Quando arrivò in camera, Batuffolo ronfava tranquillo sul cuscino. Le aveva mordicchiato la federa e strappato le lenzuola in alcuni punti, ma a parte quello non aveva fatto altri danni. Non appena Nemeria si richiuse la porta alle spalle, il cucciolo sollevò la testa e si stiracchiò cautamente, allungando la zampa ferita per ridestare le giunture intorpidite.
- Sei una belva. - lo rimproverò e avrebbe dovuto essere più dura, ma cedette quando Batuffolo cominciò a strusciarsi sulla sua coscia, - Sei un ruffiano. -
Il caracal miagolò e si lasciò cadere a pancia in su, in un chiaro atteggiamento da coccole, e quando Nemeria si arrese al suo fascino felino assaltò la sua mano con morsetti e zampate giocose, muovendo la coda a scatti quasi come un cane.
- Devo trovarti qualcosa per farti le unghie o mi distruggi la stanza. - gli elargì dei grattini sulla testa e poi sotto il mento, - E magari una ciotola per l'acqua. -
Con disappunto di Batuffolo, Nemeria si alzò e, dopo aver posato la ciotola di latte sul pavimento, cominciò a frugare nella stanza alla ricerca di un nuovo recipiente. Di fianco al letto di Noriko trovò un vaso da notte impolverato e sbrecciato.
- Questo può andare. -
Batuffolo stava lappando il latte, quindi Nemeria uscì e corse a perdifiato al piano terra. Non vedeva pozzi, ma da qualche parte dovevano pur attingere l'acqua, no? Non aveva tempo per cercarlo però, non con Sayuri così fissata sulla puntualità. Un'idea le balenò in mente. Oltrepassò il refettorio e il campo d'allenamento dell'aria e si diresse verso il porticato che aveva visto la sera prima. Alla luce del sole era ancora più bello, con i tralicci d'uva dipinti che si arrampicavano su tutte le colonne. Non c'era ancora nessuno. Riempì il vaso con il cuore in gola e, non appena fu pieno, corse di nuovo su per le scale. Batuffolo la accolse con un miagolio e zampettò fino a lei alla ricerca di coccole, incurante del fatto che la sua padrona non avesse fiato nemmeno per stare in piedi.
- Appena... appena torno, mi occuperò di te. Adesso devo andare o Sayuri si arrabbierà. -
Posò il vaso da notte sul pavimento ai piedi del letto e schizzò fuori a rotta di collo, verso il campo d'allenamento del fuoco. Durga e Ahhotep erano già lì, sedute nella posizione del loto, con Sayuri che le teneva sott'occhio.
- Per un soffio. Un minuto ancora e avrei cominciato a conteggiare il ritardo. - la Syad sorrise, le braccia intrecciate sul petto, - Mettiti vicino a Durga, forza. -
Nemeria obbedì. Chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi sul battito del suo cuore e sul ritmo del suo respiro.
"Ma perché ci alleniamo qui se lei è la Syad dell'aria?"
La domanda si fece strada in lei come una pulce e senza alcun preavviso. Era strano pensare che, benché Sayuri non fosse una Dominatrice del fuoco, avesse deciso di farle allenare in quel campo. Non che stessero facendo chissà che.
- Tutte in piedi. - ordinò Sayuri e le studiò con i piedi divaricati ben piantati a terra, - Oggi partiamo con l'allenamento fisico vero e proprio. Cominciate con venti giri di corsa. Mantenete un'andatura costante e non vi fermate finché non ve lo dirò io. Se deciderete di fare di testa vostra, aggiungerò un ulteriore giro, chiaro? -
- Chiaro. - rispose Ahhotep per tutte.
- Bene, mettetevi in riga lì. - indicò un punto alla sua sinistra, - Al mio tre, partite. -
Si allenarono tutta la mattina e il pomeriggio, fino a tarda sera. Sayuri non diede loro tregua. Permetteva loro di fare una pausa di massimo un minuto tra un esercizio e l'altro, per poi obbligarle con uno sguardo autoritario a tornare subito al lavoro. E se all'inizio non era un esercizio così pesante, dopo la prima serie di addominali Nemeria avvertì le forze mancarle. Stare distesa sulla schiena le faceva vedere le stelle e dopo l'ennesima serie di piegamenti non si sentiva più le braccia. Alla fine della lezione, quando il sole era già calato da un pezzo, le parve di essersi trasformata in un ammasso di dolori e fitte.
- Domani alla stessa ora, puntuali. - dichiarò la Syad e le congedò con un cenno del capo.
Ahhotep camminava senza quasi piegare le gambe. Durga si stringeva le braccia con gli occhi lucidi. Nemeria ebbe l'impulso di abbracciarla, ma una fitta alle spalle le ricordò quanto fossero misere anche le sue condizioni.
- Io vado a lavarmi. Dovresti farlo anche tu. - le disse a bassa voce.
Durga concordò e, per quanto le gambe glielo permettessero, aumentò il passo per star dietro ad Ahhotep. Dall'occhiata che le elargì, Nemeria capì che anche lei ne aveva bisogno.
I bagni erano deserti a quell'ora. Senza esitare, le due Dominatrici del fuoco si buttarono in acqua, mentre la loro compagna avanzò fino al bordo, per poi scendere gli scalini della piscina. Non era magra come Kimiya, ma possedeva una una grazia simile a quella di una ballerina, con le ossa del bacino sporgenti e il seno piatto, aderente alle costole.
A cena venne servito un trancio di pesce spada accompagnato da cus cus, lavash, il pane non lievitato, e hummus di fave. Nemeria mangiò tutto fuorché il pesce, che nascose nel tovagliolo di stoffa. Ahhotep si accorse di quando infilò il bottino nella tasca, ma non disse nulla.
- Allora ci vediamo domani? -
- Certo! - rispose Durga, con la bocca piana.
La salutò e si defilò in camera. Batuffolo, non appena mise piede dentro, trotterellò fino a lei, miagolando con gli occhi ben aperti.
- Ecco, ecco. Tieni. - sorrise Nemeria e posò a terra il tovagliolo.
La stanza era stranamente in ordine. Le lenzuola erano state cambiate assieme alla federa. Doveva essere stato così anche gli altri giorni, ma lei non ci aveva mai fatto caso, troppo presa da altri pensieri.
"Quindi c'è qualcuno che si occupa delle pulizie. Chiunque sia, ha visto Batuffolo."
L'angoscia l'atterrì.
- In che razza di guaio mi sono cacciata... - si mise le mani sulla faccia, - Madre, perché non rifletto mai prima di fare le cose? -
Qualcosa si increspò quando si sedette sul letto.
"Un biglietto?"
Era un pezzo di pergamena grande poco più del palmo della sua mano, accuratamente ripiegato in quattro. In un sihamnstico stentato c'era scritto: Non avere paura, il tuo segreto è al sicuro con me.
Nemeria rimase a fissare il foglio per un lungo minuto, senza sapere che pensare. In realtà, non ebbe nemmeno il tempo per rifletterci, perché qualcuno bussò alla porta. Immediatamente prese Batuffolo e lo spinse sotto il letto e nascose il foglio sotto il materasso, sperando con tutta se stessa che non uscisse allo scoperto.
Bahar si guardava intorno con un'aria trasognata e sussultò quando Nemeria le schioccò le dita davanti al naso.
- Che ci fai qui? -
- Ti porto un messaggio da Tyrron. - sbadigliò e si stropicciò gli occhi, - Scusami, ma sono in piedi dalle cinque di stamattina. Dicevo... il padrone mi ha detto di farti presente che uno di questi giorni dovrai andare di nuovo con lui all'arena. -
- Quando? -
- Non è stato specifico, ha molto lavoro da fare. Ha aggiunto che può venire anche Noriko, se vuole. -
Nemeria scosse la testa: - Non sta molto bene. Nande ha detto che deve stare a riposo. -
- Ah, che cos'ha? -
- È diventata una donna. -
Il viso di Bahar si adombrò e le sue spalle si irrigidirono. Lo sguardo di pietà che le rivolse le fece venire la pelle d'oca.
- Riferirò anche questo, allora. Stammi bene. -
Nemeria la seguì con gli occhi finché la sua testa non sparì oltre le scale. Prima il biglietto, ora questo: avrebbe mai avuto un po' di pace?
- Madre, abbi pietà di me... –
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Fighting Fire
FantasyPRIMO LIBRO DELLA SAGA "JINIAN" "Un bambino è la forma più perfetta di essere umano." (Vladimir Nabakov) Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che è una Jinian, una figura leggendaria capace di dominare i quattro elementi. Sotto la guida de...