Non dubitare mai di me.

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Sento delle voci sconnesse, ma non ci faccio caso, preferisco dormire un altro poco, ma è quando sento mio padre urlare che mi sveglio del tutto.

Io: <<Che succede?>> sussurro a bassa voce, ma mio padre non mi sente, così mi tiro un po' più su nel letto ed ascolto quello che dice.

P: <<No Michè, non mi importa, okay? Mio figlio sta bene e non andrà da nessuna parte... No, sta dormendo finalmente da un po'... So io quello di cui ha bisogno, e al momento è solo di non aver troppa pressione quindi vedi come aiutarlo a non fargli aumentare l'ansia... Ciao.>>

riattacca in fretta nervoso.

Io mi rannicchio su me stesso stringendomi nell' accappatoio.

Io: <<Papà?>> lo chiamo piano quando lo vedo rientrare furioso.

P: <<Ora vogliono mettersi a fare i genitori. Non sanno neanche cosa significa dover passare queste cose, non lo sanno. Non sanno cosa significhi vedere un figlio svenirti tra le braccia. -tira un pugno alla parete ed io sobbalzo- Oh no, si sbagliano di grosso se pensano di mandarti dalla psicologa, si sbagliano davvero di grosso.>>

Io lo guardo allibito e sento le lacrime iniziare a salire.

Io: <<Scusa papà... Scusa.>> sussurro quasi in lacrime.

Mio padre si avvicina a me e si siede al mio fianco, anche se ora gli do le spalle.

P: <<Stai tranquillo Piero, tu rimani accanto a me, capito? Non voglio scuse.>> il suo tono non è molto dolce, ma so che sta parlando con il cuore.

Io: <<Promettimelo.>> lascio le lacrime cadere silenziose.

P: <<Te lo prometto. Tu resterai con me, non ti lascerò andare da nessuna parte, tranquillo.>> mi accarezza una spalla.

So che posso fidarmi, è mio padre, la mia roccia, anche se un po' burbero mi vuole un bene dell'anima, li ho fatti spaventare troppo spesso.

Io: <<Sei l'unico su cui posso davvero contare, papà.>> ammetto provando ad asciugare le lacrime.

P: <<Lo so... Anche se sei stato improvvisamente meglio con Ignazio.>> annuisco.

Io: <<È diverso... Mi fido solo di te ora, anche se delle volte scassi la minchia.>> lui mi da qualche colpetto sulla spalla facendomi sorridere.

P: <<Sì Piero, anche io ti voglio bene, anche quando cerchi di rimorchiare in modo pessimo.>>

Scoppio a ridere, e lui mi segue a ruota.

Io: <<Però è intrigante, ha scritto per tutto il tempo mentre ci osservava.>> ammetto io.

P: <<Ed è questo che non mi piace, perché se è nello staff le voci iniziano a girare e non voglio questo. In più Michele mi ha detto che non ci sarà nessuna nuova truccatrice al momento, quella che avete vi riesce a gestire bene tutti e tre.>>

Io: <<Chi è allora?>>

P: <<Non so... Forse da una mano a Barbara.>>

Io: <<Interessante... Alloggia qui?>> mio padre mi da uno scappellotto.

P: <<Tu sei davvero di una stupidità, guarda...>>

Io: <<Era per sapere eh, non ho necessariamente bisogno di una stanza.>> ridacchio io con la solita frivolezza di sempre in queste occasioni.

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