Aggirare il pericolo

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Ripresi il cammino dopo aver riposato un pò le zampe, sospirai quando notai di aver perso la pelliccia di Hima durante lo scontro. La mia unica fonte di calore era stata strappata via in poco tempo da una bestia strana e priva di ragione. Continuai per la strada indicatami da Hima, prima o poi sarei pur dovuta arrivare da qualche parte senza dover per forza lottare o scappare da qualcuno. Era quasi pomeriggio quando il mio stomaco iniziò a richiedere attenzioni. Mi guardai intorno per assicurarmi di essere sola e mi diressi nella foresta vicina, dovevo provare a seguire la tecnica di Hima se volevo mangiare. Iniziai a scavare nel terreno spostando tutta la neve mentre con gli occhi davo sempre un'occhiata intorno a me. Sbuffai cambiando punto e mi allontanai di poco riprendendo a cercare, scavai ancora e ancora fin quando non trovai ciò che ardentemente cercavo: una tana di conigli. Guardai al suo interno sperando che non fosse vuota, fortunatamente riuscii a intravedere una piccola palla di pelo bianca. Ora dovevo solo trovare un modo per farlo uscire da lì. Ci pensai su per un pò, non avevo nulla per attrarlo fuori, dovevo costringerlo ad uscire di sua spontanea volontà. Mi girai più volte intorno fino a poggiare i miei occhi sul cumulo di neve che avevo creato scavando, mi ci avvicinai e cominciai a spingere la neve nell'entrata della tana. L'istinto di sopravvivenza lo avrebbe costretto a saltare fuori, a meno che, per mia sfortuna, non avessi trovato l'unico coniglio a cui l'idea di essere schiacciato dalla neve non dispiaceva. Spinsi quanta più neve possibile al suo interno, mi fermai quando iniziai a sentire un certo movimento frenetico nella tana, buttai ancora un pò di neve per mettergli pressione e mi preparai a una sua probabile via d'uscita. Aspettai un pò e lo vidi sbucare dalla neve, non esitai neanche un secondo, aprii subito le fauci e morsi prendendolo dalle orecchie. Lo buttai a terra con forza uccidendolo, non era una preda sostanziosa ma avrebbe dato un pò di quiete al mio stomaco. Non potevo aspettare di riuscire a trovare qualcosa di più grosso, il freddo cominciava ad insediarsi in me e per questo dovevo sbrigarmi a trovare ciò che cercavo. Effettivamente, non sapevo neanche io cosa stessi cercando. Perché ero così sicura che in queste terre ci fosse qualcosa? Perché mi spronavo tanto per andare avanti? Era solo per restituire un favore ad Hima o il mio sesto senso mi stava giocando un brutto scherzo? Sospirai alle mie tante domande e iniziai a mangiare quel coniglio. Lo divorai in pochi secondi e mi rimisi in piedi, nonostante tutte le mie domande, sentivo che dovevo andare avanti. Qualcosa in me mi urlva di continuare.

Uscii dalla foresta e ripresi il cammino, senza quel lupo al mio fianco quel territorio era ritornato silenzioso. Ogni tanto si sentiva solo qualche ramo scricchiolare a causa della troppa neve poggiata su di esso. I fiocchi di neve ricominciarono a cadere lenti mentre il mio passo aumentava per tenermi al caldo. Da lontano iniziai ad intravedere qualcosa, qualcosa che spervo di non dover più incontrare. Cambiai subito direzione iniziando a camminare fra gli alberi in modo che restassi almeno un pò nascosta. Li guardai dalla distanza, erano un enorme gruppo di lich, troppi per una lupa sola. Mi abbassai così tanto che il mio addome toccò il suolo, camminai così per un pò. Fortunatemente, il mio manto chiaro non era ben visibile da una tale distanza. Cercavo di tenere il mio respiro calmo e regolare, i miei occhi, mentre mi muovevo, erano sempre puntati sui lich e sui loro movimenti. Sembrava che non si fossero accorti di nulla. Feci un altro passo avanti, poggiai lentamente la zampa al suolo e sentii un piccolo scricchiolio, alzai la zampa e portai subito lo sguardo sui lich, si erano tutti girati nella mia direzione. Mi nascosi subito dietro un cumulo di neve più alto, restai al contatto con il suolo sperando ardentemente che non mi avessero vista da tale distanza. Trattenni il respiro per far si che non sentissero nulla di me. Portai leggermente il capo fuori dal nascondiglio vedendo come si stessero avvicinando. Mi nascosi nuovamente accucciandomi, sentivo le loro vesti strusciare sulla neve. Erano sempre più vicini, sempre di più. Li sentivo, erano quasi al mio fianco poi... un ramo alla loro sinistra cedette a causa della neve e cadde facendo un gran rumore. I lich mi lasciarono perdere andando in quella direzione. Tirai un profondo sospiro di sollievo, mi ero salvata, anche se per poco. Mi allontanai subito dal mio nascondiglio nel caso gli venisse la malsana idea di tornare a controllare. Camminai spedita per la mia direzione, ma sapevo bene che non potevo continuare in quel modo. Non potevo avere due volte lo stesso colpo di fortuna. Mi fermai e mi guardai  intorno, dalla lontananza riuscii ad intravedere quello che sembrava un lago ghiacciato. Potevo raggiungerlo solo in due modi: o passavo in mezzo a tutti quei lich, o facevo un giro più largo e più lungo ma ci arrivavo viva. La soluzione era ovvia.

