Io ti vorró sempre bene

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Fa davvero troppo freddo qui fuori, rischio di prendermi un malanno, ma non mi interessa, non voglio entrare dentro.
Mi abbraccio il busto con le braccia e strofino le guance sulle maniche del maglione. Avverto qualche lacrima scivolare silenziosa, è un silenzio che urla solo tanta solitudine. Deglutisco a fatica, respiro per un paio di volte profondamente poi il rumore di quella persiana, due passi che intuisco di chi siano, ma non mi volto a guardare.
I: <<Senti, possiamo entrare e riparlarne?>>
Io: <<Non c'è niente di cui parlare.>> dico cercando di non far trapelare i sentimenti.
I: <<Dai Piè... Forza.>>
Io: <<Non ho niente da dirti, vai dentro.>> mi stringo ancora di più su me stesso.
Lui si avvicina ancora di più a me poggiandomi una mano sulla spalla, ed io, anche se per poco, mi beo profondamente di quel tocco.
I: <<Puoi entrare almeno... Ti ammali così, poi come cantiamo?>> ecco, sono utile solo al gruppo ormai, non importa poi tanto come io stia.
Io: <<Sto bene qui.>>

E quel cellulare trilla due volte, ed io continuo a ripetermi di star calmo, tranquillo o almeno fingere che lo sia.

I: <<No che non stai bene qui. Forza Piero.>> insiste, forse davvero vuole parlare, ma no, si preoccupa solo per la mia voce.
Io: <<Ignà davvero, vai dentro. Hai da fare e ti stanno chiamando.>>
I: <<Non importa chi mi stia cercando, okay?>>
Io: <<Eppure fino a poco fa ti importava.>> dico freddo.
I: <<Ehy... Mi guardi un secondo?>>
Non posso guardarlo, capirebbe che stavo piangendo, non posso farmi vedere fragile, non da lui.
Io: <<No...>>
Lo sento sbuffare, così si mette davanti a me e mi alza il volto verso di lui inchiodandomi con quegli occhi profondi, occhi in cui io riesco costantemente a perdermi.
I: <<Smettila di comportarti così. Devi credermi quando ti dico che chi mi contatta ora non è importante. Tu sei importante. Tu lo sei.>> è serio quando lo dice, o almeno lo sembra, ed io non so se credergli.
Serro le labbra facendo il forte, ma stasera proprio non mi esce bene.
Io: <<Non prendermi per il culo...>>
I: <<Smettila. Se sono qui è perché sei davvero importante Piè... E non piangere più.>>
Cavolo, lo sapevo che se ne sarebbe accorto e forse volevo che se ne accorgesse.
Chiudo gli occhi, non riuscirei a continuare a guardarlo senza fare niente.

Non parlo, non oso, o so che potrei piangere da un momento all'altro. Lo sento liberarmi il busto dalle mie braccia e stringermi forte con le sue, ed io non posso far altro che passare una mia mano fra i suoi capelli, lo stringo forte, come se fosse un'ancora.
I: <<Ci sarò sempre per te...>>
Respiro quel profumo, l'unico che vorrei addosso continuamente.
Io: <<Non mi lasciare solo, ti prego.>> dico trattenendo una lacrima.
Sono davvero impazzito a parlargli così.
I: <<Non lo farò. Mai.>> mi sussurra continuando a stringermi, e io muoio un po' di più, perché so che lei me lo porterà via, come amico, come fratello, come collega.
In quello stesso istante gli squilla nuovamente il cellulare, ed io lo stringo un po' di più per non farlo andare via.

I: <<Qualsiasi cosa accada io ti vorrò sempre bene, sempre.>>
Perché me lo sta dicendo?
"Qualsiasi cosa accada..."
No, quel qualcosa è già accaduto, so di averlo perso, ma so anche che dentro di me non  lo perderò mai. Faccio lo sbaglio che non avrei mai dovuto fare, lo sbaglio di credergli ancora, nonostante queste parole non abbiano consistenza. 
Io: <<Promettimelo... Nulla e nessuno mi allontanerà da te.>>
I: <<Te lo prometto. Hai la mia parola.>>
Ed io ci credo ancora, nonostante tutto, nonostante sappia che in realtà non è così, io ci credo ancora. Mi farò male, mi si spezzerà il cuore quando verrà portato via da me, ma ci voglio credere, è la cosa più giusta, è l'unica cosa che io possa davvero fare in questo momento. Ci penserò, poi a raccogliere i cocci del mio cuore e della mia anima già distrutta.

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