Passi brevi e concitati le comunicarono che Durga era tornata. Si fermò alle sue spalle e Nemeria la vide inginocchiarsi a bordo piscina.
- Allora, te la devi passare ovunque e strigliarti per bene. - le porse un vasetto con dentro dell'argilla che spandeva un delicato profumo di menta, - Se vuoi, sulla schiena te lo passo io! -
- No... no, meglio di no. -
- Ma come, non sarai certo puli... - si interruppe di colpo quando Nemeria si allontanò di mezzo braccio dal bordo, - Scusami, me ne ero dimenticata. -
- Non ti preoccupare. -
Nemeria si sedette di fianco a Durga, con solo i piedi a mollo, e si cosparse le braccia e le gambe con l'argilla.
- Hai fatto pace con Ahhotep? -
- Sì, sì, abbiamo fatto pace. Lei non è cattiva, sai? Diciamo che si sente molto sola e triste da quando è qui. -
“Se si comporta così, non avrà mai altri amici.”
- Ahhotep è arrivata qui prima di me, però ci conoscevamo già da un po'. Io sono arrivata a Kalaspirit con tanti altri, ma il fratello del mercante che ci aveva comprato era stupido. Una sera era così ubriaco che si è lasciato fregare le chiavi come un allocco! - ridacchiò, - Tutti quelli che erano sul mio carro sono scappati. Però io a Kalaspirit non conoscevo nessuno, ero da sola e sapevo che non potevo usare il mio dominio, sennò mi avrebbero catturata subito. Ho incontrato Ahhotep mentre cercavo qualcosa da mangiare nella spazzatura di un ristorante. È stata lei a farmi entrare nei Falchi. -
Nemeria annuì e restò in silenzio. Le sembrava di ascoltare la propria storia, ogni sua parola le evocava i membri della Famiglia, il tempo passato assieme a imparare, ridere, cucinare. La nostalgia di quei giorni e del come erano finiti era una ferita ancora aperta.
- Ahhotep mi ha accolta, si è presa cura di me e mi ha difesa dai Falchi più antipatici. - continuò Durga, - Pure gli altri, a loro modo, le volevano bene, anche se erano arrivati al limite. Io non so cosa sia successo dopo che gli uomini di Tara mi hanno catturata e Tep non mi ha mai raccontato come andò, ma io so che ci sta male per aver perso Shaya e tutti gli altri. -
- Ah, quindi tu non sei giunta qui con lei? -
- No, sono stata catturata una decina di giorni prima. Tara non mi ha fatto venire subito qui perché stavo male e temeva che, allenandomi, sarei peggiorata. -
Nemeria annuì e poi scivolò di nuovo in acqua. L'argilla si sciolse e si sparse sulla superficie, allargandosi come una macchia di fango.
- Allora Zahra non si è sognata tutto: la nostra Fiammella è davvero qui. -
Nemeria si girò di scatto. Abayomi avanzava tranquillo verso di loro, con solo il pestemal avvolto sui fianchi. Gocce di sudore gli punteggiavano il viso e le braccia, districandosi sulla grossa ustione che copriva metà del petto e del braccio destro.
- Cosa vuoi? -
- Quanto siamo astiose... e dire che sei qui solo grazie a me, il tuo mentore. -
- Per poco non mi facevi ammazzare. -
Il ragazzo schioccò la lingua e si sistemò la benda sull'occhio, un semplice fascia nera che, unita alla cicatrice sul viso, gli dava un'aria truce, da pirata.
- Ma non è successo e ora sei qui. Se non ti avessi spinta a combattere, ora saresti solo una schiava in mano a chissà chi, com'è successo alle tua amica. -
- Tu... tu sai cos'è successo a Kimiya? - indagò con urgenza Nemeria, sporgendosi verso di lui.
Il sorriso sul viso di Abayomi divenne una fessura scoperta sui denti.
- Potrei saperlo, sì. -
Nemeria uscì dall'acqua in un balzo e marciò fino ad essere faccia a faccia con lui.
- Dimmelo. -
- Cosa mi offri in cambio? -
- Non ti spacco la faccia. -
La rabbia era lì, ancora viva e bruciante. Parlava con lei e per lei, sobillava l'elementale pretendendo la sua forza. L'acqua evaporò dalla pelle come l'umidità al sole.
