Nei nove giorni che seguirono, Sayuri si impegnò per distruggerle. Cominciavano ad allenarsi la mattina presto, subito dopo colazione, e andavano avanti fino ben oltre l'ora di pranzo o di cena. La Syad era inflessibile, ma non infieriva mai troppo su di loro, nemmeno quando doveva riprenderle più d'una volta per correggere la posizione delle braccia o l'angolatura delle gambe. Era una scalata verso la perfezione e l'apprendimento del wushu era solo il primo gradino.
La mattina era Durga a venirla a tirare giù dal letto con la scusa che lei non sentiva il canto del gallo. E in effetti era vero, ma d'altronde Nemeria riusciva a prendere sonno solo poco prima che albeggiasse e la stanchezza le tappava le orecchie. Aveva le gambe così rigide e le braccia così doloranti che, a volte, le sembrava di dormire su un letto di chiodi. Nonostante il dolore, però, la mattina si alzava, si andava a lavare e poi incespicava in infermeria. Dopo i primi giorni, non aveva visto più i ragazzi ed era rimasta come ospite fisso solo Noriko. Quando Nemeria andava a farle visita, dormiva serena. Soltanto una volta, intorno al terzo giorno, Nande le impedì di avvicinarsi.
- Stanotte ha avuto la febbre, è meglio se per oggi ti limiti a farti cambiare le bende. -
Nemeria avrebbe voluto protestare, ma poi, notando il colorito pallido delle sue labbra, si era rimangiata qualsiasi obiezione: la malattia non era qualcosa contro cui potesse combattere e, per quanto desiderasse starle accanto, non poteva permettersi di stare male, non ora che aveva Batuffolo di cui prendersi cura.
Il cucciolo sembrava trovarsi a suo agio in camera di Nemeria. Dormiva tanto e non era raro che si svegliasse solo quando lei tornava per portargli il cibo. Spesso accadeva che non riuscisse a risalire, lasciando Batuffolo a digiuno. O almeno così credeva, finché quasi non scivolò su un osso di pollo mentre rientrava. All'inizio, ogni volta che saliva in camera si aspettava di trovarsi Tyrron e Koosha, il padrone della scuola, pronti a punirla. Poi si rese conto che, chiunque fosse a prendersi cura del caracal, intendeva davvero mantenere il segreto: l'acqua non mancava mai, così come una ciotola di latte o un pezzetto di carne. Le fece anche trovare una specie di tiragraffi fatto da un tronco di legno avvolto da pesanti e spesse corde, che ben presto divenne il nuovo passatempo di Batuffolo.
Al decimo giorno, Noriko tornò a dormire nella loro stanza. Era pallida, un po' più magra e si stancava in fretta. Tuttavia, nonostante la fatica che faceva a piegarsi, non appena rimasero sole si lasciò abbracciare. Non aveva ancora recuperato tutte le forze, ma non era importante: erano di nuovo insieme e questa era l'unica cosa che contava.
La mattina seguente, un bussare insistente alla porta svegliò Nemeria. Al posto di alzarsi, decise di infilare la testa sotto il cuscino. Batuffolo, che ancora si rifiutava di dormire nella sua cuccia di stracci, si acciambellò al suo fianco.
- Tu e quella palla di pelo siete uguali. - la riprese Noriko.
Un mugugno e un miagolio stizziti furono la risposta che ottenne.
- Vado ad aprire io, non scomodarti. - aggiunse la ragazza in un borbottio scocciato.
Nemeria si stiracchiò e sbadigliò. La fatica del giorno prima le aveva reso i muscoli di pietra.
- Come ti senti? -
La voce di Bahar la destò completamente. Scese giù dal letto e allungò il collo oltre la spalla di Noriko.
- Sto bene. Mi ero stufata di stare in infermeria. - rispose Noriko, - Come mai sei qui? -
- Tyrron voleva essere sicuro che ti fossi ripresa. Dice che sei giorni fa eri un cadavere, sarà contento di sapere che sei quasi come nuova. - indugiò un istante e si schiarì la gola, - Non penso che Nemeria te lo abbia detto, ma vi ha anche invitate ad andare all'arena. Oggi. -
- Sono obbligata a venire? -
- No, se non vuoi. -
- Allora credo andrò ad allenarmi. - dichiarò e guardò Nemeria, - A te forse farebbe bene una pausa. Non sei abituata ad esercitarti tutti i giorni. -
“Non sono abituata a Sayuri e basta.”
- Non penso di poter declinare l'invito. -
Bahar ridacchiò: - Credi bene. Ti aspetto assieme a Morad di sotto. Facciamo colazione per strada. -
Nemeria annuì e, non appena la ragazza se ne andò, si tose la “tunica da letto”, un altro dono che le aveva permesso si smettere di usare quella buona che aveva da prima che Tyrron la catturasse. Si preparò quanto più in fretta poté, per poi farsi accompagnare da Noriko in infermeria. Intercettò diverse occhiate di Nande rivolte alla sua compagna, ma non aveva la forza mentale per preoccuparsene.
“È una guaritrice, è normale.”
- Bene, direi che sta andando tutto liscio. - annunciò osservando i segni delle frustate, - Rimarranno le cicatrici, questo poco ma sicuro, però non ci sono segni di infezione. Non serve che ti dica che non devi fare sforzi eccessivi, vero? -
- Oggi non farò nulla, vado con Tyrron all'arena. -
- Ottimo, serve un po' di svago, soprattutto per una bambina in crescita come te. - fece per aggiungere altro, ma Noriko si inserì nel discorso.
- Dovresti sbrigarti. Tyrron non ha molta pazienza. -
Nemeria la fissò corrucciata.
- A me non sembra di averci messo così tanto. - obiettò.
- In realtà sì. Tra il bagno e la palla di pelo, hai perso molto tempo. -
- Allora vado. Tu non vieni? -
- No, lei deve ancora farsi visitare da me. - disse Nande.
- Sì, non ti preoccupare. Tu vai, mi occupo io di tutto. - la rassicurò Noriko con un pallido sorriso.
Nemeria era restia. Le sembrava che ci fosse qualcosa che le sfuggiva, che i giochi di sguardi tra Nande e Noriko non fossero casuali, ma non aveva davvero tempo per rifletterci. Era già fortunata che Tyrron non avesse ancora scoperto quello che aveva detto alle guardie, non avrebbe tirato ulteriormente la corda.
- A stasera. -
- Divertiti. -
Nemeria esitò un istante sulla soglia, infine uscì senza voltarsi indietro.
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Fighting Fire
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" "Un bambino è la forma più perfetta di essere umano." (Vladimir Nabakov) Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che è una Jinian, una figura leggendaria capace di dominare i quattro elementi. Sotto la guida de...