Prima che potesse rispondere, l'elementale si sfaldò e divenne cenere. Nemeria rimase a guardare in silenzio, finché anche l'ultima scintilla non si spense. Afferrò la pietra di luna, ma stringerla non la fece stare meglio.
L'elementale aveva ragione, tutto quello che le aveva detto era giusto, eppure non riusciva a non domandarsi perché la Madre avesse deciso di risparmiarla. Se Etheram fosse stata ancora viva, avrebbe sicuramente voluto che lei vivesse, ma il cuore e la mente di Nemeria non riuscivano ad accettarlo. Etheram si sarebbe dovuta salvare, di sicuro avrebbe saputo cosa fare, era una leader nata, forte, risoluta, carismatica. Perfino Hediye si era dimostrata più coraggiosa. Lei, con quel corpo fragile e la gamba azzoppata, si era accollata Nemeria e Rakhsaan e li aveva portati fino al portale. Era stata una delle cerusiche più abili del villaggio. Due donne che avrebbero meritato una vita piena, ricca e felice, ma avevano finito per sacrificare tutto per gli altri.
Nemeria non era come loro, importante o con un futuro brillante in serbo per lei. Era solo una bambina, una delle tante, senza alcuna dote particolare. Eppure era stata l'unica a scamparla. L'universo, talvolta, sapeva essere ironico. Come se non bastasse, nella fuga era riuscita a utilizzare miracolosamente il potere dell'elementale dell'aria e, invece di tentare di contrastare i nemici e dare manforte alle Jinian, si era teletrasportata via, come una codarda, lontano dalle urla strazianti del suo popolo massacrato senza pietà.
Aveva abbandonato la sua famiglia, doveva essere punita. Forse avrebbe dovuto permettere alla fame e alla sete di consumarla. Una morte lenta, adatta ai pavidi come lei. Tuttavia l'istinto, lo stesso che la guidava da quando era entrata in città, la rimise in piedi.
Non appena uscì dal vicolo, qualcosa scattò dentro di lei: sapeva dove avrebbe trovato l'acqua, conosceva la strada. Quella sensazione la scortò attraverso le vie, conducendola su un sentiero che nemmeno lei riusciva a vedere, ma che aveva la certezza fosse quello giusto. Nessuno sembrava far caso a lei e Nemeria fece di tutto per non farsi notare, mantenendo il capo chino. Quando possibile, aumentava il passo in modo da confondersi tra la folla.
Si fermò a riposare in una stradina laterale, sotto un balcone avvolto da boccioli bianchi e rossi. Poi si infilò in un vicolo tagliando tra due palazzi e, infine, sbucò in un largo, pieno di bancarelle, negozi e osterie. Doveva essere la via principale, a giudicare dalla quantità di persone che vi passeggiavano, ma a Nemeria poco importava. Si limitò a seguire la marea, finché non giunse in una piazza dove una grande scalinata, decorata con numerose terrazze e piccoli giardini pensili, saliva fino a raggiungere la torre campanaria. Al centro della piazza c'era un'enorme fontana di un marmo così bianco da sembrare quasi evanescente sotto la luce abbacinante del sole. Una statua di una sirena con i seni pudicamente coperti si ergeva su un cocchio a forma di conchiglia, trainato da due cavalli alati. Ai lati, sedute su due scogli e con i piedi immersi nella piscina, c'erano due donne, entrambe vestite con un lungo peplo e una cornucopia, dalla quale spuntavano tralicci d'uva matura.
Ogni volta che un passante si trovava lì vicino, gettava una monetina nell'acqua. Nemeria si avvicinò a una delle piscine laterali, quelle dove le cornucopie riversavano il loro flusso, e cominciò a bere. Il sollievo sopraggiunse quasi subito e la frescura portò via anche il sudore e la stanchezza che le gravavano sulle palpebre.
- Se solo avessi una borraccia con me... - si disse, mentre si lavava la faccia, - Però, adesso che so dove devo andare, potrò tornare qui quando ne avrò bisogno. -
- Anche io parlo da sola, sai? -
Colei che aveva parlato era una Sha'ir. Aveva la testa per metà rasata e l'orecchio sinistro pieno di pendagli, tutti collegati assieme da una catenina di bronzo ossidata, che tintinnava al vento. Era poco più alta di lei, qualche pollice appena, eppure negli occhi verdi Nemeria vi lesse una grande maturità.
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Fighting Fire
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" "Un bambino è la forma più perfetta di essere umano." (Vladimir Nabakov) Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che è una Jinian, una figura leggendaria capace di dominare i quattro elementi. Sotto la guida de...