Passerà capito?

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I: <<Che cosa vuoi?>>

M: <<Anche tu stai qui? Bene. Fatemelo vedere il piccolo Piero che non sta bene, che mi ha fatto cancellare tre date sold out.>> dice duro entrando nella stanza nonostante le opposizioni di Ignazio, io non dico nulla, sento il suo sguardo addosso.

M: <<Come sta?>> chiede a mio padre.

P: <<Lo vedi come sta, potrebbe stare molto meglio.>>

M: <<Tre date Piero, ti rendi conto?>> sento dirmi.

Io: <<Lo so... Le avrei fatte se...>>

M: <<Se niente, ormai è andata così.>>

Io: <<Mi dispiace...>> gli sussurro appena chiudendo gli occhi e girando il volto dalla parte opposta alla sua.

M: <<Ti dispiace? Ti dispiace? Io non credo ti dispiaccia, altrimenti avresti fatto in modo di evitare tutto questo sfacelo, ed invece no. E guardami quando ti parlo.>> urla voltandomi il volto con forza nella sua direzione stringendolo e facendomi gemere di dolore, Ignazio lo allontana da me con forza.

I: <<Sei impazzito? Lo hai visto tu stesso come stava...>> gli dice con voce abbastanza alta.

M: <<Smettila Ignazio di rivolgerti così...>>

I: <<Mi rivolgo come voglio, okay? Ha bisogno di sostegno non di sentirsi meno di zero, minchia.>> continua lui.

M: <<Modera i toni, ragazzino. Sono il tuo capo e mi devi rispetto.>> tuona verso Ignazio il quale resta basito dalle parole di Michele.

M: <<Quanto a te: ti do un giorno per riprenderti, altrimenti te ne torni a casa. Sono stato chiaro?!>>

P: <<Non ce la può fare in un giorno, Michele. Deve fare almeno altre due flebo, non ce la farà per dopodomani ad essere sul palco.>> mio padre si sta iniziando ad innervosire ed io non ce la faccio a sentirlo così.

M: <<Ho detto un giorno.>> dice serio con un tono che non ammette repliche, esce da quella stanza sbattendo la porta, Ignazio serra un pugno.

I: <<No... Non finisce qui.>> dice con un tono inquietante, esce e né io né mio padre abbiamo il tempo di fermarlo.

Io: <<Ma è pazzo...>>

P: <<Se non lo faceva lui lo avrei fatto io.>> mi risponde serio.

Io: <<Non voglio ci litighi a causa mia, non ne vale la pena.>> sussurro piano, lui mi accarezza il ciuffo con fare rassicurante.

P: <<Non pensarlo nemmeno Piero. Per te ne varrà sempre la pena, sempre.>> mi dice dolcemente, ma posso notare dai suoi occhi quanto sia nervoso a causa delle parole dette da Michele.

Io: <<Ce la posso fare...>> gli sussurro piano, e lui volta il capo di scatto verso di me capendo a cosa mi riferisco.

P: <<Non ce la fai.>> è categorico il suo tono.

Io: <<Ma...>>

P: <<No Piè, non ti lascio neanche provare a salire sul palco, deve prima arrivare Guido, domani dovrebbe esser qui.>>

Io: <<Ignazio ha detto tra due giorni...>>

P: <<E' riuscito a liberarsi prima.>>

Io: <<Okay... Così puoi tornare un po' a casa da mamma.>>

P: <<No, non se ne parla, tu hai bisogno di me, non ti posso lasciare da solo.>>

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