La prima volta [2/4]

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Uscirono a grandi falcate dal refettorio e si diressero verso il campo del giorno prima. Sayuri era lì ad attenderle, vestita con un pantalone di cotone nero molto ampio e una giacca a maniche lunghe rossa. Davanti a lei, dritte come steli d'erba congelati, immobili nella posizione del loto, c'erano due ragazze. Quella a sinistra non si mosse e, a giudicare dall'altezza, doveva avere un paio d'anni più di Noriko, mentre l'altra aveva l'età di Nemeria. Quando furono vicine, si girò e le puntò addosso due occhietti da furetto gialli come quelli di un gatto.

- Durga, non ti ho dato il permesso. - la riprese Sayuri e la bambina si ricompose in un sussulto.

La syad attese che avesse riacquistato la posizione, prima di spostare la sua attenzione sulle nuove arrivate. Noriko si inchinò e Nemeria si affrettò a imitarla, anche se non con la stessa compostezza.

- Sono stupita che tu riesca a reggerti in piedi dopo l'allenamento di ieri. Non sei così debole come pensavo. - la salutò e accennò un sorriso che riempì Nemeria d'orgoglio.

La stanchezza e il dolore passarono immediatamente in secondo piano.

- Durga, Ahhotep. Riposo. -

A quel comando, la bambina balzò in piedi e si sgranchì le gambe, mentre Ahhotep roteò le spalle con calma, alzandosi con aria indifferente. Era alta, superava Noriko di un paio di pollici, magra e sinuosa come un serpente, con la pelle abbronzata tesa sulle clavicole sporgenti, sfiorate dai ciuffi sfuggiti alla coda.

- Prima di riprendere l'allenamento, ora che ci siete tutte, le spiegazioni mi sembrano d'obbligo. Sarò breve: tu e tu. - indicò Nemeria e Durga con un gesto del mento, - Rimarrete con me fino a quando la syad del fuoco non si sarà ripresa. Ho notato che non avete una buona preparazione, né fisica né spirituale. Al corpo si può rimediare, ma perdere l'anima e la ragione significa diventare Jin e smettere di essere umani. Gli dei ci hanno imposto di ospitare dentro di noi un elementale. Il motivo ci è precluso, possiamo solo accettare questa condizione, senza però abusarne.-

Il tono di tetra rassegnazione con cui pronunciò quelle parole colpì Nemeria, così come le nuvole che si addensarono nel suo sguardo. Mantenne le spalle dritte, i suoi occhi prima in quelli di Noriko, ora in quelli di Durga, dignitosa e fiera, un soldato solo contro la marea.

- I quattro elementi sono i costituenti dell'universo, da loro la vita nasce e ad essi torna, in un ciclo eterno di cui noi non siamo altro che granelli seppelliti nell'infinito divenire. Il fuoco è lo stato ardente e il caldo, l'aria è quello gassoso e il freddo, l'acqua è il liquido e l'umido, e infine la terra è il solido e il secco. La vita nasce dalla loro armonia, dal loro modo di interagire e dalle qualità che si combinano per formare tutto ciò che è percepibile ai nostri sensi. Le chiamiamo rhizai, le radici, e racchiudono e sostengono l'essenza dell'universo stesso. -

Nemeria si affrettò ad annuire non appena Sayuri posò lo sguardo su di lei. Non erano cose che non sapesse già, ma anche ora, come quando era Fakhri a spiegarle, le sembrarono inutili, teorie complesse per descrivere una realtà molto più semplice.

- Il fuoco è l'unità, l'aria la dualità, l'acqua la creazione e la terra la materialità. I primi due sono attivi, sono gli agenti di cambiamento spirituali, più sottili e più perfetti dei loro fratelli passivi, che sono il trampolino per innalzarli e il peso per trascinarli in basso. - continuò Sayuri, - Amici e nemici, essi vivono per contrasti. Gli elementali che risiedono dentro di voi sono così: la materialità del vostro corpo li tiene inchiodati in una gabbia di carne e ogni volta che li richiamate, che esigete un prestito della loro potenza, una parte di questa distrugge la vostra anima. All'inizio non ve ne accorgerete, vi sembrerà di essere sempre gli stessi, ma una parte di voi andrà irrimediabilmente persa, annegata, bruciata, soffocata o sepolta da quel potere che avete richiesto di poter usare. -

Durga incassò la testa tra le spalle e si fece piccola piccola. I capelli scompigliati e il viso tondo, schizzato di lentiggini, le conferivano un'aria da cucciolo bastonato. Agli occhi di Nemeria era un'anima affine, la sentiva vicina e le sarebbe piaciuto rassicurarla, anche se per scacciare la paura avrebbe dovuto dirle una bugia.

- Per questo è vitale che impariate a dosare le vostre richieste. Siete nati Dominatori e morirete come Jin, ma, per quanto possibile, dovrete ritardare l'inevitabile. Io e gli altri syad vi insegneremo a far divertire il pubblico e a tenere sotto controllo la vostra forza. - concluse e le invitò ad allinearsi davanti a lei, scandendo bene le parole e disegnando delle mosse precise con braccia e gambe, - Chi Len Hou Wan Yao. -

Nemeria si mise vicino a Noriko e copiò tutti i suoi movimenti, come il giorno precedente. Erano tecniche finalizzate a rafforzare i muscoli senza sforzarli troppo, eppure per lei erano quanto di più difficile e doloroso avesse mai provato. Sentire tutte le fibre tendersi contro la pelle tagliata, le loro contrazioni quando allungava un braccio o si piegava per toccarsi la punta dei piedi, era una pugnalata che risvegliava il tormento che l'aveva tenuta sveglia per tutta la notte precedente. Quando Sayuri diede loro il permesso di andare a mangiare, un'ora dopo che la pausa pranzo era finita, l'unica cosa che Nemeria agognava davvero era un letto.

- Se ti sdrai ora, non ti rialzerai più. - la ammonì Noriko.

"Non volevo, infatti."

Nemeria trasse un lieve respiro, incurante del formicolio di poco dietro le costole.

- Tu sei come me! -

Durga le saltellò vicino e le si mise davanti. Il naso a patata campeggiava nel viso e attirava l'attenzione quasi quanto i suoi occhi giallo citrino.

- Sono... come te? -

- Anche io domino il fuoco! - rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, - Non l'avrei mai detto, sai? Non hai la faccia da Dominatrice del fuoco. -

- E come sarebbe? -

La bambina gonfiò le guance e si morse il labbro inferiore, quello più sottile.

- Dovresti essere più grintosa e meno triste. Ti ho guardato durante l'allenamento, digrignavi i denti come un cane e avevi le lacrime agli occhi. -

- Ho solo male per le frustate, tutto qui. -

Durga spalancò gli occhi e le si parò davanti, lo sguardo acceso dall'entusiasmo.

- Allora sei tu quella che ha fatto volare Roshanai contro la colonna? Davvero? E come hai fatto? -

"Bella domanda."

- Ho fame, potete parlare al refettorio. -

Il tono gelido di Noriko freddò la bambina sul posto e pose fine a qualsiasi tentativo di conversazione. Ahhotep le scompigliò i capelli e poi le diede una pacca sulla spalla per incitarla a muoversi.

- Ha ragione, prima mettiamo qualcosa sotto i denti, prima potremo tornare ad allenarci. -

- Ma io non voglio! -

- Dai, dai, non fare i capricci. -

La bambina si imbronciò e tirò fuori il labbro inferiore, affondando le mani nelle tasche della tunica di panno. Assomigliava dolorosamente a Rakshaan, una somiglianza così accurata da bruciarle più delle ferite sulla schiena.

- Non ti devi intristire. Sei o non sei una Dominatrice del fuoco? - disse Nemeria, e sorridere le venne naturale quando Durga incrociò il suo sguardo, - Se ti siedi vicino a me, potrai farmi tutte le domande che vuoi. -

- Tutte tutte? -

- Tutte tutte. - ribadì e la bambina l'affiancò zampettando alla sua destra tutta contenta.

Nel refettorio l'attendeva dietro il bancone l'uomo che aveva servito la colazione quella mattina, in compagnia delle guardie. Non erano le stesse, ma tutte, notò Nemeria, portavano una tiara e un'armatura d'oricalco, con spallacci e schinieri senza alcuna decorazione. Le scrutarono con chirurgica attenzione mentre prendevano i vassoi di legno e non staccarono gli occhi finché non si sedettero.

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