La Scintilla #Wattys2018 [COMPLETA]

Duri allenamenti

I mesi passarono e io crebbi diventando una giovane lupa. Mia madre dopo le mie tante insistenze dovette cedere alla mia richiesta di andare in giro da sola ma, prima di lasciarmi davvero andare, mi mostrò le zone in cui potevo recarmi e i loro confini. Erano tutti molto legati a quella grotta e a quella cascata, non riuscivo a capirne il motivo ma non volevo disubbidirle. Così accettai.

Mi raccontò la leggenda che le aveva tramandato suo padre riguardante il Picco dell'Aquila. Mi raccontò di nonno Voul e di nonna Fannie, di come l'avevano cresciuta, di cosa avevano fatto per lei e di come fossero morti. Mentre me lo raccontava vedevo il suo sguardo penserioso, ma non mi disse il motivo.

Era l'alba e la prima a svegliarsi fu lei, si avvicinò a me e mi scosse leggermente. "Roxy? È ora di alzarsi."

Farfugliai qualcosa di incomprensibile prima di aprire lentamente gli occhi. Spostai lo sguardo da lei all'uscita della grotta.
"Ma mamma... è l'alba." Sbadigliai ancora assonnata.

"La colazione non aspetta che tu ti sia stirata le zampe. Su, alzati." Disse incamminandosi verso l'uscita.

La guardai sbuffando e mi alzai seguendola fuori. "Pensavo che, io ormai, potessi andare a prendere la colazione da sola." Le dissi affiancandola.

"Questa volta vengo con te. Devo insegnarti ancora tante cose." Mi disse guardandomi.

Io annuii rassegnata e sorrisi. "E va bene."

Iniziai a camminare verso il bosco. Lei mi seguì stando al mio fianco, aveva sempre lo sguardo attento e vigile.

"Cosa vuoi cacciare?" Mi chiese con tono materno.

Io la guardai. "E me lo chiedi?" Ridacchiai. "Cinghiale!" Ero cresciuta con quella voglia perenne di cinghiale, diventò il mio cibo preferito.

"Ovviamente. So bene che ti piace tanto." Accennò a una risata. "E cinghiale sia, inizia ad annusare"

Annuii al suo comando divertita dalla sua affermazione. Iniziai ad annusare in giro concentrandomi sulla pista da seguire. Sentivo il suo sguardo perennemente addosso, scrutava ogni mio singolo movimento. Era chiaro che volesse vedere se riuscivo o meno a cavarmela da sola ma, allo stesso tempo, il suo sguardo restava gentile e materno. Sperava che io non mi facessi del male.

Continuai ad annusare in giro fin quando il mio naso non percepì l'odore della preda che stavo cercando. Alzai il capo e feci segno a mia madre di seguirmi.

"È lì." Dissi e mi avvicinai ad un cespuglio per guardare il cinghiale.

Lei mi seguì restando in silenzio. "Hai trovato la preda. Ora la parte che mi interessa vedere: come lo abbatti." Mi disse seriamente.

Mi stava testando e io volevo superare quel test. annuii alla sua affermazione e mi concentrai sulla mia preda.

Mi avvicinai silenziosamente cercando di prenderla alla spalle ma, distrattamente, calpestai un rametto che scricchiolò facendo voltare il cinghiale che grugnì guardandomi. Mi maledii mentalmente mettendomi in posizione di difesa. Un occhio cadde su mia madre, volevo guardare la sua reazione a ciò che stava succedendo. Aveva lo sguardo di chi sapeva che sarebbe successa una cosa simile e una postura che faceva intendere che sarebbe accorsa in caso fosse finita davvero male. Riportai lo sguardo sul cinghiale che era intento a scalciare la terra con una delle zampe pronto a caricarmi. Appena iniziò a correre lo schivai e lo spinsi da un lato con una zampata graffiandogli il fianco ma, lui, si girò di scatto e mi colpì con una testata ferendomi con le sue zanne. Mi rialzai scuotendo il capo. Mia madre aveva uno sguardo preoccupato sarebbe intervenuta da un momento all'altro se non mi fossi data da fare. E non volevo. Ringhiai portando lo sguardo sulla preda e corsi verso di lei, quando fui abbastanza vicina scivolai giù mordendola alla zampa spezzandogliela. Approfittai di quel suo momento di instabilità e lo ribaltai bloccandolo al suolo, lo morsi all'addome sbranandolo e uccidendolo sul colpo. Mi allontanai dalla preda leccandomi il muso. Mentre me la caricavo in spalla poggiai gli occhi su mia madre, ora aveva uno sguardo più rilassato.