Nemeria si mise a carponi e soltanto dopo che il respiro si fu regolarizzato riuscì a raddrizzarsi. Intorno a loro la vita della scuola continuava come se nulla fosse. Alcuni ragazzi entravano e uscivano correndo dai campi. Nessuno era interessato a quello che stava accadendo. Passavano oltre, come se né lei né Durga esistessero. Nell'indifferenza più totale, Nemeria appuntò lo sguardo su Roshanai e sputò un altro grumo di sangue. Il naso pulsava e la sabbia sulle ferite bruciava più del sale.
- Hai intenzione di fare sul serio oppure hai bisogno di una spintarella? - la provocò la Syad.
La tentazione di colpirla con una fiammata era così suadente da contrastare il calore della pietra di luna e delle placche di oricalco. Nemeria strinse forte il ciondolo, se ne impresse la forma nel palmo finché non le sembrò di non star più andando a fuoco.
"Trattieniti, trattieniti, trattieniti."
Divenne il suo mantra. Se lo ripeté per tutta la mattina e per tutto il pomeriggio, fino a sera. Piuttosto incassava un colpo in più, ma si obbligò a mantenere il controllo. Per ogni volta che finiva a terra, per ogni ferita, riprendeva tra le mani la pietra di luna e pronunciava nella mente quella parola. Avrebbe desiderato scagliarsi su Roshanai e scatenarle addosso tutta la sua rabbia, ma quel gesto l'avrebbe lasciata in balia della fame distruttiva di Agni.
"Devo sopportare. Devo mantenere il controllo."
Roshanai se la prese comoda. Le impedì di mangiare e le concesse solo qualche pausa per andare al refettorio a prendere una brocca di quell'acqua sporca che Nemeria tanto odiava. Ben presto divenne calda e imbevibile. Sia lei che Durga avevano solo quella e se la dovevano far bastare.
Reza provò a buttar lì la proposta di una pausa più lunga, ma la Syad la declinò sempre. La terza volta, l'uomo smise di chiedere.
Ben presto anche la rabbia divenne pasto della fatica. Nemeria ascoltava i consigli di Roshanai, ma non aveva il tempo di elaborarli che la sua attenzione deviava sul corpo e sull'urgenza di parare quei colpi troppo veloci perché potesse davvero sperare di farcela. Le poche volte che riuscì a respingere i suoi assalti non ebbe nemmeno la soddisfazione di vedere il sudore o una smorfia di stanchezza sul suo viso.
Alla fine della giornata, quando terminarono l'allenamento, Nemeria non riusciva a reggersi in piedi. La tunica le si era appiccicata al corpo e sembrava essersi fusa in prossimità delle ferite, diventando quasi un'estensione slabbrata della sua pelle.
Roshanai la fissava con un sorriso soddisfatto, da gatta che ha appena finito divorare la cena. Reza attendeva con le mani intrecciate dietro la nuca, appoggiato alla colonna bianca sul lato sinistro del quadriportico.
- Domani, puntuale al campo del fuoco. - ordinò.
- Sì. - sibilò Nemeria.
- Io ora vado a cena. Tu occupati di pulire l'arma e di rimetterla a posto. - rinfoderò la talwar con un gesto fluido del braccio, - E prima di andare in camera, passa da Nande a farti medicare. -
Non appena Roshanai e Reza se ne furono andati, Durga le fu subito accanto. Profumava di menta, caldo e zuppa d'orzo.
- Ti ha davvero conciata male. -
- Poteva... - Nemeria si interruppe per riprendere fiato, - Poteva andare peggio. -
- Mh, credo che questo sia il peggio del peggio del peggiorissimo. - commentò e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, - Ce la fai ad andare a lavarti? Io vado ad avvisare Noriko di prendere un vassoio anche per te. -
Nemeria annuì, avvertendo i crampi della fame. Masticò i granelli di sabbia tra i denti e si focalizzò sul loro scroccare. Si sentiva in bilico su una corona di fiamme, sospesa in quella condizione pericolante, tra la rabbia e la calma.
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Fighting Fire
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" "Un bambino è la forma più perfetta di essere umano." (Vladimir Nabakov) Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che è una Jinian, una figura leggendaria capace di dominare i quattro elementi. Sotto la guida de...