Il coraggio di non aver paura [3/4]

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- Scoiattolo? Non hai più fame? -

La voce preoccupata di Altea la richiamò alla realtà. Nemeria si rese conto di avere in mano il piatto ancora pieno per metà e che loro due erano le uniche rimaste attorno al fuoco. Chalipa e Afareen erano vicino al muro presso le loro tende, intente a sciacquare le stoviglie in un catino senza rivolgersi la parola.

- No, sono piena. Ne vuoi un po' tu? - le chiese, per poi accorgersi un secondo dopo che anche la porzione di Altea era quasi completamente intatta.

- Mi sa che siamo in due ad avere la pancia piena stasera. - scherzò.

- Già. - mormorò la più piccola in tono mesto.

- Nemeria... pensi che Hirad si riprenderà mai? - domandò la Sha'ir tornando seria.

- Non lo so. Possiamo solo sperarlo. -

Le fiamme guizzarono sul viso di Altea, evidenziando tutti i segni delle sevizie subite da Dariush, e le donò un'aria ancora più triste e malinconica.

- Sai, non mi aspettavo che avrebbe reagito. Hirad è la persona più tranquilla che conosca, non avrei mai creduto che avrebbe avuto il coraggio di contraddire Dariush. Non puoi immaginare quanto mi senta in colpa per quello che è successo... è solo colpa mia... se fossi uscita di nuovo a fare la spesa, adesso le cose sarebbero come prima. Ero io quella che meritava la punizione, non lui. -

Nemeria la avvolse in un abbraccio e le permise di affondare il viso nella sua spalla. La strinse come quel pomeriggio, la cullò dolcemente permettendo al calore del suo corpo di passare in lei tramite carezze incerte e un po' goffe, finché non smise di piangere. Nonostante la sensazione di impotenza, quando Altea si calmò il cuore di Nemeria si alleggerì, come se vederla asciugarsi le lacrime e andare via a testa alta verso la sua tenda e non quella di Dariush l'avesse sollevata da un grande peso.

"Forse non sono così inutile, forse posso salvare qualcuno. Sì, proverò a cambiare le cose."

Con quel pensiero, si recò alla sua tenda. Vide una luce multicolore provenire dall'interno e, quando entrò, si accorse che Noriko era ancora sveglia. Lo stupore divenne ancora più evidente non appena notò che ad emanare luce era la fanoos che penzolava sopra le loro teste. La fiammella all'interno spandeva la sua luce su tutto il mosaico, ricalcando ed enfatizzando l'intreccio di fiori che, come una trama molto stretta, avvolgeva tutta la superficie della lanterna.

- Non ne avevi mai vista una accesa? -

Noriko allungò la testa all'indietro, inarcandosi leggermente sulla stuoia in modo da poterla guardare meglio. I capelli rossi erano sparsi tutti attorno alla sua testa e nella luce tenue e aranciata sembravano i raggi del sole morente. Il livido sotto l'occhio destro era nascosto dalle ciocche ribelli.

Nemeria gattonò fino alla lanterna senza staccarle gli occhi di dosso, incantata dalla danza della fiamma. Attraverso i tasselli del mosaico, intravide una figura femminile e quasi le mancò il fiato quando riconobbe l'elementale che le aveva fatto visita tempo prima. Le sue mani si intrecciavano sinuose seguendo il corpo in movenze eleganti, ampie e dolci, ipnotiche.

- No, non le avevo mai viste. - rispose incerta, sfiorando con deferenza il fanoos.

- Ti piacciono? -

- Trovo la loro luce suggestiva. -

- Allora non hai mai visto lo spettacolo che offrono per le strade durante il Randama. Vengono appese ovunque, illuminano le strade come se fosse giorno. Nel Quartiere del Sole però sono sempre accese, se vuoi posso portarti a vederle. -

Nemeria annuì distrattamente, prima di rendersi conto di cosa avesse fatto. Distolse la sua attenzione dalla lanterna e la posò su Noriko. Il suo viso non lasciava trasparire alcuna emozione, così come la postura disinvolta del suo corpo. Per lei, quello che era successo poco prima non contava nulla.

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