•16capitolo•

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La mattina arriva prima del previsto, alle  11:00 sono pronta per incontrare Naomi al centro
Per una volta posso considerarmi, una ragazza puntuale.

Naomi è totalmente  fuori di sè,  ha giá svaligiato tre negozi, ed ovviamente ha costretto anche la sottoscritta a fare ciò. Anche se rispetto alla mia nuova amica, io mi sono decisamente limitata.
Vengo colpita da un vestito nero in vetrina, con la scollatura a cuore, un piccolo cinturino alla vita che potró anche non mettere, la schiena ha una scollatura bellissima, quasi fino al fondoschiena, è uno dei particolari che mi ha colpito maggiormente, il prezzo non sembra neanche tanto eccessivo, quindi mi butto dentro e corro a provarlo, quando esco Naomi sembra incantata.
<<Come sto?>> chiedo imbarazzata al massimo, pazientando mentre attendo una sua risposta.

<<Devi prenderlo assolutamente, sei una figa assurda con questo vestito Ludo>>

Convinta anche io mi svesto e lago il conto alla casa, esausta all'uscita mi siedo su una panchina, ma lei continua a camminare senza accorgersene.
<<Hei  Naomi datti una calmata, stiamo correndo da un negozio all'altro da circa tre ore, i miei piedi hanno bisogno di un minuto di tranquillitá, per favore>>la mia faccia da cucciolo bastonato sembra fare effetto, visto che me la ritrovo riseduta al mio fianco.
Dopo un po' però riprende ad alzarsi.
Cos'ha questa ragazza? Forse è pazza.
Con aria sconfitta mi alzo e la seguo, la trovo  seduta al tavolo di una pizzeria e mi affretto a fare anche io la stessa cosa, sará orario di pranzo, il mio stomaco incomincia ad emettere piccoli suoni.

Io e Naomi, stiamo diventando buone amiche, non siamo arrivate ai livelli io ti dico tutto di me e tu fai lo stessono, questo no. Mi basta questo rapporto ed a lei sembra andare piú che bene. Al momento.

Naomi ancora non è sufficietemente stanca per ritornare a casa, ed ora vorrei commettere un omicidio, come fa a non annoiarsi dopi un lungo tempo?
Corre come una bambina, ed io con lei finl a  fermarmi  di botto quando incrocio lo sguardo di Marco mentre bacia una delle sue dame. Il mondo sembra cadermi letteralmente addosso. Perchè mi sento cosí? Non siamo niente, eppure quasi quasi sento l'invidia accrescere.

Continuo alla ricerca di Naomi e una volta trovata ordino di andarcene, solo dopo essere ripassate sotto lo sguardo attento di occhi smeraldo, e lo sguardo divertito della ragazzina al suo fianco, Naomi decide di riaccompagnarmi con mille raccomandazioni e con tanti di quei<<chiamami, non fare stronzate, per favore Ludo, ti voglio bene>>inevitabilmente sorrido a quel ti voglio bene, l'abbraccio.
Una volta rientrata in casa,bsento delle urla provenire dalla cucina, questa  volta sono della mamma, contro chi? Non vorrei ficcare il naso dove non dovrei, ma in quel momento la mia presenza  si ritrrova gia in cucina ad assistere alla solita litigata, mamma e Sara, anche se questa volta sembra molto arrabbiata, decido di salirmene sopra, ma vengo fermata proprio da lei, accidenti.
<<Signorina e tu dove credi di andare eh? Sei appena tornata da stamattina, non saluti neanche? Che comportamenti sono?>>

Gli sta prendendo la mano, se la sta prendendo con me, calmati Ludovica, non agitarti anche tu. Ma ovviamente, io non ascolto la mia testolina, quindi mi ritrovo purtroppo anche io a litigare con Manuela.

<<Cazzo mamma posso fare ció che voglio, ti lamenti sempre che esco poco ed ogni volta che lo faccio trovi sempre qualcosa da ridire. Hai rotto. Non ne posso piú di stare qua.>
Do libero sfogo alle mie parole. Forse la faccio soffrire ma in questo momento, non me ne importa. Odio quando scarica tutta la colpa su di me, quando poi io non c'entro perfettamente nulla.
Faccio per andarmene, ma mi assesta uno schiaffo in piena faccia.
Dopo poco, mi ritrovo chiusa in bagno, in una marea di lacrime. Tra ricordi, dolore, grida, quei dannatissimi schiaffi, quelle dannatissime notti. Non devo essere piú cosi debole, basta, non c'è l'ha posso fare.
Prendo l'unica cosa e do libero sfogo a tutto. Lei è la mia vera unica amica, lei non mi giudicherá mai. Lei deve stare li. Lei è l'unica che riesce a darmi sollievo. Ció che mi serve in questo momento. Mi sento una delusione per tutti. Per zio. Per Naomi. Per la mia nonnina. Le lacrime non smettono piú di scendere. Sento qualcuno spalancare la porta, ma non ho il minimo coraggio di alzare la testa, i capelli ricadono a terra, le sue forti braccia mi riscaldano dentro. Il suo abbraccio. Lui anche c'è sempre.
Ma io lo deludo costantemente. Mi dispiace da morire, ma io non posso uscirne. Questo è un tunnel senza fine. Non mi libereró mai dei sensi di colpa. Mai della solitudine. Mai dai miei incubi. Mai dai ricordi. Dalle lacrime. Dal sangue. Dalle urla. Non potrò mai liberarmi del mio viso ne' della mia cellulite, ne' dei miei fianchi, ne' delle mie gambe, ne' del mio naso, ne' del mio stupidissimo comportamento da bambina, ne' dell'essere stronza e acida che c'è dentro di me, ne' della mia testardaggine, non mi libereró facilmente dalla morsa allo stomaco che provo ogni volta, prima di addormentarmi.
Meritavo tutto questo? Perchè a me? Perchè non riesco ad affrontare tutto, come dovrebbe essere e non continuare a piangere e liberarsi su un braccio? Potrò mai continuare per sempre? No.
Potró mai avere un futuro? Senza incubi, magari con dei figli? Una vita felice con serenitá ed amore? Con qualcuno in grado di amarmi? Sono cosí? Continuerò ad essere sempre cosí? Un mostro?
Io sono quella persona che si allontana da tutti per paura di affezionarsi ed essere presa per il culo.
Quella persona in grado di darti un intero cuore, ma anche di mandarti a fanculo in un secondo, per un' intera vita.
Quella persona stronza, paranoica, acida, scostante.
Quella persona lontana dai ragazzi.
Quella persona con un passato da schifo.
Quella persona sempre da sola, con i suoi rimpianti, con le sue paure, con le sue ansie, quella persona bisognosa di gente vicino, quella persona bisognosa di affetto, di abbracci, quella persona che ha l'estremo bisogno di essere capita, amata, ascoltata, non giudicata.
Quella persona cosí strana, quella persona che da piccola camminava con le treccine in giro con la sorellina, vestite uguali, la bambina che giocava con le macchine, la bambina che adorava uscire al parco, giocare, truccarsi, la bambina sempre al centro ai discorsi da “grandi” la bambina rompi scatole. La bambina impacciata. La bambina gentile e dolce con tutti.
Quella persona ora ha bisogno di felicitá. Tanta felicitá.

Zio mi riporta sulla terra, mi ha ripulito dal sangue e messo delle fasce, non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, non so cosa mi dirá, di lui posso fidarmi, questo lo so, però non voglio essere salvata piú...ho il suo sguardo puntato e mi sta dando terribilmente fastidio , vorrei saltagli addosso e ritornare ad un paio di anni fa, abbracciarlo e dimenticarmi cosa stavo facendo, dimenticarmi di tutto il dolore, di tutto l'inferno che sto passando,  io non posso dimenticare, queste cose mi segneranno a vita.
Dopo lunghissimi minuti alcune parole escono dalle sue labbra, parole a cui non do tanto peso, perchè sono le solite cose, però dopo, il suo tono cambia,  prende la cosa piú seriamente, sono piú che sicura, che stia pensando a come gli stia sfuggendo di mano e che non sa come aiutarmi.
D'istinto mi butto fra le sue braccia, mi culla dolcemente.

<<Ludo senti, lo sai che non dovresti piú farlo. Non va bene farsi del male in questo modo. Lo sai che ogni volta,che una persona tiene a te, specialmente io e vede quelle cicatrici sta male. Eppure tu continui a farlo. Perchè il dolore ti ricorda che sei ancora viva. Ti senti viva.
Credi di controllare quella maledetta lametta..ma in realtá è lei che controlla te>>-<<Noi non vogliamo tu stia cosí, vogliamo vederti felice, voglio vederti felice, voglio che ritorni a mangiare e non vomitare il secondo dopo, voglio che torni la Ludovica felice, serena, devi dimenticare il passato, pensa al presente, al futuro.
Il male è finito. È andato, ora ci siamo noi, ci sono io e sai bene, ti difenderò sempre, qualsiasi cosa, bambina mia>>

Colpita, affondata.
Queste parole mi hanno scosso, odio quando esprime tutta la sua saggezza, ha perfettamente  ragione, ma io non lo ammetteró mai.
Mi asciuga le lacrime  e mi fa stendere sul letto.
<<Pensaci bene piccolina, basta farsi del male. È inutile>>
Mi da un bacio e se ne va.

Allora eccomi con un nuovo capitolo...spero non giudicate..questa è una piccola parte di Ludovica..una piccola parte di me.
La parte dello zio era fondamentale..spero vi sia piaciuto questo capitolo❤Ho dato libero sfogo hai miei pensieri proprio per farvi capire un pò ciò che sente Ludovica.
Nei prossimi capitoli ehm..succederà qualcosina

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