•28Capitolo•

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Una luce accecante emane nella stanza, non ho il coraggio di aprire gli occhi.

Sento il braccio di Marco sulla mia pancia e le sue labbra ad un soffio dal mio collo, le lenzuola non so dove e le nostre gambe intrecciate in una maniera contorta.
Cerco di staccarmi, ma è tre volte me  e mi riesce a malapena muovermi.

<<Marco>> inizio a sussurarre.
Dopo alcuni richiami, non da' segni di vita, quindi,  decido di usare un diversivo.
<<Marco non aprire gli occhi sono in asciugamano>>
Che idiota,sono praticamente spiaccicata sotto il suo corpo, come potrei essere in asciugamano?
Strano, ma funziona ugualmente.

<<Non vale stronza>>Ride contriariato, con un broncio sul viso, rendendosi conto della piccola bugia.

<<Però ti sei svegliato fortunatamente. Ma se lo fossi stata davvero?

<<Ti ricordo che ieri ti ho visto>>Risponde malizioso.
Non perdo tempo nel lanciargli un cuscino dalla cassapanca, che peró afferra in tempo.

<<Comunque muoviti, tra un'ora dobbiamo essere pronti>> dico in tono serio.
Sbuffa rumorosamente e si distende sul letto con gli occhi chiusi.
<<se proprio non vuoi, vado da sola a visitare la cittá, forse incontro qualche altro cameriere carino>> dico in tono seducente.
<<Okkei,  basta ora>> si alza le mani e viene ad abbracciarmi.
<<Tu sei mia>>
Sgrano gli occhi e lui ride di rimando
<<Da quando sono tua?>>Rispondo dubbiosa.
<<Ma devi sempre rovinare tutto?>>

Non ribatto e mi chiudo in bagno.
Rimango sotto il getto d'acqua, non per molto.
Quando esco peró non vedo più l'intimo posto sul cesto e neanche i miei vestiti.
Sbuffo pesantemente, perché solo un bambino avrebbe potuto fare una cosa del genere.

<<Marco porta subito le mie cose qui, altrimenti non posso uscire>>urlo con un velo di supplica nella voce.
Pochi secondi dopo bussa alla porta, e quasi mi sorprendo.
Il Marco che conosco io, non credo sarebbe stato così gentile nel portarmi i vestiti, che tra l'altro ha preso lui stesso.
Mentre però sto per richiudere la porta, ecco che viene spalancata nuovamente.
Poteva mai essere il contrario?
Sembrava fin troppo strano.
Cerco di coprirmi per quel che posso, ma non tarda  nel venirmi incontro e stamparmi un bacio, che dopo poco però viene prolungato.
<<Dai esci che devo cambiarmi>>Dico seria.
Si avvicia pericolosaamente a me ed i brividi si espandono in tutto il mio corpo.
Il rossore si appropria delle mie guance.
<<M-marco allontanati >>
Cerco di dire.
Lecca e morde una parte precisa del collo, mi sta facendo perdere il controllo, questa non è una cosa che accade spesso.
<<Marco facciamo tardi>> rispondo annullando completamente la serietá nella mia voce, lasciandomi trasportare dal suo tocco.
<<Shh>>
Mi fiondo sulle sue labbra e mi da libero accesso, le nostre lingue si perdono in una danza eterna.
Il cuore non smette di martellare nel petto, facendo capriole su capriole.
Cerco di staccarmi dalle sue labbra, considerando ciò uno sbaglio, ma un gemito esce dalle sue labbra quando le nostre intimitá si sfiorano.
Mi prende il braccio scoprendo totalmente il mio lato B, l'ansia inizia a salire.
Sono davvero pronta per fare un passo del genere?
Con lui?

Trattengo il respiro, cercando lucidità,  fallendo miseramente.
Lo assecondo istintivamente mugolando ed affondando il viso nel suo collo, inebriandomi del suo profumo.
I nostri corpi sono bollenti, i suoi occhi affondano nei miei pieni di lussuria,
<<Se non sei pronta fermiamoci, altrimenti dopo sará troppo tardi>>afferma con voce rauca, guardandomi, mordendosi il labbro inferiore.
Sono stata proprio io a ridurlo cosí.
Ci stacchiamo lentamente con piccoli baci e dopo poco i miei piedi ritrovano terra.

Un sorriso perverso si espande sul suo viso, devo darmi una calmata. Devo assolutamente farlo, questa non sono io.

Finalmente riusciamo ad allontanarci, e ritorno alla mia preparazione per l'uscita della giornata.
Metto un jeans alto in vita, con una felpa nera sopra.
Le nike al piede e posso passare al trucco.
Pettino i capelli e metto il cappello della felpa.
<<Marco muoviti, io sono pronta>> ed eccolo dinuovo posto sul letto.

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