Un vuoto nel petto: Vivian

459 48 20
                                    

"Malva, Passiflora e Occhi di madonna. Si mamma, c'è tutto." Sbuffò Vivian mentre si guardava intorno.

"Tuo padre tornerà a breve, tranquilla." Le disse sua madre senza neanche voltarsi e prese l'ultima erba medica passandola a sua figlia. "Possiamo andare." Sorrise Fannie lasciandosi seguire fino alla grotta dietro alla cascata.

La lupa color crema la seguì senza dire nulla. Era preoccupata. Una volta tornate alla grotta, Fannie prese tutte le erbe e le ripose nel suo angolino, ne prese solo un paio che mise ad essiccare.

"Queste a cosa ti serviranno?" Chiese Vivian per spezzare il silenzio.

"Beh, sta per avvicinarsi l'inverno e, per quanto qui non faccia freddo come nelle altre terre, bisogna comunque munirsi di pozioni e erbe mediche che curino da una possibile febbre." Le spiegò dolcemente Fannie.

Vivian annuì e si stese a terra poggiando il muso sulle zampe. Era già tardo pomeriggio e Voul non accennava a tornare.

Vivian guardava l'acqua della cascata cadere davanti a lei mentre il suo sguardo era poggiato fuori. Il suo riflesso era mosso ma, accennò un lieve sorriso, quando guardò il suo manto color crema come quello di suo padre. Sentì dei passi e poi un muso poggiarsi sulla sua schiena. Sua madre la stava coccolando.

"Hey piccola, perché sei così pensierosa?" Le sorrise sua madre.

Vivian alzò lo sguardo su di lei, la collana che aveva al collo le finiva sul muso provocandole un lieve solletico che la faceva sorridere. Si era sempre chiesta dove l'avesse presa.

"Non lo so, non riesco a stare tranquilla. Sono prepccupata per papà." Le indicò fuori dalla grotta. "È ormai quasi buio e lui non ha mai fatto così tardi." Sospirò.

Fannie alzò il muso guardando fuori. Sua figlia non aveva torto, iniziava a preoccuparsi anche a lei. Portò lo sguardo da sua figlia all'uscita della grotta più volte, poi scosse la testa come a riordinare i pensieri e la guardò.

"Va a cercarlo, ma tornate presto o non esiterò ad uscire anche io." Le disse sua madre seriamente.

Vivian alzò le orecchie e subito si mise in piedi a quelle parole. "Vado e torno, non temere mamma." Le sorrise la lupa color crema e uscì subito fuori dalla grotta.

Vivian si diresse verso il bosco dietro la cascata e iniziò ad annusare. Passò davanti al Picco dell'Aquila e sospirò. Il sole stava tramontando e la luce passava attraverso quelli che potevano essere definiti gli occhi della montagna. La luce puntava verso sinistra, la lupa color crema spostò lo sguardo più volte ma decise di seguire il suo istinto. Iniziò a camminare verso sinistra, seguiva la luce fin quando essa non sparì nel nulla, un pò a causa degli alberi e un pò perché ormai era quasi buio. Si guardò intorno e drizzò le orecchie per percepire qualche rumore, ma nulla sembrava muoversi in quella zona. Stava quasi per tornare indietro, quando una folata di vento le portò un odore a lei familiare dritto sul muso. Aumentò il passo, quasi corse, fino ad arrivare in un punto del bosco che non conosceva. Si avvicinò ancora e vide il manto color crema del padre, corse verso di lui pensando che fosse ferito o stanco ma, quando si avvicinò del tutto, restò paralizzata.

Vide i leoni intorno a lui e la zampa di uno di quelli sul suo petto. Si avvicinò lentamente, sperava che fosse tutto uno scherzo. Spostò la zampa del leone e i suoi occhi si spensero vedendo la ferità.

"È... è curabile si... sono arrivata in tempo..." Cercò di autoconvincersi, si guardò intorno in preda al panico. Prese delle erbe e le portò dal padre iniziando ad applicarle proprio come faceva sua madre. "Ti prego... no." Le lacrime iniziarono a solcarle il muso e a cadere sul corpo del padre. Dopo un paio di tentativi si accasciò a terra poggiando il muso sul petto di lui, voleva urlare ma non ne aveva la forza e non poteva farlo, sua madre sarebbe accorsa subito. "Perchè... perché s-sei... sei..." non riusciva neanche a pronunciarlo, le lacrime le avevano oramai offuscato la vista. "Morto..." disse in un lieve sussurro. "Non hai voluto portarmi con te... ti avrei difeso!... Si io lo avrei fatto e non saresti così..." parlava a stento, i singhiozzi le rubavano il respiro, non ce la faceva più. "A-avevi detto... che saremmo rimasti tutti e tre insieme per... sempre, mi hai... mentita..."

Chiuse gli occhi, voleva ricordare i momenti passati con il padre, voleva che lui fosse ancora lì con lei ad abbracciarla. Voleva riempire il vuoto che sentiva nel suo petto. Ricordò la loro prima caccia insieme, il loro litigio e il loro riavvicinamento. Aveva perso i momenti migliori con suo padre a causa del suo orgoglio e ora non aveva più la possibilità di sentire il calore dei suoi abbracci o il suo muso spingerla quando la prendeva in giro. Non avrebbe più avuto dei momenti padre e figlia. Si rimise lentamente in piedi asciugandosi le lacrime. Riaprì gli occhi e guardò il corpo del padre.

"Mi dispiace papà, non te l'ho mai detto ma mi dispiace. Sono stata un'egosita me la sono presa con te per una promessa fatta ad una cucciola troppo sognatrice. Non l'avevi mantenuta ma avevi le tue buone ragioni e io non le ho mai capite fin quando non me le hai dette. Ho perso momenti con te che ora non recupererò più, non potrò più abbracciarti, non potrò più stringerti nè dormire al tuo fianco..." Spostò i cadaveri dei leoni. "Resterai sempre il lupo più importante della mia vita... il mio primo eroe, colui che ho sempre preso d'esempio..." Si abbassò e prese sulle sue spalle il corpo di suo padre. "Continua a prenderti cura di noi da lassù..." Sussurrò prima di zittirsi del tutto e iniziare a camminare verso la cascata.

Più si avvicinava ad essa e più pensava a come avrebbe fatto a dirlo a sua madre, a che parole avrebbe dovuto usare e a come aiutarla a superare la perdita. Sapeva già che lei doveva essere il pilastro forte, non poteva buttarsi giù davanti a sua madre, non ora. Arrivò davanti alla cascata, poggiò lentamente il corpo del padre a terra e ululò richiamando sua madre. Fannie corse subito fuori e si avvicinò a Vivian notando Voul a terra. Non tolse gli occhi da sua figlia mentre si avvicinava al suo compagno. La lupa color crema riuscì solo ad abbassare lo sguardo e ad annuire. Fannie scosse più volte il proprio capo abbassandosi verso il corpo di Voul, lo spinse con il muso cercando di svegliarlo. In quel momento la lupa nera odiava il suo ruolo. Guardò le ferite mentre le lacrime iniziarono a scendere copiosamente.

"Chi... chi è stato? Chi c'era lì con lui?..." Chiese la lupa a sua figlia.

"Con lui c'erano i cadaveri di tre leoni... nessun'altro..." Sussurrò in risposta Vivian.

Fannie non disse nulla tenne lo sguardo fisso sulle ferite del compagno, si avvicinò e annusò il suo odore. Aveva capito che qualcosa non andava. Leccò il muso del suo amato e guardò Vivian. Non poteva dirle dei suoi sospetti sapeva che avrebbe reagito in modo avventato.

"D-dobbiamo... seppellirlo lo merita..." Sussurrò Fannie.

Iniziò a camminare facendosi seguire in un piccolo campo di fiori. Vivian caricò il corpo di suo padre sulle proprie spalle, seguì sua madre tenendo d'occhio i suoi passi, erano deboli e tremanti. Arrivate lì guardò il campo fiorito, i loro passi erano illuminati solo dalla luce della luna piena. Fannie iniziò a scavare. La lupa color crema la lasciò fare tenendo lo sguardo altrove. Poggiò il corpo di suo padre a terra e si allontanò, lei gli aveva già parlato e sapeva che sua madre aveva bisogno di un momento da sola con lui. Si allontanò un pò ma senza perderla dalla sua visuale. Fannie portò il corpo del suo amato nella fossa da lei scavata, insieme a lui lasciò cadere un fiore nero. Poi iniziò a ricoprirlo con il terreno. Si sedette e a muso basso chiuse gli occhi.

"Sei sempre stato un lupo dall'animo di un cucciolo e forse io ti amavo proprio per questo. Ho sempre avuto una grande responsabilità sulle mie spalle e tu me la facevi diventare una leggerezza, una piccolezza. Non ti è mai importato del grande cambiamento che avrei potuto portare alla tua vita, neanche con la nascita di Vivian. Hai fatto tanto per tenerci al sicuro, hai rischiato la tua vita più volte e mai avrei pensato di vederti... morto. Per quanto tu fossi un cucciolo in un corpo di adulto, quella sbadata e poco forte sono sempre stata io. Senza di te sarò nulla, non avrò la forza di continuare ad andare avanti e penso che Vivian me lo abbia letto negli occhi, spero che mi perdonerà se non riuscirò a starle accanto per molto. Tu non sentirti in colpa, sei stato un compagno e un padre fantastico, sei stato più di quello che io avessi mai potuto chiedere. Ti amo Voul. Che la Dea Luna ti accolga."

Fannie si allontanò dal cumulo di terreno e passò al fianco di sua figlia. Vivian, a sua volta, si alzò e l'affiancò camminando con lei. Nessuna delle due aveva la forza di aggiungere altro, tornarono alla grotta in totale silenzio.

La Scintilla #Wattys2018 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora