Fare sul serio [2/4]

605 95 67
                                    

- Roshanai, dovresti fare rapporto a Tara: è proibito danneggiare un gladiatore al di fuori dell'arena. -

Reza passò accanto a Nemeria e la studiò dall'alto dei suoi sei piedi d'altezza. Lei legò le dita dietro la schiena, raddrizzò quanto poté le spalle e tirò indietro quel poco di pancia che aveva. Voleva mostrarsi coraggiosa, ma il solo ricordo della frusta le fece mancare l'aria.

- Lascia stare. Anche se sarebbe la cosa giusta da fare. - Roshanai si gustò la finta espressione granitica di Nemeria, - Che serva da monito ad entrambe: potete giocare a fare le amiche quanto vi pare, ma nell'arena sarete avversarie. Un'esitazione può mandarti al tappeto e, te lo assicuro, la sconfitta è un marchio difficile da rimuovere. -

Nemeria deglutì e fece segno di aver capito. L'aria le si riversò nei polmoni quando Roshanai le ordinò di seguirla con un cenno del capo. Benché le fosse grata per quella decisione, il sapore amaro della vergogna le aveva rattrappito la lingua e asciugato la bocca.

L'armeria si trovava tra il campo d'allenamento del fuoco e della terra. Era una stanza più profonda che larga, con il soffitto a capriate di legno lucido e nessuna finestra. La luce che entrava dalla porta non arrivava nemmeno a illuminarne il fondo. Le rastrelliere erano state disposte lungo le pareti e ospitavano diverse armi, tutte ordinatamente disposte per tipo e materiale. Nemeria ne riconobbe alcune, ma si rese ben presto conto che la maggior parte le risultavano estranee.

Reza marciò fino a una rastrelliera e Roshanai lo raggiunse a rapidi passi, insieme a Nemeria.

- Questa è una qama. - le illustrò, indicando una daga dalla lama lunga e dritta, - Forse la conosci col nome di ghameh. Può essere lunga come questa o corta, simile a un pugnale. Per i combattimenti in arena si usa questa. Dubito però tu abbia la forza e la coordinazione per usare anche uno scudo. -

- Guardala, Reza: si allena tutti i giorni ed è ancora un insetto stecco. - rispose Roshanai al suo posto, - Trovale qualcosa di meno impegnativo. -

L'uomo annuì e tornò a studiare le diverse armi. Erano tutte di metallo, almeno da quello che Nemeria poteva vedere, ma non le parve che nessuna fosse affilata. Probabilmente, rifletté, era una misura precauzionale perché nessuno morisse durante gli allenamenti. Dal canto suo, aveva troppi pensieri per la testa per curarsi davvero di quale sarebbe stata la scelta di Reza.

"In qualsiasi caso, si andrà a sommare alle cose che dovrò imparare a fare, volente o nolente."

- Questa potrebbe andare bene. - Reza sfilò una shamshir senza decorazione e la mise sotto gli occhi di Roshanai, - Niente controtaglio, molto ricurva, guardia a crociera scudata, né troppo pesante, né troppo leggera. Rispetto a una spada normale è meno versatile, ma è ottima per colpire rapidamente senza rischiare di impigliare la lama. -

Roshanai la prese in mano e la soppesò, prima di porgerla a Nemeria. Lei la impugnò e rimase sbalordita nel constatare che riusciva a tenerla senza doversi sforzare troppo.

- Trenta pollici non sono nemmeno tanti. Dovrebbe riuscire a maneggiarla in breve. -

Un ansimare alle loro spalle li avvertì che Durga era tornata. Aveva le spalle e la parte alta delle braccia fasciate già lucide di sudore.

- Quasi puntuale, complimenti. - sogghignò la Syad.

Durga rimase piegata sulle ginocchia giusto il tempo di riprendere fiato. Poi, con quanta più dignità poté, si trascinò fino a pochi passi dalla rastrelliera.

A vederla sorridere come se nulla fosse successo Nemeria provò un misto tra sollievo e rabbia.

- Dalle il kilij. - ordinò Roshanai.

Fighting FireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora