Penso e ripenso agli ultimi giorni.
Cosí stressanti e pieni di tensione, i miei amici parlano poco con Michele, esclusivamente per il lavoro a dire il vero.
Il moro fa finta di nulla, ma ho imparato a conoscerlo e so che ne sta risentendo, ha capito di aver "sbagliato" e che forse avrebbe prima dovuto parlarne con loro, cosa che ovviamente non ha fatto.
Questa sera andremmo in un locale, ho chiamato io tutti gli altri con la speranza che accettassero, nessuno si è tirato indietro ad una serata con alcool, ragazze e divertimento.
Almeno staremo tutti quanti insieme, forse o quasi sicuramente si risolverá tutto.
Non è successo nulla, peró uno è piú orgoglioso dell'altro, uno piú dispettoso dell'altro, e nessuno capace di calare la testa e di dire che infondo l'idea che ha avuto il moro non sia stata poi cosí male.
Vogliono essere tutti indipendenti, sono anche completamente d'accordo, vogliono decidere per loro e capire le proprie cose anche se ciò consisterebbe nel battere la testa contro un muro mille volte. Ma dovrebbero capire anche che un capo prende le decisioni giuste per tutto il resto della squadra, di far stare tutti in gruppo per non lasciare che nessuno si perdi indietro, che un capo qualsiasi decide e basta, mentre forse hanno dimenticato che il loro capo è Michele, ovvero un amico, un ragazzo su cui contare, un ragazzo che ama correre e sentirsi libero quanto loro, un ragazzo che lascia la libera scelta ad ognuno di loro, un ragazzo che gli ha dato un "lavoro" anche se non il migliore, gli ha dato innanzitutto il suo cuore, dovrebbero solo ricordare ció che Michele ha fatto per loro e che questa sua "idea" è stata un bene, ha giovato a tutti.
Forse lo sanno o forse no.<<Sembri un angioletto mentre pensi>> il suo tocco delicato si poggia sul mio viso facendomi quasi rabbrividire.
I suoi occhi, di quel nero che amo tanto mi guardano dall'alto.
Sono sdraiata sul mio letto, una giornata come tante altre insomma, lui è appena arrivato, tra l'altro con una t-shirt bianca spiaccicata sul suo corpo, seppur sudato mantiene tutto il suo fascino.<<Sembro.
Com'è andata in palestra?>> chiedo, facendogli posto sul mio letto, mi racconta di ciò che ha fatto, quando mi annuncia di aver aumentato i pesi il suo essere vanitoso e l'essere modesto fuoriesce dal nulla, facendomi ridere e mandare in fratummi il suo alto ego.
Tra una risata e l'altra finalmente mi bacia.
Nonostante abbia sudato, non emane un odore sgradevole, al contrario mio che se corro per mezz'ora puzzo peggio di un maiale rotolato nel fango, scherzi a parte si deve pur sempre vedere se e soprattutto quando arrivo a mezz'ora di corsa, ma lasciamo perdere, innoqui dettagli.<<Ho comprato il bounty, lo vuoi?>> chiede ovviamente già sapendo la risposta.
Il sapore del cocco mi fa venire l'acquolina in bocca solo al pensiero.
È fra le cose salutari che amo di piú.
Ironizziamo che è meglio dai.
Due secondi prima si parla di correre, due secondi dopo il mio adorabile ragazzo si presenta con dei bounty.
Piú che per la cioccolata che lo contorna, adoro il cocco al suo interno, dolce e fresco.
Ho molte cose al cocco, come ben tutti sappiamo lo shampo, bagnodoccia in primis, poi ho anche delle candele profumate in camere, infine anche un burrocacao. Ed il mio amore verso i bounty.Ma tralasciamo, avviso il moro della mia strabiliante idea riguardo all'andare a ballare questa sera con i nostri amici, ovviamente emettendo il particolare, "lo faccio per farvi riconciliare, anche se non c'è un vero e proprio motivo per cui riconciliarvi", contorto ma semplice.
<<In realtà questa sera avrei dovuto informarvi di una cosa>> ammette un po' contrariato, ma dopo avergli promesso un'intera notte con lui e fatto gli occhi dolci, si è arreso come un bambino ai ricatti del proprio fratello ed ha accettato di accompagnarmi.
Passiamo entrambi un paio di ore nel guardare Riverdale, la cosa che mi sorprende di piú è che piace anche a lui, non ha fatto come tutte le altre volte, con le serie precedenti, "ma cosa guardi, che noia, cambia"Questa volta guarda i vari episodi con me, sclerando addirittura sui personaggi.
Vederlo con me nella mia quotidianetá mi fa sempre bene.Verso le 20:30, dopo che Michele mi ha spento il pc, e costretto ad alzare il mio sedere dal letto per andare a prepararmi, a detta sua sono troppo lenta e non vuole che dopo lo comandi a bacchetta per la fretta, quindi con la sua forza mi ha trascinato in bagno ed ora sono dinanzi allo specchio con un asciugamano fra i capelli e l'intimo nero di pizzo che indosso.
Guardandomi allo specchio vedo una me diversa, un paio di mesi fa avevo la capacitá di trasformare ogni singolo pregio in un difetto.
Cellulite, pancia grossa e mai abbastanza magra.
Ma era solo un mio riflesso, ovvio non ero e neanche ora sono Belen, ero una semplice ragazza in carne come tante altre alla mia etá, con la differenza che aggiungevo al mio corpo sempre dieci chili in piú rispetto a quanti ne avessi.
Mentre ora sono dimagrita di dieci chili e poco piú, senza farlo neanche nel proposito, credo sia stato lo stress, le preoccupazioni e lo stare male per le tante cose che sono accadute.
Mi sento piú sicura di me ed allo specchio non incrocio piú lo sguardo di un mostro.
Ma ció non lo devo solo a me, ma a chi è stato al mio fianco senza giudicarmi, senza far prevalere i miei difetti, lo devo alle mie amiche che nonostante i loro fisici perfetti non mi hanno mai guardato con occhi superiori.
Lo devo a mio zio, alla mia famiglia, che hanno combattuto per me fin dall'inizio.
Lo devo ai miei amici.
La mia autostima è sempre stata metri e metri lontana dai miei piedi, mi sono sempre sentita sbagliata, anche a livello caratteriale.
Michele mi ha aiutato, incosciamente, nel far nascere una nuova me, mi ha dato speranza, aiuto e amore.
Mi ha dato quel qualcosa di cui avevo un disperatamente bisogno, ma che non ho mai ne' detto e neanche mostrato a qualcuno.
Ho imparato ad amarmi, come solo una diciottenne può.
Dovrò lavorare ancora molto sul mio carattere, ma al momento mi sento giá al completo con me stessa.
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Il Mio Sbaglio Preferito
RomanceCOMPLETA. [È in fase di revisione] Quei due erano un continuo litigare. Un continuo tenersi testa. Si scannavano senza mai risparmiarsi. Si distruggevano a vicenda. Ma si amavano, si amavano tanto. Erano strani quei due, si, a vederli sembravano paz...