•22Capitolo•

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Oggi è una di quelle giornate NO.
È lunedí.
Ho il ciclo.
Ho mal di pancia.
Devo andare a scuola.
Ho detto tutto.
Lentamente mi alzo dal letto, con la speranza che la mamma entri in camera e dica"non vai a scuola, rimani a letto" ma invece no, dalla porta non entra nessuno. Sbuffo e mi dirigo verso il bagno con il passo piú lento di una lumaca.
In mezz'ora sono pronta, invidio mia sorella Giulia che dorme beatamente perchè la sua scuola è chiusa, quindi mi tocca fare la strada anche da sola.
Mi avvio verso la mia scuola, non è altro che un professionale.

In meno di dieci minuti arrivo, e non posso fare a meno di sentire  uno sguardo perforarmi l'anima.Non ho il coraggio di voltarmi, sapendo già chi potesse essere.

Vedo Simone venirmi incontro con un sorriso a trentadue denti.
Almeno uno dei due è felice questa mattina.
<<Tesoro, cos'è questa faccia?>>
Ci mancava che domandasse. È lunedí mattina!

<<Quale faccia Simone?>> chiedo infastidita.

<<Ciclo?>> chiede diretto ed io annuisco arrossendo, anche se di pock.
<<Hai azzeccato idiota>>
Emette una risatina fastidiosa per le mie orecchie.

<<Basta ridere, se non vuoi un calcio dove non batte il sole>> dico malefica e le sue gambe man mano compiono dei passi indietro.

<<Io stavo solo scherzando, sii seria Ludovica>>
Sto per ribattere quando però la campanella suona.
<<Molto fortunato Simone.Per questa volta>>
Sorrido malefica e mi avvio in classe con passo svelto.

La prima ora ho inglese e spero vivamente non mi interroghi perchè non so se' potrei reggere un' interrogazione con i fiocchi, per giunta di prima mattina.

Le ore passano, chi piú lentamente e chi no, ma passano e sguscio fuori dall'enorme edificia, accompagnata da una ciurma di ragazzi pronti a ritornare nelle proprie case.
Incrocio lo sguardo di Marco  in cortile nentre fuma un sigaretta, e vengo stordita da un urlo di Simone in un orecchio.

<<Sei un emerito coglione, Simone io ti uccido>>
Davvero non è giornata, l' ho ripetuto già due volte perchè non lo capisce?
Inizio a correre per tutto il cortile lasciando lo zaino per terra e dopo alcuni minuti sotto lo sguardo di altri ragazzi che se la sghignazzano fra loro, ho il fiatone ma almeno ho preso l'idiota di turno.
Nonchè il mio fantastico amico.

<<Non uscirtene con un"scusa Ludo" perchè questa volta non la scampi.Ti avevo avvertito>>
E mentre sembra interessato a sentire io cosa dico, il mio ginocchio è già finito tra le sue gambe facendolo tirare su un sospiro e piegare leggermente.

<<Non sai quanto mi dispiace >>affermo mettendo una mano sul cuore.
Forse ho esagerato, quasi sicuramente, ma l'avevo avvertito, lui ha voluto giocare, ma ha sbagliato giorno.

Quando ritorno a casa, trovo solamente Andrea, mangiamo velocemente quello che ha preparato e me ne salgo in camera.Apro qualche libro giusto per memorizzare qualcosina per il giorno dopo.
Dopo due ore circa annoiata distolgo lo sguardo dai libri e vado in cucina da mio zio, che lo trovo intento a messaggiare con il cellilare.

<<Vogliamo fare un dolce, io e te? Non sarò bravissima, però tu te la cavi>> Dico entusiasta e stanamente non sbuffs, anzi.

<<Certo piccola>> risponde, con un gran sorriso sul volto.
Mi squilla il telefono nella tasca e lo prendo di fretta vedendo che è Naomi.È piú di una settimana che non viene a scuola e non risponde ai messaggi, non so il motivo però ora che mi ha chiamato sono felice.
<<Naomi come stai?Era da un po' che non ti facevi sentire>>
Dall'altra parte del telefono sento dei singhiozzi silenziosi e ciò mi fa preoccupare, facendo tramutare il mio sorriso in una smorfia.
<<Naomi ci sei?>> domando preoccupata, ma altro non sento se non delle urla.

Il Mio Sbaglio PreferitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora