•61Capitolo•

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Io ed i ragazzi abbiamo guardato l'alba e tra poco è il momento delle visite, mi sono appisolata sulle gambe di Michele per circa due ore ma ora sono stanticchissima, sono le 7:30 A.M e il moro mi sta accarezzando i capelli facendomi rilassare, mentre io traccio dei cerchi invisibile sul suo petto coperto dalla t-shirt nera.

<<Ragazzi non siete andati via>>una figura entra nel lungo corridoio venendoci incontro, guardo il viso sorpreso del Dottor Antonio e tutti ci alziamo con un semi sorriso sul volto.
<<No ovviamente>>parla Angelica.

<<Siete degli ottimi amici>>Sorride il dottore, ho sempre amato i suoi occhi color cioccolato. È un uomo veramente bravo, tranquillo, sorride sempre e prende tutto alla leggera, nonostante il suo lavoro.
Non dimentico I suoi ottimi consigli ma soprattutto le volte in cui mi ha ascoltato senza problemi, senza pregiudizi, non mi ha giudicato. Lo stimo tanto come persona, poi ha salvato me e mia sorella e gliene sarò grata a vita.

<<Beh volevo informarvi che il vostro amico si è appena svegliato, ora vado a visitarlo e  potete andare nella sua stanza possibilmente senza fare troppo casino, volevo anche delle informazioni per la cartella clinica>>

Noi casino? Nah

<<che informazioni?>> chiede Michele.
<<Ragazzi se volete entrare fate pure mentre io parlo con lui>> afferma Antonio guardando i ragazzi che prontamente si alzano avviandosi felici verso la stanza di Fede.
Io rimango con il mio fidanzato.

<<Quelle base. Ieri non so come sia potuto sfuggire un dettaglio di tale importanza.
Comunque, cognome,data di nascita, dove vive, i numeri dei genitori e la firma di quest'ultimi se il ragazzo non è maggiorenne>> il dottore elenca le varie cose ed io mi soffermo sull'ultima.
In effetti non ho mai visto i genitori di Federico, ma neanche quelli degli altri miei amici.
Perchè ci sto pensando solo adesso?

Michele sembra un po' nervoso, cosí gli stringo leggermente la mano, per fargli capire che io sono ancora con lui e ci sarò per sempre.

<<Federico De Magistris 19 anni,8/09/98, non ha genitori ed è di Roma>>il moro assume un tono freddo e distaccato.

Fede non ha i genitori? Da quanto?Cos'è successo?

Il dottor spalanca di poco gli occhi e scrive le informazione sul foglio.
<<Può ripetermi il cognome?>> dice guardandomi fisso negli occhi.
<<De magistris>>chiedo ed affermo nello stesso momento.
La mia sembra piú una domanda.
<<Vabbene, grazie mille, arrivederci>>Antonio assume un tono serio e si allontana. Sembra passarci stranamente su per le firme.

Mi giro di scatto guardando Michele.
<<Da quando?>>chiedo seria.
Lui si acciglia peró poi sembra capire data la sua risposta.
<<Da quando aveva 4 anni, non ti dico nient altro scoprirai solo se vorrá parlartene lui>>

Annuisco insicura. Federico non me ne parlerá mai. A malapena ci rivolgiamo la parola come potrá mai parlarmi del suo passato?

Pov Federico
Non so perchè mi sono preso una cazzo di pallottola per salvarla, ma il mio gesto è stato automatico, istintivo.
Gli voglio molto bene anche se non lo dimostro affatto, vedo nei suoi occhi la sofferenza, perchè so che ha passato tanto anche lei.
Ma non so fino a che punto abbia sofferto.
Ha degli occhi stupendi, profondi, cosí piccola e bellissima.
Quando quella sera si presentò alla porta di Simone, rimasi particolarmente sopreso dalle sue risposte, stava bene anche avendo saputo una notizia sconvolgente come quella. È una ragazza molto forte e da quelle semplici e brevi risposte capii che aveva affrontato qualcosa di molto piú grande, piú triste e oscuro.
L'ho capita perfettamente, chi piú di me può capirla? Un bambino di 4 anni sbattuto per strada, un bambino che girava per le strade fino a quando una signora con dei capelli ramati mi accolse in casa sua,  la mamma di Michele,da allora è nata la nostra amicizia. Gli devo praticamente tutto.
Andando avanti con gli anni cercavo risposte, feci moltissime ricerche ed ancora oggi continuo a farle ma il risulato è sempre quello. Praticamente niente. Non scopro nulla.
Avevo una famiglia stupenda, mia madre aveva appena partorito, una sorellina, ero felicissimo e poi boom in un nano secondo è scomparso tutto dinanzi ai miei occhi, non avevo piú una madre, un padre ed una sorella con cui giocare, non ho avuto la possibilitá di giocare con mia sorella, di aiutarla, di proteggerla, di essere geloso di lei, non ho avuto la possibilitá di asciugare le sue lacrime. Non ho potuto fare tutto questo.
Non so piú che fine abbia fatto la mia famiglia.
So per certo che con me venne portata via anche mia sorella, la sentivo piangere ma io non potetti fare niente, le urla di quella piccola bimba mi rimbombano in testa, me la sogno la notte.

Il Mio Sbaglio PreferitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora