Mi appoggio delicatamente alla porta di casa mentre i miei hanno ancora la musica in auto a tutto volume, giro la chiave nella toppa della porta e con un cenno del capo gli saluto entrando in casa.
Inciampo quasi nel tappeto e mi trattengo dallo scoppiar a ridere.
Mi gira un bel po' la testa, forse ho esagerato stasera con i drink, ma alla fine me la meritavo una serata spensierata.
Sto per arrivare silenziosamente in camera se non fosse che una voce mi fa trasalire.
P: <<Ti sembra questa l'ora di ritornare?>> mi domanda duro.
Io: <<Sono a casa, posso fare quel che voglio...>> biascicò le parole.
P: <<Non quando sei sotto il mio tetto.>>
Io: <<Ma è presto...>>
P: <<Le due e mezza passate per te è presto... Non ti è chiaro che qui non ti è concesso fare tutto ciò che vuoi?!>>
Io: <<Mii, quante paranoie, visto che è tardi vai a dormire.>> serro le labbra trattenendo l'ennesimo sorriso ebete.
P: <<Non farmi alzar la voce a quest'ora, abbiamo delle questioni da risolvere.>>
Io: <<Risolvitele da solo, io non ho niente da risolvere. Risolvo già troppe cose.>> dico quasi con rabbia.
P: <<Farò finta di non averti sentito.>> mi dice con la sua voce dura.
Io scoppio in una risata resa isterica causata dai drink.
Lui mi afferra il polso.
P: <<Ti fa ridere quello che è successo oggi? >> vuole solo intimorirmi, ma non ci riuscirà.
Io: <<Forse...>>
P: <<Sei impazzito o cosa, Piero?>> mi rimprovera.
Io: <<Sei ridicolo, sai?>> e quasi mi pento di averlo detto soprattutto trattenendomi dal ridergli in faccia.
Lui si avvicina a me, fin troppo vicino al mio volto.
P: <<Sei solo un irresponsabile, ma dove credi di stare?>>
Io: <<Ancora questo fatto... A casa, no?>>
P: <<Hai bevuto, Piè?>> chiede secco, fulminandomi con lo sguardo.
Io: <<Un solo drink... Era buono!>> biascico queste parole, non ho voglia di parlare con lui, voglio solo andare a dormire, ma lui non me lo permette.
P: <<Certo che non ti fai mancare nulla! Posso chiudere un occhio sul via vai di ragazze all'estero o sulle scemitudini che fate tu e Ignazio, ma non su ciò, soprattutto davanti a tutto il paese... Dimmi cosa devo fare con te, perché io a questo punto non lo so più.>>
E io non gli rispondo, non ho nulla da dire né la capacità di ragionare soprattutto se continua a fare quel nome.
P: <<Ma mi senti quando parlo?>> dice freddo, ma lasciando la presa su di me.
Io: <<Lasciami solo in pace, eh!>> e entro in camera chiudendogli la porta in faccia. Lui me lo permette anche perché gli è chiaro che stasera è impossibile ragionare con me.Mi cambio, mi metto a letto, ripenso al mio mini show al locale e spero vivamente che nessuno mi abbia ripreso, ma sono un povero illuso. Il cellulare a breve scoppia dalle notifiche che mi stanno arrivando a causa dei tag tra foto e video. Ne vedo alcuni e mi rendo conto che quel video è stato fatto, e che io ho sbagliato il testo, una vocale e cambia tutto.
Franz dorme, russa anche un po' e io non riesco a staccar gli occhi da quel video, rido sommessamente e non so cosa mi scatta nel cervello quando mi alzo ed esco fuori al balcone, trovo in rubrica facilmente il suo nome e faccio partire la chiamata.
Squilla insistentemente, probabilmente è impegnato, ma io ho bisogno di sentirlo. La chiamata viene staccata, ed io riprovo nuovamente.
E lui risponde anche abbastanza preoccupato.
I: <<Oh, che minchia è successo?>>
Io: <<Niente... Mi mancavi e volevo sentirti.>> dico non riuscendo più a controllare le parole e i pensieri.
I: <<Sei impazzito o cosa? È notte, la gente dorme.>> è nervoso, ma non mi importa.
Io: <<Dai Ignà, su con la vita che la notte è giovane.>> scoppio a ridere mentre sento la voce di Alessandra in sottofondo.
A: <<Chiudi Ignazio.>> dice secca.
Io: <<Sei con lei?>> cambio improvvisamente tono.
I: <<Sì, ma non ti riguarda.>>
Io: <<State a Bologna? A Marsala? A Caserta? A Milano? Dove stai?>> chiedo a raffica.
A: <<Ignazio, chiudi immediatamente quel telefono.>>
I: <<A Bologna Piè... Ma vai a dormire.>>
Io: <<Già, ormai è di casa, sei troppo figo per lei.>> ammetto senza riflettere. Ignazio ride appena, forse si controlla un po'.
A: <<Basta Ignà, è tard...>>
I: <<Mii, stai zitta!>> sbotta lui facendomi ridere.
I: <<Quanto diavolo hai bevuto? >> mi chiede quasi divertito.
Io: <<Un drink, forse due... Ma era buono. Quando verrai ti ci devo portare... Però devi venire solo, senza di lei.>>
Lo sento ridere e quella risata è musica per le mie orecchie.
I: <<Barone... Ma non ti posso lasciare un attimo da solo?>>
Io: <<Non devi lasciarmi solo scimunito!>> so già che mi pentirò di questa chiamata, ma ora l'unica cosa che conta è sentire la sua voce.
I: <<Mi sa che quello scimunito stasera sei tu.>> io scoppio nuovamente a ridere.
A: <<La smetti di dargli corda?!>> lo rimprovera, ed io gongolo nel notare che lui non ci fa caso.
Io: <<Una bella camomilla alla signorina come si chiama lei no, eh?>>
I: <<Piero... Sei troppo fuori.>> ride.
Io: <<Sei bello quando ridi...>>
I: <<Ma se senti solo la mia voce! Che dici?! >>
Io: <<Ma io me lo ricordo sempre il tuo sorriso.>>
A: <<Ma ti pare normale che questo debba chiamare alle due di notte? Mentre uno dovrebbe dormire?>> la sento urlare, e io rido.
Io: <<Ma lei lo sa che noi ci chiamiamo sempre? Per qualsiasi cosa? In qualsiasi occasione? Lei lo sa che tu sei stato il mio primo amore?>> ormai straparlo, non so più che dico, ma si sa, gli ubriachi dicono sempre la verità.
I: <<Piè... Dici troppe minchiate stasera, ma ti voglio bene comunque.>> e quel "ti voglio bene" mi fa perdere forse quel briciolo di lucidità rimasta e canto, anzi gli canto quella canzone che anche lui conosce fin troppo bene.
Io: <<Oj vita, oj vita mia, oj cor e chistu cor, si stato o primm a ammore o primm e l'ultimo sarai p' me...>>
Lo sento ridere sommessamente.
I: <<Hai sbagliato, è femminile.>>
Io: <<Fidati, non ho sbagliato... Vorrei tanto, ma non l'ho fatto.>>
I: <<E' dedicata al tipo, amico tuo di Odessa...>> forse alla fine Maxim può davvero essere il mio asso nella manica.
Io: <<E' dedicata a te... Solo a te, Ignà.>>
A: <<Ora davvero è troppo.>> sbotta lei.
Lo sento prendere un respiro profondo, ma non risponde né a me né a lei.
Io: <<Forse... Forse è meglio se stacchiamo Ignà...>> non ne sono sicuro, vorrei sentire la sua voce finché non mi addormento.
I: <<No, non ti preocc...>>
A: <<Si preoccupasse invece. Chiudi immediatamente questa chiamata, Ignazio.>> sbotta lei.
Io mi ritrovo a chiudere gli occhi e a sospirare.
Io: <<Non chiudere Ignazio...>> ribatto rimangiandomi quanto ho detto un attimo prima
I: <<Sono qui... Fammi sentire, con chi sei uscito?>>
A: <<Ma che ti importa, Ignazio!>>
I: <<E smettila di stringermi.>> le dice lui.
A: <<Vedi, ti rende distante quello...>>
Io: <<Quello si chiama Piero Barone, ricordaglielo.>> rido godendomi quel teatrino.
I: <<Alessandra smettila. Zittiti. -lo dice con un tono così autoritario che mi zittisco anche io- Piero, dicevamo?>>
Io: <<Sì... Sono uscito con Dario, il mio amico, ed alcuni suoi amici...>>
I: <<Ah, vai a Naro e ti dimentichi di me?>> lo sento ridacchiare.
Io: <<Io non ti dimenticherei mai. Potresti farlo tu, invece...>> gli dico triste.
I: <<No, io... Sono qui.>>
Io: <<Lascia tutto e vieni da me... Andiamo al mare, io e te.>>
Lui adora andarci, è sempre piaciuto a entrambi sederci dinanzi a quella immensità e lasciar che il silenzio sostituisca le nostre infinite cavolate.
I: <<Dici davvero?>>
Io: <<Si, farà freddo, ma non poco importa, ci portiamo il plaid. Lo abbiamo già fatto...>>
I: <<Sarebbe bello, ma...>>
Io: <<Ma c'è lei...>>
A: <<Vuoi chiudere, ho detto.>>
I: <<A me gli ordini non li dai, chiaro?>> le dice e io penso che forse non la chiuderei mai questa telefonata.
Io: <<Fallo Ignazio... Lascia tutto e torna da me.>>
A: <<Sei un cretino, come lui...>>
I: <<Ma che minchia vuoi? Io ti lascio fare tutto ciò che vuoi Ale, e tu per una chiamata mi insulti...>>
A: <<Non voglio che parli con lui quando stai con me. Ti allontana da me.>>
I: <<Piè, scusami un attimo.>> io mi ritrovo ad annuire, ma lui non mi può vedere.
I: <<La devi smettere, chiaro?>> lo sento come alza la voce con lei.
Non so perché, ma voglio che litigano, la lascia e torniamo ad essere noi.
A: <<Sei tu che devi smetterla! Sei mio.>>
Io: <<Se... Comprato al supermercato, eri in saldo Ignà?>> dico ridendo avendo perso il lume della ragione.
Ignazio scoppia a ridere, sicuramente in faccia a quella.
A: <<Ignazio, non sto scherzando!>>
I: <<Ma che minchia vuoi ancora da me, Alessandra? Cosa?>>
A: <<Voglio solo te, cucciolo mio... Voglio che nessuno ti porti via da me... Lo sai che io ti amo.>>
Io: <<Falsa...>> sussurro.
I: <<Lasciami la mia libertà. Lo sai che tanto non vado da nessuna parte.>> lo sento addolcire i toni.
A: <<Ma hai detto che vai giù a Naro. Mi lasci sola...>>
I: <<Ale, dai... Non dire cavolate.>> dice più sereno.
E io resto zitto aspettando chissà quale mossa.
A: <<Dammi il telefono amore.>>
Io: <<No! Ignà no! >> esclamo, ma l'unico suono che sento è quello della linea che è ormai caduta.
Io: <<Ignazio...>> sussurro col telefono in mano e gli occhi che iniziano a riempirsi di lacrime.
Mi lascio scivolare contro il muro poggiando il telefono a terra.
Io: <<Amore...>>
Sono così stupido, davvero pensavo che avrei vinto questa volta?! Mi gira leggermente la testa, ma forze per tornare dentro sento di non averne, un leggero vento mi accarezza il volto e prova ad asciugare degli occhi lucidi che sono stanchi di lasciarsi abbattere da lui. Stringo le gambe al petto chiudendo gli occhi e lascio che i pensieri si confondano sempre più.
Poggio la testa sulle ginocchia, avverto lo stomaco contrarsi in una morsa che fa ancor più male sapendo di essere stato illuso nuovamente.
Sento solo i rumori di qualche auto o motorino che sfrecciano sulla strada, il mal di testa e di stomaco mi attanagliano e mi ritrovo a cedere al sonno qui, fuori, al freddo, da solo.
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Un pensiero speciale - Il Volo
Fanfic"Hey scimunito! Volevo solo dirti che non mi dispiace affatto pensare che sei una testa di minchia, e non me ne frega nulla se ora tutto l'hotel mi sta sentendo. Lei non ti ama, non ti amerà mai, non lo vedi che sta con te solo per i soldi, solo per...