I
Spezzare la luce
Quando conoscerete e quando amerete, soffrirete ancora. La luce nasce in lagrime; ed i luminosi piangono, non foss'altro, su quelli delle tenebre.
Victor Hugo, I miserabili
Etheram tornò a tarda notte, nell'ora in cui anche gli Spiriti tacciono. Si infilò nella tenda di soppiatto, come un ladro, con l'elementale dell'aria che faceva appena turbinare la sabbia sotto i suoi sandali. Sfiorò il tappeto di giunchi, con il barracano rosso e la tunica indaco che ondeggiava lievemente attorno al suo corpo, eppure Nemeria la sentì comunque. Alzò la testa dal cuscino e con i capelli scompigliati davanti agli occhi spiò sua sorella mentre raggiungeva la stuoia. La chioma quasi bianca le ricadeva immobile sulla schiena e sul piccolo seno, nascondendo i talismani di cuoio. Invidiava la sua capacità di piegare l'elementale al suo volere. Persino Fakhri, la loro maestra, non riusciva a rimanere impassibile quando, durante le esercitazioni, il vento diminuiva la sua forza e le nuvole abbandonavano il cielo a un suo semplice cenno.
-Come mai sei ancora sveglia? - le chiese Etheram, riscuotendola dai suoi pensieri, - Mamma non ti ha raccontato la storia della buonanotte? Oppure hai fatto un brutto sogno? -
Nemeria arricciò le labbra e, prima di mettersi a sedere, si guardò intorno. La tenda era silenziosa, sia sua madre Hediye che suo fratello Rakhsaan dormivano profondamente, avvolti in pesanti coperte di lana, vicino ai paraventi. Richiamò il suo elementale e una piccola fiamma divampò sul palmo della sua mano, spandendo un'incerta luce aranciata.
-Dove sei andata? Ti ho sentita uscire un'ora fa. -
-Ah, allora te ne eri accorta. -
Etheram sorrise e si sedette al suo fianco, vicino all'agati, il palo centrale. Come sempre, aveva il suo blocco da disegno sottobraccio, quello che si portava ovunque e che nascondeva gelosamente, mostrando solo di tanto in tanto i suoi disegni. Nemeria poteva contare sulla punta delle dita le volte che le aveva concesso di vederli.
-Non hai risposto alla mia domanda. - insistette, appoggiando la testa contro la sua spalla, - E non dire che sei andata solo a farti un giro, non me la bevo. -
Etheram sbuffò e levò gli occhi al cielo, fingendosi esasperata. Il vento caldo del deserto si infilò nella fessura tra i due lembi di tenda, accarezzò il tappeto di giunchi e le scompigliò i capelli, facendo mulinare le ciocche bianche e castane attorno al suo viso. Nemeria ne catturò una e se la avvolse attorno al dito, affascinata dal lucore perlaceo che si spandeva sui tratti chiari per poi attenuarsi poco sopra le orecchie, dove la chioma assumeva di nuovo il suo color noce naturale.
-Ti piacciono?-
-Sì, sembrano come quelli delle donne di quel popolo... come si chiamava? -
-I Rorwan? - suggerì Etheram, mordicchiandosi le labbra con aria pensosa, - Sì, può essere. Domani potremmo chiedere delucidazioni a Fahkri, ma mi pare di ricordare che fossero proprio loro. -
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Fighting Fire
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" "Un bambino è la forma più perfetta di essere umano." (Vladimir Nabakov) Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che è una Jinian, una figura leggendaria capace di dominare i quattro elementi. Sotto la guida de...