•3Capitolo•

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Sono in camera mia e i ricordi di me e del mio ex ritornano a riaffiorare nella mia mente, lui è stato la causa di tutto: il primo taglio, il mio cambiamento radicale, il fatto di essere stronza, l'indifferenza che provo verso i ragazzi e il mio allontanamento da tutti e da tutto ciò che mi circonda.
Ricordo ancora quel giorno... erano cinque mesi che ci conoscevamo e avevamo programmato di andare quella sera al cinema, doveva essere tutto perfetto come mi aveva detto.
Mi preparai e indossai un vestito nero con un paio di scarpe col tacco dodici, piastrai i capelli e mi truccai, feci tutto questo solo per lui.
Avvisando mamma uscii e mi incamminai verso il parco, il luogo dove ci incontravamo spesso, quando, ad un tratto, il telefono vibrò.
Visualizzai il messaggio e vidi una foto che ritraeva lui ed una ragazza della scuola, baciarsi, le lacrime mi rigarono il viso così corsi nel luogo in cui fu scattata la foto ed è lì che li vidi, baciarsi come se non ci fosse un domani, come se esistessero solamente loro, senza ricordarsi di avere una ragazza.
Tornai a casa distrutta sotto la pioggia incessante, la mia famiglia mi chiese spiegazioni ma io corsi direttamente in camera mia. Cinque mesi di menzogne. Ringraziai mentalmente chi mi mandò la foto non sapendo neanche chi fosse, a quale scopo lo avesse fatto, e mi addormentai.

Mi svegliai l'indomani verso le dieci, la mia voglia di alzarsi stava ancora dormendo, decisi di fare un bagno caldo ed è lì che capii il motivo del suo tradimento.
Mi guardai allo specchio e collegai tutto; io ero la ragazza in carne, lei era magra, neanche un filo di cellulite, lei la solita ragazza, occhi azzurri, capelli biondi, la ragazza che la dava a tutti, poi c'ero io che a diciassette anni, non avevo mai fatto nulla.

Pensai che per sfogarmi avrei dovuto usare qualcosa di efficace, così presi la lametta e tracciai una spessa linea sul braccio, sulle gambe e sul fianco.
Sapevo stessi sbagliando, che forse era inutile, che non mi stavo comportando come avrei dovuto, che stavo ragionando con la mente di una fragile, di una bambina. Avrei dovuro affrontare le cose diversamente, ma continuai, non riuscendo a fare altro.

Il dolore era intenso, ma non mi importava poiché il dolore che mi aveva provocato il mio ex era nulla in confronto.
Ma poco dopo il bruciore passa e le lacrime risalgono nuovamente agli angoli degli occhi, li non puoi fare altro che piangere, piangere per non aver avuto un'infanzia felice, piangere per il ragazzo, piangere per non avere un padre accanto, piangere per tutti gli sforzi di tua madre, piangere per non avere una vita come tante altre persone, piangere per sentirti sola in mezzo a tanta gente, piangere per tutto ciò che c'è di sbagliato nella tua vita.
Ed è proprio vero che quando si inizia a piangere per una sciocchezza, dopo non si finisce, semplicemente perchè le lacrime sono state trattenute per un tempo indefinito, dove mi ripetevo di essere forte, ma tutto ha un limite, ed il mio cuore si spezzò in quello stesso istante, perchè non piansi solo per il mio ex, lui fú solo la goccia  che fece traboccare il vaso... Piansi per tanto altro, quel tanto nascosto nella parte piú remota del mio cervello e nel mio cuore.
E così, continuai a piangere finché non fui stremata.
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