Piccoli passi

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Da quella notte, io e mia madre, ci ritrovammo da sole. Insieme iniziammo la nostra crescita: lei doveva riprendere in mano la sua vita da solitaria e io... beh, io dovevo crescere del tutto. Crebbi rintanata in quella grotta e nei suoi confini, non avevo il permesso di andare oltre nè di uscire senza mia madre. I primi giorni furono difficili per lei: doveva procurare il cibo per noi ma, allo stesso tempo, non poteva lasciarmi da sola alla grotta. Così, si inventò un gioco che io, in modo infantile, trovavo divertente.

"Allora Roxy, ascoltami bene. Noi ora andiamo in giro per il bosco ma tu dovrai nasconderti dalle prede cattive e sai come?" Disse mentre mi sorrideva in modo dolce. "Ti faccio vedere." Si abbassò e mi prese dalla collottola mettendomi sulla sua schiena. "Accucciati con le orecchie basse e la codina sotto al pancino."

Mi guardava mentre io facevo esattamente, anche se con un pò di difficoltà poichè non sapevo ancora camminare, tutto ciò che mi diceva.

Sorrise vedendo che il suo piccolo gioco riusiciva. "Benissimo, brava la mia piccola. Ora stai nascosta così fin quando non torniamo alla grotta. Se qualcuno ti vede, perdi." Iniziò a camminare verso il bosco.

La sua idea non era male, il mio pelo era identico al suo e, nascosta la coda, riuscivo perfettamente a mimetizzarmi con lei. Le prime volte fu semplice, mi divertiva anche. Ma più giorni passavano più la mia curiosità cresceva. Volevo anche io camminare e correre ma, a causa della preoccupazione di mia madre, anche quello imparai a fare con un pò di ritardo.

Imparai a farlo una notte. Dormivo ma il mio sonno venne disturbato da dei piccoli singhiozzi. Aprii i miei occhietti notando che mia madre non era più al mio fianco. Mi guardai intorno e la vidi in un angolino della grotta ranicchiata, volevo andare da lei ma non volevo che se ne accorgesse. Poggiai una zampina al suolo dandomi la spinta giusta per alzarmi, non riuscii a stare in piedi neanche due secondi che caddi nuovamente al suolo. Guardai verso mia madre per vedere se si fosse accorta di qualcosa ma sembrava lì, immobile, come lo era pochi attimi prima. Non mi arresi. A quel tentativo ne seguirono altri tre, al quarto, riuscii finalmente a mettermi in piedi senza perdere l'equilibrio. Iniziai a muovere una zampina dietro l'altra camminando silenziosamente verso mia madre. Quando fui del tutto vicina avvicinai il mio musino al suo e una lacrima cadde proprio su esso facendomi scuotere la testa. Lei, a quel punto, aprì gli occhi notandomi.

"Roxy?" Mi guardò un pò incredula mentre spostava lo sguardo da me al punto in cui mi aveva lasciata.

"Mamma..." Piegai il capo e poggiai le zampine anteriori su di lei allungandomi sul suo muso per leccarlo.

Non sapevo il motivo per il quale piangesse ma volevo tirarla su di morale. Vivian mi sorrise, il suo sorriso era così dolce che mi emanava tanta sicurezza.

"Non... piangere." Le dissi strusciando il mio piccolo musino contro il suo pelo.

"No, non piango." Mi disse stringendomi a sè.

Io alzai il musino e feci un piccolo broncio."Mai più!" Continuai. Lei mi guardò e ridacchiò stringendomi.

Da quella notte smise di farmi 'giocare' e mi permise di camminare da sola ma dovevo restare sotto al suo grembo fra le sue zampe. Non potevo uscire da lì, non capivo il motivo delle sue tante precauzioni, ma mi bastava. Il primo contatto con l'erba umida di prima mattina mi fece ridacchiare, i fili d'erba mi soletticavano le zampe e lieve venticello mi smuoveva il pelo. Mi guardavo intorno incuriosita. Vedevo gli scoiattoli correre su per gli alberi e avevo quella forte tentazione di seguirli e acchiapparli dalla coda ma restavo ferma, non volevo che mia madre si preoccupasse. Lei si guardava intorno tranquilla, la ammiravo, volevo essere come lei, senza paura per nessun animale che si avvicinasse. Ogni animale che incrociavamo mi diceva come si chiamava.

La Scintilla #Wattys2018 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora