Sfida contro se stessi[1/5]

571 82 89
                                    

Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre.

(Oriana Fallaci)


Il corpo Dariush venne portato via subito. Lo pungolarono con ferri roventi per accertarsi che fosse morto, poi lo caricarono su un carro e uscirono dallo stesso ingresso da cui, nemmeno un'ora prima, era entrato.

Nemeria lo seguì con lo sguardo dalle gradinate con la mente svuotata da ogni pensiero. Quelle mani gigantesche e quella testa innaturalmente piccola e squadrata non poteva essere appartenuta a un uomo. Non c'era più alcuna somiglianza tra il ragazzo e quella specie di mostro, eppure Nemeria, mentre il carro sfilava, vide Dariush, lo sha'ir, disteso sulla paglia. Se non gli avessero incrociato le braccia sul petto, avrebbe potuto credere che stesse dormendo, che il sangue che affossava la sabbia fosse latte. Avrebbe potuto credere che era stato soltanto un incubo.

- Come ti senti? - le chiese Durga.

Nemeria sospirò e si passò una mano sulla fronte. Anche se sentiva l'impulso di piangere, i suoi occhi erano asciutti, aridi come la cortina di sabbia che le era finita nei polmoni e bruciava più dei segni sul collo.

- Non credevo che avrebbe perso il controllo. Speravo... - si interruppe, deglutì e si coprì la bocca con una mano, - Non meritava di fare quella fine. -

Durga concordò e tornò a guardare oltre la balaustra. Le linee lasciate dal carro svanirono rapidamente, disfatte dalle impronte dell'altra coppia di gladiatori, la prima che avrebbe dovuto gareggiare.

- Sayuri lo dice sempre: questa è la fine che attende quelli come noi. Per Dariush è arrivata prima del tempo, ma è il destino dei Dominatori. -

Nemeria aveva la gola secca. Durga aveva già provveduto a far portare l'absaiyah da uno degli schiavi che giravano per le gradinate, ma non avvertì il bisogno di bere finché l'odore di aceto non le solleticò le narici.

- Mi dispiace per quello che è successo. Deve essere stato orribile per te. -

Nemeria fissò in silenzio i due nuovi combattenti. Lo scambio di colpi si susseguiva frenetico, con Noriko che bloccava e respingeva ogni assalto del suo avversario. La grazia con cui muoveva il tessen, il ventaglio da guerra, sottolineava ancora di più la goffaggine di Sadegh e della sua lancia.

Non ricevendo risposta, Durga continuò a cianciare, come se così avesse potuto indurla ad aprirsi. Nemeria però non aveva voglia di parlare. La sensazione di smarrimento, dolorosa più d'una ferita purulenta, era l'unica cosa che provava. Lasciò che le parole dell'amica si affastellassero l'una dietro l'altra, che si sedimentassero riempiendo i vuoti della sua mente con immagini incolori e concetti privi di senso. Dopo un po' quel brusio tacque e nelle orecchie di Nemeria non rimase altro che lo scoppiettare lontano del fuoco.

Fighting FireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora