Il coraggio di cambiare [3/4]

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Ars e Noriko la fissarono a lungo perplessi, tanto che Nemeria temette di non essersi seduta nel modo corretto.

- Come ti chiami? - tossicchiò Ars, nascondendo il divertimento dietro un colpo di tosse.

Nemeria spostò lo sguardo alla ricerca di quello della sua compagna, nella speranza che le suggerisse come dovesse comportarsi, ma Noriko, a parte un mezzo sorriso d'incoraggiamento, non si scucì.

- Mi chiamo Nemeria, signore. - disse tutto d'un fiato.

- Niente formalità, non sono ancora così vecchio da meritare tutta questa deferenza. Piuttosto, non essere così rigida! Non sei di certo al cospetto del sultano o del sovrano celeste. -

- Sì, infatti, impettita così sembri un piccione. - commentò Asuka, riemergendo dal cucinotto con un piatto di porcellana pieno di biscotti e quattro tazze fumanti.

Si sedette vicino ad Ars a gambe incrociate, porse a tutti una tazza e attese che si servissero. Nemeria fu l'ultima: voleva assicurarsi di non sbagliare, la brutta figura di prima l'aveva fatta vergognare abbastanza. Inzuppò il biscotto nel tè solo quando vide anche Noriko farlo.

- Hai un nome davvero particolare, Nemeria. Anche il tuo aspetto è singolare. Se posso chiedere, i tuoi genitori venivano dal Nord? - domandò Ars.

- No... non proprio. Non ho mai conosciuto i miei genitori, ad essere sincera. -

Era una mezza verità. Sua madre era una delle Anziane o una Jinian, mentre il padre... quello proprio non lo sapeva. Poteva essere un "Ikaelan" o uno dei Jinean della tribù. In qualunque caso, non l'avrebbe mai saputo, anche se la sua gente fosse sopravvissuta: l'identità dei genitori non veniva mai rivelata e i Jinean, le controparti maschili delle Jinian, raggiunta una certa età, abbandonavano la tribù portando con loro il segreto.

- L'unica cosa che so è che questo nome lo ha scelto mio padre, ha insistito perché lo portassi. - aggiunse e si concentrò sul tè fumante per sfuggire allo sguardo carico di compassione dell'uomo.

Non voleva la pietà di nessuno, eppure era l'unico sentimento che sembrava suscitare negli altri.

- È davvero bello, tuo padre aveva buon gusto. Ha un qualche significato? -

- Ars, stai mettendo la nostra ospite in imbarazzo. - lo rimbeccò Asuka con una gomitata, - Guardala, a momenti diventa un uovo a forza di incassare la testa nelle spalle! -

- Scusami, non era mia intenzione. -

- Invece di scusarti, finisci di bere prima che si freddi, sennò poi ti lamenti che non riesci a berlo e mi costringi a rifarlo. E voi due sputate il rospo: perché siete qui? Noriko non viene mai per una semplice visita di cortesia, sopratutto se abbiamo un debito nei suoi confronti. -

La ragazza sorseggiò l'ultimo goccio di tè, socchiudendo appena le palpebre come se volesse godersi quel sapore per l'ultima volta.

- Desidero che rasiate la testa di Nemeria. - rivelò infine.

Asuka e Arsalan strabuzzarono gli occhi, e Nemeria per poco non si strozzò. La fissò intensamente augurandosi che stesse scherzando, ma non c'era ombra di divertimento nella sua espressione.

- Posso sapere il motivo di una scelta così drastica? - si azzardò a chiedere Arsalan.

- Nella tana qualcuno ha portato i pidocchi. Io sono sempre fuori e ho i capelli sempre legati, Nemeria invece si occupa per lo più di faccende interne. Credo sia la cosa migliore per tutti, almeno finché non avremo risolto il problema. -

- La tua amica non mi sembra molto d'accordo. Immagino non fosse a conoscenza dei tuoi piani. - le fece notare Asuka.

Noriko agguantò con indifferenza un altro chinsako dal piatto. A Nemeria era passato l'appetito. Sbocconcellò il suo biscotto e si inumidì le labbra secche con il tè senza proferire parola, i pensieri che l'assordavano e vorticavano impazziti.

- Nemeria? Tutto bene? Sei pallida come un cencio, piccola. - la richiamò Ars preoccupato.

La bambina scosse la testa e posò la tazza in grembo. Guardando il suo riflesso sul fondo, si accorse di avere gli occhi lucidi. Non aveva mai avuto un attaccamento speciale ai suoi capelli, Etheram ed Hediye dovevano litigare sempre con lei per pettinarglieli, più volte aveva desiderato tagliarli, eppure adesso quella decisione le pesava come un macigno sul cuore.

- È la cosa migliore da fare. - Noriko le strinse la spalla e la scosse appena per farle forza.

- E poi ricresceranno più sani e forti. - la rincuorò Ars con un sorriso bonario, - Anche Asuka li ha dovuti tagliare quando portai a casa i pidocchi e ora guardala: ha un cespuglio indomabile. -

- So che doveva essere un complimento, ma non ti è uscito molto bene. - lo rimbeccò caustica lei, tirandogli un'altra gomitata tra le costole, prima di rivolgersi di nuovo a Nemeria, - Fintanto che non sento dalla sua bocca che è d'accordo, io non prendo nemmeno il rasoio. -

Nemeria afferrò una ciocca, una delle tante che era sfuggita alla morsa del nastro, e l'attorcigliò attorno al dito, accarezzandola con l'altra mano come Rakhsaan faceva col suo pupazzo di pezza. Anche Etheram aveva sempre portato i capelli lunghi, li aveva fatti crescere finché non erano arrivati a coprirle la schiena, e man mano che aveva proseguito sul suo cammino per diventare Jinian erano diventati una serica chioma perlacea, in mezzo alla quale facevano capolino alcuni ciuffi castani. I suoi, invece, erano color fuliggine con qualche striatura più chiara. Portò la ciocca davanti al viso e inspirò il profumo di cannella, coriandolo e nardo, ancora vivido nei suoi ricordi.

- Dove mi devo mettere? - sbuffò arresa.

Asuka si alzò in silenzio, si avviò nel retrobottega e ricomparve con una scatola di legno bianco levigato tra le mani.

- Ars, tu occupati dei pigmenti e pensa a un disegno da tatuare. -

- Mi farete un tatuaggio sulla testa? - indagò incredula Nemeria.

- È ovvio! Avere una testa completamente calva per una ragazza non è mai una cosa bella. Prima che tu me lo chieda, sì, i capelli ricresceranno anche con i tatuaggi. Spostati, Noriko, intralci l'artista se stai così appiccicata alla mia cliente. -

Noriko aggrottò le sopracciglia irritata, ma andò a sedersi contro il muro senza ribattere. Asuka si posizionò alle spalle di Nemeria, il rasoio già in mano, e le domandò se fosse pronta.

"No."

- S-sì. - balbettò tesa.

- Bene, allora mettiti comoda, ci vorrà un po'. -

Dopo averle sciolto la treccia ed essersi assicurata che non ci fossero nodi, Asuka cominciò a lavorare. Tagliò una ciocca dietro l'altra, dapprima piano, come se si aspettasse da un momento all'altro che Nemeria le dicesse di fermarsi, poi, quando il tatami fu ricoperto da un tappeto di ciuffi neri, grigi e bianchi, iniziò a raderle la testa, la lama che sfiorava il cuoio capelluto a ogni passata. Era brava, precisa, scrupolosa, non doveva essere la prima volta che faceva una cosa del genere.

Nemeria tenne gli occhi bassi, ignorando ostinatamente i ciuffi tagliati che svolazzavano verso il basso. Sapeva che, se li avesse guardati, sarebbe scoppiata a piangere ed era stanca di mostrarsi debole, di consumarsi nel ricordo di ciò che aveva perso. Strinse i pugni e cercò conforto nello sguardo di Noriko. Le fece un lieve cenno del capo e Nemeria si sentì stranamente rinvigorita. Ricacciò indietro le lacrime, abbozzò un sorriso e trasse un profondo respiro. Per la prima volta da quando era arrivata a Kalaspirit, le sembrò di riuscirci davvero.

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