- Sono appena uscito dall'harara, ho sudato abbastanza. - sogghignò il ragazzo e fece un passo indietro senza scomporsi, - Se mi tocchi, mia bella Fiammella, non credere che me ne starò zitto. Tyrron è stato gentile l'ultima volta, ma se osi anche solo sfiorarmi al di fuori dell'arena, sappi che le dieci frustate del primo giorno saranno niente a confronto. Mina è una sadica, ma Adel, il mio padrone, è un uomo giusto e come tale farebbe applicare la legge alla lettera. - si mise una mano sulla bocca e si piegò come per rivelarle un segreto, - Si dice che, dopo quaranta frustate, anche gli uomini più grossi svengano. Ma magari tu sei così speciale da poterne sopportare cento... -
Il cuore le saltò in gola e il sangue defluì dal viso. Prima che il desiderio di colpirlo avesse la meglio, Nemeria arretrò ripristinando una distanza di sicurezza.
- Vedo che sei ragionevole. Allora, io adesso ho bisogno di lavarmi da tutto questo sudore, poi, quando mi verrà in mente cosa vorrò in cambio dell'informazione sulla sorte della tua amica stupida, ne riparleremo. -
Abayomi si tolse il pestemal e si deterse il sudore dalla fronte, prima di buttarsi in acqua. Nemeria lo seguì mentre nuotava sull'altra sponda.
“Mi chiedo quanto può resistere un uomo nell'acqua rovente?”
Aprì e chiuse la mano. Era meno calda della pietra di luna e dell'oricalco, ma avrebbe potuto provare a immergerla.
- Nemeria...? -
Durga era al suo fianco e la guardava stralunata, il pestamal e le bende strette al petto. La sua rabbia si protrasse anche verso di lei e per un momento il desiderio di distruggerla, di osservare il suo corpo bruciare, divenne così pressante da toglierle il fiato. Sarebbe bastato un suo tocco, uno sfioramento casuale, perché sbocciassero le fiamme.
“No!”
- Stai male? -
- Andiamo fuori, mi sento soffocare. - borbottò Nemeria, dando le spalle alla piscina.
Agguantò Durga per il polso e la trascinò negli spogliatoi, dove si sedette su una delle panche e intrecciò le dita sulle ginocchia. Tremava e il sudore inquinò le poche gocce d'acqua che ancora le imperlavano le braccia e la schiena. Con gli occhi chiusi e la sua stessa voce che scandiva i secondi, il tempo parve dilatarsi ed evaporare.
- Chi era quello? -
Nemeria inspirò e raccolse i pochi pensieri scampati alle fiamme.
- Era il capo della banda dei Cani. - riuscì a dire.
- Lo odi? -
- Non lo so. -
Schiuse le palpebre. Il profilo delle gambe di Durga era sfocato e il colore della sua pelle un acquerello troppo diluito.
- Non so chi sia Kimiya, però magari posso provare a chiedere ad Ahhotep se ne sa qualcosa. - si offrì con un sorriso.
- Pensi che accetterà? -
- Certo, altrimenti le metterò il broncio finché non mi dice di sì. -
- Grazie, io... -
- Se Kimiya è tua amica, è anche mia amica. -
Sorrise e i suoi occhi inchiodarono il cuore di Nemeria al muro, la fecero vergognare per aver anche solo accarezzato l'idea di ucciderla.
- Finisci di vestirti e andiamo a trovare Noriko, prima che si faccia tardi. -
Nemeria si asciugò rapidamente, lasciò il pestemal nella cesta sotto gli scaffali e si affrettò dietro Durga. La Scuola si stava svegliando e i corridoi erano affollati anche da bambini parecchio più giovani di lei. Alcuni avevano ancora gli occhi semichiusi e, nonostante fossero vestiti, si affidavano alla guida dei loro compagni ben più svegli, come Durga, che erano lucidi pure a quell'ora.
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Fighting Fire
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" "Un bambino è la forma più perfetta di essere umano." (Vladimir Nabakov) Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che è una Jinian, una figura leggendaria capace di dominare i quattro elementi. Sotto la guida de...