Vedi che per ora lo fa parlare, le prenderà informazioni senza farsi notare.>>
E: <<Al massimo parlerà solo di lui... Su ragazzi.>>
Io ed Ignazio lo guardiamo, ed io spero vivamente che Gian non dica niente.
P: <<Ora non siate cattivi, forza. E smettetela di trattarla male durante le riunioni.>>
I: <<Non si può non risponderle male, lei istiga.>>
Io: <<E' veramente odiosa...>>sibilo.
I nostri genitori si perdono in loro discorsi mentre mangiamo.
Io ed Ignazio non smettiamo di guardarci anche se noto che sta mandando sms sotto il tavolo.
Ci alziamo poco dopo e ci avviamo verso il teatro quando vediamo da lontano Gianluca e Sonia molto vicini ed anche molto intime.
I: <<Che ti avevo detto?>> mi sussurra avvicinandosi troppo a me ed io mi allontano do conseguenza.
I: <<Oh...>> mi richiama mettendo in tasca il telefono.
Io: <<Ignazio dai...>> mi allontano ancora un po' io, mi avvicino a mio padre ed entriamo nel teatro. Tra mezzora devo essere su quel palco e penso di farcela anche se dopo so che sarò stremato.
Mi dirigo in camerino con mio padre ed inizio a cambiarmi, non ascoltando la voce di mio padre che mi dice troppe cose velocemente.
P: <<Oh, ma mi ascolti?>>
Io: <<Scusa... Ero distratto.>>
P: <<L'ho notato... L'acuto nel duetto non lo fai. Me la vedo io con Michele.>>
Io: <<Devo capire come arrivo a quella canzone...>>
P: <<Non mi importa come arrivi, non lo fai e basta.>>
Io: <<Non posso compromettere il concerto.>>
P: <<Preferisci non fare un acuto o non fare quattro o cinque canzoni?>> ed io sospiro.
Io: <<Va bene, okay.>> sussurro.
P: <<Bevi... Tutto>> mi dice passandomi un bicchiere di acqua e zucchero, lo bevo rapidamente.
P: <<Hai mangiato di più oggi, anche se a sforzo ma va bene>> nota lui portandomi ad annuire.
Mi siedo davanti allo specchio iniziando a passare ovunque il correttore e la cipria.
P: <<Abbiamo gente per truccarvi...>>
Io: <<Faccio da solo... E' meglio.>>
P: <<Che ti succede?>> domanda vedendomi mentre poso tutto sul tavolino davanti a me.
Io: <<Non lo so, mi sento strano, ma non uno strano da crisi.>>
P: <<Non capisco.>>
Io: <<Non lo so papà, non lo so...>>
P: <<Ansia pre concerto, è normale...>>
No... È che vorrei abbracciare Ignazio prima di salire su quel palco, è che vorrei mi dicesse che andrà tutto bene, ma lui ora è sicuramente a parlare con un'altra persona al telefono ed anche io devo provare a far ugualmente.
Io: <<Ora chiamo una persona...>>
P: <<Non abbiamo molto tempo.>>
Io: <<Lo so... Solo un saluto.>>Note:
Eccoci qui, in tarda sera ad aggiornare, siamo pessime scusateci.Chi chiamerà Piero?
Gaetano come reagirà in futuro a tutto quello che sta accadendo?
Ed il concerto come andrà?
Ma soprattutto, il rapporto con Ignazio come si evolverà?
Scusateci anche per gli eventuali errori di forma che potreste trovare.A voi la parola, buonanotte
S&I
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Un pensiero speciale - Il Volo
Fanfic"Hey scimunito! Volevo solo dirti che non mi dispiace affatto pensare che sei una testa di minchia, e non me ne frega nulla se ora tutto l'hotel mi sta sentendo. Lei non ti ama, non ti amerà mai, non lo vedi che sta con te solo per i soldi, solo per...