Lisa

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Afferro frettolosamente la mia fidata tracolla da lavoro, serrando con velocità la porta d'ingresso. Corro come fossi una maratoneta in procinto di vincere la corsa della sua vita, precipitandomi letteralmente nella hall dove trovo già pronto ad attendermi Matthew. Chissà da quanto tempo mi sta aspettando! Perché ho fatto ritardo questa mattina? Di solito solo un orologio svizzero vivente, ma a quanto pare il clima di Brooklyn mi ha svampita più del dovuto.

«Scusami per il ritardo.» Biascico arrancando.

«Calma baby, sei in perfetto orario.»

Lo scruto confusa mentre tento in tutti i modi di prendere fiato. Inspiro ed espiro velocemente quando improvvisamente Matthew scoppia in una fragorosa risata. Ben presto scopro che la causa di tutto è proprio la mia faccia alquanto bizzarra in quanto sono rossa in volto ed ho letteralmente la bocca aperta tanto da mostrargli le mie corde vocali. Faccio un debole colpo di tosse, guardandolo poi dritto negli occhi.

«Baby?» Domando stizzita, inarcando un sopracciglio. «A cosa è dovuta tutta questa confidenza?»

«Siamo colleghi, no?»

«Sì, ma che c'entra? Ci conosciamo da meno di 24h!»

«Quanto sei pesante! Parli come mia nonna. Goditi un po' la vita!» Mi strizza l'occhio.

Lo studio con sguardo intimidatorio da sotto sopra, roteando poi gli occhi al cielo ed incrociando le braccia al petto. Lentamente Matthew si avvicina e mi abbraccia delicatamente come se da un momento all'altro potessi ucciderlo. Non so per quale recondito motivo, ma il mio corpo non oppone alcun tipo di resistenza. Stranamente, molto stranamente, mi sembra di stare al riparo dal mondo intero, nonostante non conosca bene il mio nuovo collega. Improvvisamente si scolla da me e mi osserva sollevato.

«Matt.» Dice appena.

Lo guardo stranita, non capendo bene cosa voglia veramente da me.

«Puoi chiamarmi Matt da oggi in poi in quanto mi stai simpatica e credo vivamente che diventeremo ottimi amici.»

«Matt sia!»

Gli sorrido alquanto divertita quando improvvisamente mi porge una scatola abbastanza grande, spingendola sin sotto il mio naso. L'afferro titubante.

«Cos'è?»

«La tua divisa da lavoro.» Risponde con ovvietà.

«COSA?!» Esclamo incredula e furiosa. «Adesso come farò? Non potevi consegnarmela ieri?!»

L'espressione di Matt cambia drasticamente sino a quando non irrompe in una nuova e genuina risata.

«Dovresti vedere la tua faccia in questo preciso istante. È un qualcosa di epico!»

M'irrigidisco di colpo mentre uno strano tic possiede il mio occhio destro. La voglia di spaccargli il suo bel visino per la sua sfrontatezza in questo preciso istante è alta, ma devo calmarmi e comportarmi da brava ragazza quale sono. Per questo motivo tento di tirargli una gomitata, ma sfortunatamente non riesco a tenere il pacco con una sola mano che di conseguenza sguscia via dalla mia presa non salda. Prontamente però Matt afferra la scatola.

«Per un pelo.» Sospiro sollevata.

«Ehi tu!» Grida Matt ad un uomo nella hall. «Per piacere porta questo nella stanza 108.»

Il mio collega consegna gentilmente il pacco ad un ragazzo perfettamente vestito con giacca e cravatta, praticamente l'eleganza fatta a persona. Lo scruto sorpresa, constatando che il giovane preso in esame è appunto il guardiano dell'altissimo palazzo.

«Andiamo?» Domanda Matt, facendomi trasalire.

Accenno un debole sì per poi seguirlo al di fuori dell'altissimo edificio. Prendiamo un taxi e, quando arriviamo dinanzi al palazzo della F&J, rimango letteralmente pietrificata. È un edificio moderno con mille vetrate e piloni in ghisa resistente e lucente. Matt mi trascina all'interno della struttura e dire che è mozzafiato sarebbe alquanto riduttivo. Gli interni sono ben studiati e soprattutto riempiti con mobili ed oggetti extra-lussuosi. Osservo il grandissimo lampadario probabilmente in cristallo quando Matt mi afferra nuovamente per un braccio, accompagnandomi divertito nella nostra stanza di lavoro. Appena chiude la porta alle sue spalle, mi volto, studiando di conseguenza l'ambiente circostante. Le pareti solo colorate con un celeste cielo mentre il pavimento è di marmo bianco. Ci sono due divanetti, quattro scrivanie, otto manichini, due computer di ultima generazione, un tappeto persiano color oro ed anche un insieme di matite, fogli, tavole ed altri oggetti da lavoro.

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