Sviai dalla strada consigliata da Hima, scossi un albero facendo cadere la neve e attirai tutti i lich in quel punto. Io mi mossi da tutt'altro lato lasciandoli lì a cercare il colpevole di quel rumore. Corsi mentre ancora erano distratti allontanandomi del tutto da loro, ero stanca di ritrovarmeli intorno. Dovevo fare l'intero giro di quella foresta e arrivare dalla parte opposta alla mia. Tenni i sensi ben in allerta in caso di un altro spiacevole incontro, le manticore erano pericolose quanto i lich, dovevo stare attenta. Camminai guardandomi continuamente intorno, dopo un lungo lasso di tempo riuscii ad arrivare di fronte a quel lago ghiacciato. Lo guardai con una leggera malinconia, quel lago mi riportò alla mente uno dei momenti leggeri, felici e senza problemi con Deus. Da quel giorno lui era diventato l'unico lupo della mia vita. Non riuscivo a pensare a quanti anni fossero già passati e a quante cose avevamo dovuto affrontare insieme o da soli, ma sempre per entrambi. Una piccola lacrima solcò il mio muso cadendo sulla neve, ero cresciuta e mi ero innamorata, avevo una figlia e lei era il mio dono più grande in questa vita, dovevo tutto a Deus e al mio coraggio. Scossi il muso, dovevo continuare il mio viaggio. Misi una zampa sul ghiaccio e poi, lentamente, tutte le altre. Cercando di evitare di cadere di pancia e fare rumore attirando quelle bestie.

"Okay... fin qui ci sono. Com'è che faceva Deus?"

Spinsi gli artigli di tutte e quattro le zampe sul ghiaccio, in modo da tenermi e non scivolare. Presi un profondo respiro e mi diedi una leggera spinta iniziando a camminare in modo strano e goffo, ma almeno non stavo cadendo e scivolando fino all'altra riva del lago. Misi una zampa in avanti e poi tutte le altre, lentamente stavo andando avanti. Da lontano, nascosta dalle nuvole, iniziai ad intravedere qualcosa: sembrava una colonna con la punta rivolta verso l'esterno. Continuai ad andare avanti, forse avevo trovato ciò che cercavo. Aumentai leggermente il passo stando attenta a non cadere, più mi avvicinavo a quel luogo e più il freddo sembrava aumentare, le nuvole erano sempre più accattivanti ma non mi fermai.

Arrivai alla fine del lago, poggiai le zampe sulla neve e ripresi il cammino verso quella colonna, feci un giro fino a ritrovarmela di fianco, la guardai dall'alto verso il basso, camminai in avanti per un pò prima di voltarmi e notare con stupore qualcosa che non avevo mai visto prima: era un castello veramente grande, le sue mura erano incredibilmente alte. Si trovava al limite di una scogliera congelata. Non poteva essere opera di umani, nessuno sarebbe stato ingrado di costruire un castello del genere in così poco tempo e in un luogo simile. A meno che quel qualcuno non fosse in grado di usare la magia, ma anche in quel caso sarebbe dovuto essere un mago veramente potente. La cima di entrambe le colonne era una punta ricurva verso l'esterno, delle scale portavano ad un portone fatto di ferro. Le salii lentamente, i segni del gelo si vedevano su tutta la struttura. La colonna principale, quella in cui si trovava il portone, era senza dubbio quella più grossa e minacciosa. In cima vi era la statua di un volto dagli occhi blu, sembrava che fissasse proprio l'entrata. Magari per scoraggiare chiunque avesse in mente di entrare.

Guardai quella statua e poi il portone più volte, non avevo idea che entrando in quel posto avrei stravolto la mia vita per sempre.

La Scintilla #Wattys2018 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora