Telefonata

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"Nicolò... quello stronzo ha minacciato di dire ai miei che sono incinta"
"E quindi? Gli va bene se quello vuole stuprarti ma è uno scandalo se io e te scopiamo?"
"Lo sai come sono i miei..."
"Già... non mi importa, la dobbiamo risolvere questa cosa, voglio parlarci e fargli capire che per me sei importante"
"Nicolò non è facile..."
"Non mi importa" mi da un bacio sulla pancia
"Ormai mi importa solo di noi tre"
Gli accarezzo i capelli mentre si stende affianco a me e si appoggia sul mio seno.
"Domani devo telefonare ai miei per spiegargli perché sono scappata spero mi credano e non credano a quello"
"Ok domani dobbiamo anche dirlo ai ragazzi, solo Umberto e Dylan lo sanno"
"Glielo diremo insieme"
"Però ho troppo voglia di dirlo a tutti, quindi dobbiamo trovare un modo per farlo sapere anche ai miei piskelletti"
"Nicolò è presto! Prima di comunicarlo al resto del mondo aspetta almeno qualche mese"
"Sono troppo contento, non pensavo di poterlo essere ma si, lo sono"
Mi bacia.
"Davvero?"
"Mmm si, ora però ho sonno quindi dormiamo"
Inizia a farmi i grattini ma si addormenta abbracciato a me come fossi un cuscino.

Vengo svegliata dal suono del mio telefono.
Mia mamma.
"Mi spieghi che cazzo è successo? Lo sai che il tuo ragazzo ha mandato Alessio all'ospedale? C'era proprio bisogno che facesse questa scenata di gelosia assurda perchè tu avresti dovuto dormire con lui? E cos'è questa storia che sei incinta? È stato quello vero? Hai finito di fare la puttana? Sei la vergogna della famiglia!"
Non ci vedo più dalla rabbia.
"SI È VERO SONO INCINTA DI NICOLÒ E QUINDI? NON FACCIO LA PUTTANA, È IL MIO RAGAZZO, SAREI DOVUTA RIMANERE VERGINE FINO AL MATRIMONIO?"
Nicolò si sveglia di soprassalto sentendomi urlare.
"Ehi piccola che succede?" Dice con la voce impastata dal sonno.
Gli faccio segno di tacere.
"Ah vivi con lui? Ma cosa ti salta in testa?"
"FACCIO QUELLO CHE MI PARE E COMUNQUE QUEL COGLIONE È ALL'OSPEDALE PERCHÉ SE LO MERITA, VOLEVA VIOLENTARMI, SE NON FOSSE ARRIVATO NICOLÒ LO AVREBBE FATTO, ALTRO CHE GELOSIA, HA FATTO QUELLO CHE AVRESTE DOVUTO FARE VOI CHE SIETE I MIEI GENITORI. NON MI CERCATE PIÙ, FATE COME SE NON ESISTESSI"
Chiudo la chiamata e inizio a piangere.

Destiny - Tony EffeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora