Non ti credo più

869 39 10
                                    

P: <<Meglio qui...>> sussurra piano, sento i suoi occhi fissarmi per poi prendere un respiro.

P: <<Forse non è il momento giusto, ma anche tua madre pensa che tu debba saperlo.>> dice serio ed io non so perché, ma ho paura.

Io: <<Okay.>> dico anche se poco convinto.

P: <<Eri piccolo, poco più di dieci undici anni, erano i primi caldi e stavamo a mare, tu e tuo fratello eravate in acqua, io, tua madre e tua sorella eravamo sul bagnasciuga. Improvvisamente Franz iniziò a sbracciarsi, ma noi pensavamo stesse scherzando...>> prende una pausa per respirare, provo a ricordare, ma invano.

P: <<Tua madre si avvicinò a te e stavi male, respiravi male ed eri molto agitato. A riva ti calmasti un po', Franz ti teneva impegnato facendo castelli di sabbia, ma poi mentre tornavamo a casa... Scusami Piero.>> sussurra l'ultima parte ed io proprio non capisco, mi metto seduto sul letto e gli stringo una mano.

Io: <<Se non te la senti non continuare.>> gli suggerisco, mi fa troppo male vederlo così, soprattutto se è a causa mia.

P: <<Tu vuoi saperlo davvero Piero?>> mi chiede ed io annuisco anche se non so più cosa aspettarmi.

P: <<In auto ti incantasti come fai spesso, ma tuo fratello notò che non respiravi bene e di lì a poco iniziasti a piangere, prendevi una sorta di psicofarmaci oltre agli antistaminici per l'allergia in quel periodo, tua madre vedendoti agitato ti dette dei calmanti...>>

Io: <<Io... Io non ricordo...>> sussurro piano e lui annuisce.

P: <<Per un po' fecero effetto, ma il beneficio durò poco, troppo poco. Iniziasti a respirare nuovamente male, ti portavi una mano al petto lamentandoti, ed io non sapevo cosa fare, se portarti all'ospedale di Agrigento o se riportarti a casa...>> sussurra piano, io lo guardo, capisco che forse Franz ha sempre saputo qualcosa.

P: <<Poi c'era tua sorella che era molto piccola, era meglio portarti a casa, secondo noi avresti riposato e saresti stato meglio, ma non fu così... A casa non parlavi più, ti lamentavi solo e smettesti di respirare, sudavi molto e noi non sapevamo che fare, Giudo era fuori sede... Decidemmo così di lasciare Mary e Franz a casa e di portarti in ospedale, forse avremmo dovuto farlo subito, forse avremmo rischiato meno...>> sussurra abbassando lo sguardo stringendo forte una mia mano.

Io: <<Mi dispiace papà... Vi ho dato solo problem...>>

P: <<No Piero dispiace a me invece, stavi male, sempre più male ed ormai avevi perso conoscenza. È accaduto quando eravamo quasi ad Agrigento...>> ed io non capisco, noto solo i suoi occhi farsi più lucidi.

P: <<Hai avuto un arresto cardiaco, Piero.>> conclude senza guardarmi, io sgrano gli occhi e sento il respiro bloccarsi in gola, le lacrime iniziano a salire e non riesco neanche a parlare tanto è lo shock.

P: <<Sei arrivato come codice rosso al pronto soccorso, ti hanno portato subito in sala rianimazione, ti hanno defibrillato più volte... Non ci hanno chiesto se prendessi farmaci o meno, in fin dei conti eri solo un bimbo... Io e tua madre eravamo disperati.>> sussurra piano.

Io: <<Ti prego smettila...>> gli sussurro e lascio che mi accarezzi piano i capelli, non voglio più sentire nulla, non voglio più sapere quanto è successo.

P: <<Piero...>> mi sussurra lui stringendomi forte a sé, accarezzandomi la schiena.

Io: <<Non ce la faccio papà, scusami.>> gli sussurro quando sento le lacrime scendere piano e lui mi stringe ancora di più.

Un pensiero speciale - Il VoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora