Sfida contro se stessi[4/5]

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La sera giunse in fretta. Come ogni giorno, la luce del sole era retrocessa lentamente, per poi cedere il passo al buio luminoso, mantello della luna e delle stelle. Le terme avevano chiuso prima e, in quel momento, a parte lei, Noriko, Tyrron e i soldati che le avevano scortate fino a lì non c'era nessuno. Sotto la luce lattiginosa che invadeva l'atrio, le rifiniture delle loro armature splendevano come se al loro interno scorresse dell'acqua.

Nemeria trasse un profondo respiro, aprì e strinse i pugni molleggiando le ginocchia. Per quanto il velo che le copriva la bocca fosse leggero, l'aria sembrava sfuggirle.

- Signore. - un soldato scese la rampa di scale a grandi passi, - Tutti hanno acceso i fuochi. -

- Ottimo. -

Tyrron si girò verso Nemeria e Noriko. Per l'occasione, sopra i calzoni bianchi, portava una tunica nera con ampie maniche, chiusa in vita da una fusciacca frangiata rossa. I fili di seta che cucivano lo stemma della lince fiammeggiavano sulla spalla.

- Andiamo. -

L'aria fresca e frizzante della sera le investì in un soffio di vento che ingrossò le vesti e asciugò il sudore. Quando anche il cancello venne aperto per la gioia della folla, Nemeria dovette trattenere l'eccitazione. Le persone sgomitavano per vederle meglio, si mettevano sulla punta dei piedi tirando in alto i figli piccoli o facevano leva sulle ringhiere di ferro che delimitavano la strada per scorgere al di là del muro di guardie. E le loro acclamazioni e il loro indicarle con gli occhi spalancati non faceva altro che accrescere in Nemeria la voglia di soddisfare le loro aspettative. Tutto quello che era successo negli ultimi due giorni impallidiva sempre più a ogni sorriso o sguardo sognante che riceveva.

La strada si allargò in una via più grande e, contemporaneamente al loro arrivo, sulla sinistra giunse il gruppo di Tana. Ahhotep vestiva con un abito leggero di un grigio che sfumava sull'ampia gonna, che lasciava scoperte le gambe. Perle azzurre erano state cucite sul petto, seguendo la forma delle ali di una farfalla che sembravano abbracciare i piccoli seni e il collo. Nemeria ci mise un po' a capire che ai piedi portava dei semplici calcei bianchi e che i crisantemi che si inerpicavano fin sotto lo spacco erano dipinti. L'eterea grazia di Ahhotep si stemperava nell'allergia di Durga.

Non appena intercettò lo sguardo di Nemeria, la bambina la salutò con un sorriso raggiante. Prima che Tana potesse dirle qualcosa, in uno slancio corse in avanti, aprì le braccia e salutò il pubblico passando rasente alle guardie, battendo il cinque agli arditi che non si ritraevano. La cintura che le sosteneva i pantaloni sulla vita si aprì come la coda di un pavone, garrendo al vento accompagnata dal trillo impazzito dei sonagli sulla fascia, sulle braccia e sui ricci, pettinati in morbide onde.

Una delle guardie stava per scattare per andarla a riprendere, ma Tana gli fece cenno di no con la testa e tornò a guardala con un sorriso indulgente. Con quel peplo azzurro e le maniche semitrasparenti, sembrava una dea dell'aria, così effimera che sarebbe bastato una raffica più forte per farla volare via.

Attraversarono tutti i Quartieri della città, passando attraverso le piazze e le vie più conosciute. Per Nemeria era strano rivedere quelle strade che per mesi erano state la sua casa, ma senza l'angoscia di tornare alla tana senza aver recuperato abbastanza cibo. Al loro gruppo si unirono gli altri lanisti con i loro gladiatori, i loro vestiti sgargianti e le loro armature luccicanti. Nemeria avrebbe voluto osservarli meglio, ma un'occhiata di Noriko la dissuase.

Giunsero in una piazza rettangolare del Quartiere del Sole. Il vento gonfiava le tende dei negozi e faceva oscillare le fanoos che illuminavano l'ambiente, decine e decine di lanterne colorate sospese come bolle di sapone sopra le teste del pubblico. Su un palco addossato sotto un palazzo di tre piani, c'era un'orchestra, che al loro arrivo attaccò con una canzone dal ritmo scandito da cembali e tamburi. La folla accompagnò la musica battendo le mani o, quando anche gli altri strumenti si unirono alla melodia, ballando sul posto.

Quando terminarono di suonare, Koosha salì sul palco e tutti, persino i bambini, ammutolirono.

- Signori, benvenuti! Non mi dilungherò in chiacchiere. Quelli che vedete sono i nostri migliori gladiatori, gli otto selezionati che domani gareggeranno nell'arena. -

Aveva una voce stentorea che pareva arrivare direttamente dallo stomaco ed esplodergli in bocca.

- Ciò a cui assisterete stasera è solo una piccola parte di quello che sono capaci di fare. Divertitevi e, soprattutto, ricordatevi di loro domani: la loro vittoria dipende anche da voi, non dimenticatelo mai. -

Mentre scendeva dal palco il pubblico applaudì, ma l'attenzione di tutti era già fissata sul ragazzo al centro della piazza. Nemeria aveva l'impressione di averlo già visto, anche se non riusciva a ricordare dove o in che occasione.

- Abayomi di Adel, gladiatore. -

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