La serata si è conclusa nei migliori dei modi, io e mio fratello ne siamo usciti con un sorriso triste e felice allo stesso tempo.
Nostro padre ha reivocato ricordi passati, ricordi con la mamma, il loro matrimonio, la nostra nascita, e tante altre cose, sempre con il sorriso sul volto.
Ci siamo scambiati i numeri, visto che non possiamo dirigerci sempre in ospedale anche solo per parlare.
Questa mattina giá mi è arrivato il solito link con quei "buongiorno" scritto in grassetto pieno di colori con tanto di tazzina del caffè, ed io che pensavo lo facessero solo le donne, mentre invece mi sbagliavo.Oggi ritorno a lavoro, Josephine mi ha chiesto gentilmente di guardare i bambini, e non ho esitato neanche per un secondo, ho bisogno di svagarmi e giocare con loro mi fará piú che bene.
Stranamente stamani mi sono svegliata sorridente, ed ho voglia di farlo per l'intera giornata, sperando che nulla vada per il verso sbagliato.
Fortunatamente il sole splende e non c'è neanche una nuvola che intralcia lo strato azzurro.<<Ludovica potresti scendere e togliere questo animale fastidioso dal mio divano?>> sento la voce irritata e scocciata di Simone, pensavo avesse accettato Mika, mentre invece ció capita solo una volta su dieci.
Mika sta crescendo, anche se non di tanto, ha imparato ormai a salire e scendere gli scalini come se niente fosse, ed ogni volta corre ad infastidire il mio amico.<<Questa sera pizza per tutti, ho invitato anche Andrea e Naomi>> ammette appena arrivo sul pianerottolo, mentre prendo fra le braccia una piccola palla pelosa, che subito sbarra i suoi occhi celesti.
<<Potevo avvisarli io tranquillamente>> affermo, lui ed Andrea hanno legato molto, ma si tratta pur sempre di mio zio, e lo so che non c'entra nulla, peró un po' mi infastidisce.
<<Comunque fra un po' vado a lavoro, ti avviseró io quando sto per venire, cosí che puoi ordinare le pizze>> dico velocemente prima di pregustarmi il caffè.
<<Ludovica non dicesti di aver lasciato quel lavoro?>> chiede chiudendo gli occhi a fessura, sedendosi poi ad un lato del bancone, su uno dei tanti sgabelli.
Sbuffo leggermente e scuoto la testa.
<<Loro non sono come lui, puoi fidarti, e poi lo sai che mi servono soldi, ed infine mi piace stare con quei bambini>> ammetto scrollando le spalle, capisco che abbia paura di Gabriele, e di tutto il giro, delle cose successe. Ma non puó assolutamente vietarmi di fare qualcosa, anche perchè non l'avrei ascoltato.
Poi Josephine è cosí dolce, non credo sia tutta una falsa.<<Fai ció che vuoi>> afferma prima di andarsene sbuffando sonoramente.
<<Senza ombra di dubbio>> urlo facendomi sentire.
Dopo aver giocato con Mika, ed aver sistemato casa, decido di prepararmi con calma.
Mi inebrio come al solito del mio bagnoschiuma a cocco, ed il vapore dell'acqua inizia ad evadere dalla doccia, creando piccole goccoline sulla vetrata.
Risciacquo anche i capelli in pochi minuti, ed un lampo di malinconia attraversa i miei occhi.
Prima impiegavo sempre tanto tempo per fare lo shampo, per pettinarli, ma soprattutto per stirarli, mentre ora in mezz'ora riesco a fare tutto, comodo certo, ma non posso nascondere che mi manca la mia lunga chioma castana.Dopo aver indossato un jeans con qualche strappo qui e lí, ed una t-shirt rossa, passo al trucco senza peró esagerare, dato il caldo intenso.
Dal mio solito make-up, ho eliminato i lucidalabbra rosa, li ho praticamente buttati, e mi sono procurata tinte labbra, tutte sulle sfumature del rosso, e del lilla.
Pettino i capelli, e sospiro di sollievo notando che non ci sono nodi perditempo.<<Ludovica vuoi un passaggio?>> mio fratello apre la porta facendomi sussultare e scottare con la piastra, appena riscaldata.
<<Ma tu sei un imbecille>> urlo lasciando subito la piastra sul mobile, correndo a bagnare la mano.
Spero non si gonfi, sennò gonfio la sua faccia a suon di pugni.
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Il Mio Sbaglio Preferito
RomanceCOMPLETA. [È in fase di revisione] Quei due erano un continuo litigare. Un continuo tenersi testa. Si scannavano senza mai risparmiarsi. Si distruggevano a vicenda. Ma si amavano, si amavano tanto. Erano strani quei due, si, a vederli sembravano paz...