Nuovo inizio?

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La mattina mi sveglio col mal di testa, non ho dormito molto questa notte, quello che è accaduto mi ha sconvolto, e a ripensarci forse ha ragione Ignazio. Poi ripenso a Franz, a quanto mi abbia aiutato, a quanto sia stato con me, ma ripenso anche alla chiamata con nostro padre, so che si è preoccupato, però aveva anche promesso che non avrebbe detto niente.

Mi alzo a fatica, vado in cucina e mi verso un po' di cereali nella tazza, mangio una mela cercando di non pensare a niente. È difficile non pensare, è difficile fidarsi di qualcuno, anche di mio fratello. Non avrei mai dovuto dirgli quello che provo per Ignazio né avrei dovuto partecipare a quella cena, eppure quella dannata cena stava andando bene,  stavo vincendo io ed ero sul punto di metterla in difficoltà invece no... Invece sono stato io ad esser stato messo in difficoltà, ad esser  stato gettato nel panico e per di più da lei.
Non me ne capacito di come una sola frase, una sola affermazione mi abbia gettato nel panico, mi abbia fatto crollare come non accadeva da tanto, troppo tempo. E lui... Lui la difendeva e mi dava contro.La voce di Franz mi riporta alla realtà.
F: <<Ah, sei sveglio! >>
Annuisco.
F: <<Ti va di parlare un po'? >>
Scuoto la testa senza guardarlo.
Non so se posso lasciarmi andare, non so se tutto quello che provo merita di essere rivelato, non so se lui capirebbe e soprattutto non so se riesca a tenersi per sé quanto sa.
F: <<Puoi fidarti di me, lo sai.>> mi sussurra ed io vorrei tanto rispondergli che non è vero, che ormai non so più niente, che non so se posso realmente fidarmi di lui.
F: <<Piero, su... Non hai mai reagito così...>>
Io: <<Vai a fare quello che stavi facendo, non ho voglia ora di parlare.>> sono un po' freddo, ma non posso che essere così ora.
F: <<Okay... Forse non è il momento giusto questo, ma non posso far finta di nulla.>>
Neanche io posso far finta di niente, non posso far finta di non aver ascoltato quella telefonata.
Annuisco lasciandolo andare nella sua camera, a studiare probabilmente come fa ultimamente.
Io non mi muovo da quella stanza, resto fermo per non so quanto tempo a fissare il vuoto, e lui ha ragione, non ho mai reagito in questo modo, ma questa volta è così diverso, è così difficile.

Mi fa malissimo la testa, avverto gli occhi pesanti e gonfi e torno stanco su quel divano.
Fisso quel soffitto immaginandolo come un cielo pieno di stelle, mi immagino sotto quel cielo e l'idea è rilassante e piacevole, ma sotto quel cielo non sono solo, al mio fianco vedo lui, lui che sorride e silenziosamente mi abbraccia e ancora una volta sento il macigno che ho sul petto farsi sempre più pesante.
Di nuovo gli occhi si fanno pesanti e pieni di lacrime, e non posso permettermi di cedere, non ancora, altrimenti avrei un'altra crisi, farei preoccupare mio fratello il quale chiamerebbe mio padre, e non posso permettere che papà salga. Capirebbe troppe cose che non dovrebbe capire. Capirebbe che sto ricadendo in un circolo vizioso che non può che farmi male.

F: <<Piè...>> sento chiamarmi, non mi da tregua, soprattutto da quando ha visto cosa è accaduto ieri.
Io: <<Che vuoi?>>
F: <<Che stai a fare?>>
E che sto a fare? Sto solo per sprofondare, cosa vuole che sia.
Io: <<Stavo sui social...>> mento.
Lui non so fino a che punto possa credermi, è una cosa che faccio spesso, ma Franz è intelligente e mi conosce.
F: <<Vieni un attimo... Ti devo mostrare una cosa per l' università.>>

E io lentamente mi alzo, pulisco gli occhiali e vado nella sua camera. La trovo così in ordine, così simile alla mia, così diversa da quella di Ignazio costantemente in disordine. Scuoto la testa, non ci devo pensare, non ora.

Io: <<Allora? Cosa mi devi far vedere?>>
F: <<Volevo sapere, tu cosa faresti al posto mio, il PowerPoint per la lezione o no? Con cosa la concentrazione cala meno?>> non ci credo che mi stia chiedendo delle cose simile, non ora che sono con la testa altrove. Dico la prima cosa che mi viene in mente.
Io: <<Un filmato...>> Ignazio li adora, sì Igna... Basta pensare a lui, basta.
F: <<Dici? Non ci avevo pensato.>>
Io faccio spallucce.
Io: <<Poi non so cosa sei abituato a fare in questi casi, però per me potrebbe funzionare.>>
Mi sento i suoi occhi addosso.
F: <<Sapresti trovarmi una melodia di sottofondo? >>
Io: <<Sì...>> vorrei dirgli di no perché tutto ricadrebbe su toni tristi e malinconici, ma è mio fratello e non posso tirarmi indietro, non ora.
Io: <<Cosa vuoi di preciso? Qualcosa di qualsiasi genere, qualcosa di nostro? Il tema qual è?>>
F: <<Qualcosa di vostro va bene. Il tema è l'amore nella letteratura.>> ho i suoi occhi addosso, ma io non posso farmi tradire neanche un minimo dalle emozioni.
Io: <<Beh, ci sarebbe "Historia de un amor", non tutti la conoscono, non si dovrebbe capire che è nostra.>> poi Ignazio la canta da dio, vorrei aggiungere, ma me lo tengo per me.
F: <<No... Qualcosa di più vivo, non so... Sai parliamo di amori tanto diversi, da Amore e Psiche a Dante e Beatrice, Paolo e Francesca e ancora Petrarca e Laura, Lancillotto e Ginevra, non so se mi spiego.>>
Io: <<Tutti eterni e impossibili...>>
F: <<Esatto... Quindi? >>
Quindi non ce l'ho una canzone che dice che amare fa schifo, ma non posso dirglielo.
Io: <<"Eternally"... È di Chaplin, è un grande classico e la nostra versione è fresca.>> e Ignazio mi guardava mentre la cantava, ma sono dettagli.
F: <<Si, non è male! Ma infondo si parla anche di amori eterni, indissolubili, immensi...>>
A questo punto penso a l'"Immensità" di Don Backy, ma non gliela dirò mai, quella canzone è troppo importante per me, è mia, è nostra e non ho intenzione di prestarla.

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